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Donatella (mammaincina sui forum) è una donna italiana che da qualche anno risiede in Cina. In questo coinvolgente articolo ci spiega la sfida di un espatrio in una cultura così…diversa. Grazie Donatella!

 

Siamo partiti con la voglia di un punto di vista diverso, con la voglia di far vedere ai nostri figli un altro pezzo di mondo, partire dalla Cina per viaggiare in Asia, che devo ammettere, fino ad oggi ci ha riservato splendide sorprese.

La Cina è un altro mondo, non è facile sintetizzare in poche righe di quante contraddizioni è capace questo paese, non è facile descrivere un popolo che gioisce e si accontenta di far volare gli aquiloni sul prato di fronte al lago, che ti accoglie nelle sue umilissime case come un ospite di riguardo solo perchè vieni dall’Italia, perchè la nostra cultura e la loro sono entrambe millenarie, perchè si ricordano di  Marco Polo e di Matteo Ricci, e poi abbiamo la moda…quasi tutto quello che copiano è made in Italy, quasi tutto quello che fa tendenza è made in Italy.

È difficile descrivere i negozietti fatiscenti che vendono mercanzie di ogni genere che fungono anche da casa, i vecchietti che lavano i vestiti nel fiume, le famiglie intere che vanno in giro in motorino, i bambini in divisa che ordinatamente inquadrati escono da scuola. Difficile descrivere che ci sono cinesi che fumano sigarette da 10 euro al pacchetto e che guidano grosse macchine da migliaia di euro, che si guardano intorno con la spocchia di quelli arrivati, è difficile descrivere i vecchietti che ancora raccolgono le foglie cadute o sistemano le aiuole, chiacchierando o canticchiando… è difficilissimo descrivere la promiscuità di questo paese, il contatto fisico e verbale continuo.

Siamo partiti con la Cina di Terzani nel cuore, ci siamo trovati di fronte ad un oceano di forti contraddizioni. L’espatrio in un paese come la Cina non è cosa facile, l’espatrio al femminile lo è ancora meno,  gli uomini vivono e lavorano in un contesto dove la lingua inglese è quella veicolare, noi invece viviamo la vera Cina, la quotidianità in un posto dove  è difficile capire e farsi capire.

La lingua è uno scoglio che non si aggira tanto facilmente, bisogna mettersi a studiare e a parlare il più velocemente possibile, ma soprattutto parlare, l’insegnante ti aiuterà ad imparare il mandarino ma la signora che vende la frutta non sempre lo parla, magari lei si esprime meravigliosamente nel suo dialetto (uno dei sette dialetti in realtà qualcuno dei quali divisibile in altrettanti sottodialetti), tristemente nonostante lo studio non vi capirete se non con l’italico linguaggio dei gesti. A volte mi ci vogliono tre o quattro tentativi solo per far capire al taxista dove abito.

espatrio in cina2Oltre alle parole ci sono i pensieri, anche i pensieri seguono percorsi diversi dai nostri, ecco, questa è la cosa che è più difficile da capire, bisogna sempre avere i riflessi pronti, nulla è come ti aspetti che sia. Facciamo un esempio: se in Italia mi accingo ad attraversare sulle strisce, due sono le variabili o si fermano o mi ignorano e tirano dritti. Se in Cina mi fermo sulle strisce, le auto continueranno comunque a svoltare a destra sempre nonostante il semaforo rosso, qualche motorino mi potrebbe passare sui piedi, potrei venire elegantemente sfigurata da un taxi o da una betoniera, nell’attesa  potrei comprare della frutta dalla signora che vende le fragole proprio all’incrocio, potrei passarci ore a quell’incrocio prima di trovare il coraggio di attraversare oppure (cosa che fai solo dopo un certo numero di anni in Cina) attraversi con lo sguardo perso nel vuoto senza mai guardare verso  le macchine, se loro credono che tu non li hai visti si fermeranno per lasciarti passare.

Questo succede per quasi tutto, nulla è come te lo aspetti, che ammettiamolo, potrebbe essere eccitante come stile di vita ma alla lunga un pochino stanca,  nel mio blog ci sono veramente decine di episodi surreali….di quella volta che dopo il massaggio mi hanno dato da mangiare uova di rana, di quella volta a Disneyland Hong Kong in fila con delle adulte scalmanate eccitatissime che si rifacevano il trucco per Winnie the Pooh, di quella volta che in discoteca come special guest c’era Roger Rabbit, di quando al supermercato ho trovato una confezione di Italian Children Steack, di quando sono andata a comprare un paio di scarpe da running e mi hanno dato in omaggio un kimono da judo, di quando il sarto non voleva farmi più di 5 pollici di scollatura perchè altrimenti prendevo freddo, di quando ci ho messo tre giorni per comprare un telefono, di quella volta in cui (non parlavo cinese all’epoca) ho mostrato all’autista il sacchetto dell’Ikea per fargli capire dove volevo andare e lui mi ha portato alla fabbrica dei sacchetti….questi e tanti altri episodi, magari esilaranti se guardati dal di fuori, vi assicuro parecchio stressanti vissuti sulla proprio pelle.

Il mio blog è anche un punto di informazione per tutti quelli che hanno il progetto di espatriare in Cina e soprattutto per le famiglie, sono in tanti che mi scrivono e mi seguono per avere informazioni e consigli ma anche solo per esorcizzare la paura di recarsi in un posto così lontano non solo linguisticamente.

 

Donatella
Suzhou, Cina
Marzo 2011

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