Home > Arte e Cultura > Fotografia > Intervista a Maylis, fotografa espatriata
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Per questo speciale aggiornamento sulla fotografia e l’espatrio abbiamo raggiunto Maylis, fotografa francese espatriata,  per sapere se qualcosa è cambiato da quando è stata fatta quest’intervista. Maylis è da poco tornata in Texas dopo 14 mesi in Scozia. Ci racconta che è stato difficile continuare con la fotografia in Scozia, perché le opportunità di esporre il suo lavoro erano molto scarse. Non conoscendo nessuno nel settore, è stato estremamente difficile farsi conoscere, contrariamente agli Stati Uniti, dove era riuscita a esporre una dozzina di volte in 3 anni. Ha avuto l’impressione che in Scozia ci sia meno entusiasmo, e minori possibilità per i giovani artisti. E’ riuscita comunque a vendere delle cartoline e piccole foto, a fare una mostra, e qualche ritratto. Buona fortuna in Texas, Maylis !

 

La fotografa francese espatriata Maylis attualmente vive a Houston, Texas, dove divide il suo tempo tra il suo bebè e la sua doppia professione di fotografa e agente immobiliare. L’abbiamo intervistata per scoprire come si organizza una donna espatriata in una professione free-lance. Grazie Maylis!

 

Hai lasciato la Francia quando eri molto giovane e dunque si può dire che la tua formazione professionale si è svolta in parte al di fuori della Francia. Questo ha in qualche modo influenzato la tua carriera?

Sì, sicuramente. Ho avuto la fortuna di fare i miei studi universitari in Gran Bretagna, dove il sistema è molto più aperto ed elastico che in Francia. Dopo una laurea in lingue sono riuscita ad avere un posto per fare un dottorato in storia dell’arte in una università scozzese (tra l’altro avendo seguito solo poche lezioni su questo tema mentre preparavo la mia laurea). Non avrei mai avuto questa possibilità se fossi rimasta in Francia. Grazie a questo dottorato ho ottenuto un posto in un museo in Inghilterra (sì, contrariamente alla Francia, non ci sono concorsi per ottenere questo tipo di posti).

fotografaSviluppare una carriera come fotografa è già abbastanza difficile; il fatto di cambiare paese in forma più o meno regolare ha reso ancora più complesso il tuo lavoro?

Il futuro lo dirà, perché fino ad ora ho provato seriamente una carriera di fotografa solo in Texas… Ho avuto la fortuna di incontrare la gente giusta al momento giusto, e di approfittare dell’ambiente cosmopolita di Houston, una città molto aperta all’arte e agli artisti. Sono riuscita ad esporre varie volte in diverse gallerie, e ho cominciato a fare dei ritratti. Penso che sarebbe stato molto più difficile in Europa, dove credo sia necessario avere delle raccomandazioni….

Come ti organizzi per farti conoscere quando arrivi in un nuovo paese?

Ho montato un bel sito web per mostrare il mio lavoro, giro con dei biglietti da visita e li distribuisco, e quando avremo lasciato Houston, spero poter esplorare le gallerie, al mio arrivo nella nuova destinzione, per trovare un posto dove esporre e farmi conoscere. Ci vorrà tempo, ovviamente, ma vedersi esposte è una gran bella ricompensa.

Pensi che la tua carriera sarebbe stata diversa, se non ti fossi mai spostata dalla Francia?

Sicuramente! Avevo fatto un master in lingua inglese in Francia, che non apre grandi vie a parte l’insegnamento…in questo momento probabilmente sarei una prof di liceo stressata, che si strappa i capelli! Mentre qui in Texas ho una vita tripla, di mamma, fotografa, e agente immobiliare part-time.

Com’è il mercato del lavoro a Houston? Si riesce a lavorare come free-lance o si ha bisogno di un permesso speciale?

E’ molto facile lavorare come free-lance a Houston; è quello che faccio per i miei due lavori di agente immobiliare e fotografa. Grazie a una baby-sitter che prendo qualche ora a settimana, e a un marito che non chiede di meglio che di occuparsi del bebè durante il week-end, riesco a lavorare part-time, e oltretutto nei due campi che davvero mi interessano. Per lavorare negli Stati Uniti bisogna avere un permesso di lavoro – i visti d’entrata nel paese non permettono necessariamente di averlo.

 

Intervista a cura di Claudiaexpat
Maggio 2010

 

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