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Valeria ha 9 anni e da quando ne ha tre vive negli Stati Uniti, New York prima e Palo Alto in California dall’agosto 2012.  Quando ha lasciato l’Italia, i suoi genitori, Roberta e Paolo, come tanti di noi si sono chiesti che tipo di scuola scegliere e come fare a mantenere la lingua e la cultura italiana, consci che vivendo in America per forza di cose pur parlando italiano in casa l’inglese sarebbe diventata la lingua dominante. La scelta finale è stata la Scuola d’Italia di New York, una delle poche scuole italiane all’estero, la sola negli Stati Uniti: https://www.lascuoladitalia.org/ La Scuola d’Italia Guglielmo Marconi offre un cursus scolastico che va dalla materna al Liceo, con un buon equilibrio tra il sistema scolastico americano e l’italiano e trasmettendo i valori forti delle due culture. Ho raccolto le riflessioni di Roberta conosciuta qui in Silicon Valley.

 

Il portone d'entrata della scuola italiana di New York

Il portone d’entrata della scuola italiana di New York

Se potessi esprimere un desiderio vorrei trovare una scuola italiana ovunque nel mondo. Una scuola italiana come centro di riferimento educativo e culturale. A me è capitata la fortuna di trasferirmi a New York da Milano e trovare una scuola italiana che è stata un riferimento importante per l’inizio della nostra esperienza americana.

Una scuola italiana ma bilingue, che ha consentito a mia figlia che all’epoca aveva 3 anni, di impadronirsi della lingua inglese senza traumi, pur continuando ad approfondire la nostra lingua di origine.

Una scuola cosi è un’ottima soluzione sopratutto per chi proviene dall’Italia ed ha figli già in età scolare e magari è alla prima esperienza all’estero.

Nel mio caso ho trovato una comunità accogliente che ci ha sostenuto ed aiutato nel delicato passaggio dell’inserimento.

L’esperienza della scuola italiana è stata molto utile, non solo per l’educazione di mia figlia ma anche per la possibilità per noi genitori di conoscere famiglie provenienti dall’Italia con esperienze simili alle nostre, una meravigliosa rete di sostegno che ci ha regalato un periodo divertente e sereno. Questa scuola ha rappresentato per noi un porto sicuro, quindi, importante anche per l’esposizione alla cultura e alle tradizioni italiane che mia figlia, essendo venuta via dall’Italia da piccola, diversamente non avrebbe potuto approfondire.

Comunque ci sono degli aspetti che vanno considerati a seconda del proprio caso. Innanzitutto si tratta di una scuola privata, con una retta consistente, soprattutto se paragonata alle scuole private in Italia.

Inoltre non è da trascurare il lavoro da fare a casa. L’ orario scolastico infatti è diviso in due percorsi linguistici, il che richiede un gran ritmo da parte del corpo insegnante in classe, perciò, per ovvi motivi di tempo, eventuali approfondimenti devono essere svolti a casa.

Insomma la scuola italiana che abbiamo conosciuto noi è impegnativa, con molti compiti a casa, e se tuo figlio frequenta solo le elementari, certi giorni ti chiedi cosa sia più giusto sacrificare per amore dello studio, un po’ di sport o il gioco?

La scuola italiana si è contraddistinta per l’impronta tradizionale, e questo mi è stato chiaro soprattutto adesso che ci siamo trasferiti a Palo Alto ed abbiamo scelto di iscrivere nostra figlia alla scuola elementare pubblica, anche perchè qui in California la scuola italiana non esiste.

Se posso dar seguito ai miei desideri, mi piacerebbe che la scuola italiana, oltre ad essere più diffusa, offrisse anche un corso di lingua e cultura italiana da svolgersi nel week-end, così da consentire la possibilità a chi non vuole fare un percorso tradizionale, di cimentarsi comunque con la nostra esperienza educativa.

Per concludere direi che la nostra avventura con la scuola italiana a New York è senz’altro stata per noi una buona palestra per stimolare nostra figlia e coinvolgerla in due diversi percorsi educativi e culturali. Consentendole di avere sin da piccola una visione multiculturale del mondo. E questo per me è stato importantissimo, uno degli insegnamenti più preziosi a cui potessi sperare di esporre la mia bimba. Insomma un regalo per il suo futuro, spero. La sfida adesso sta nel dare seguito all’educazione italiana senza il supporto di un istituzione scolastica.

 

Roberta racconta a Giuliettaexpat (Giulietta Cerruti Sacconey)
Los Altos, Bay Area, California
Febbraio 2013

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