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Claudiaexpat ci dà qualche consiglio su come gestire i primi momenti dell’arrivo in un nuovo paese.

L’arrivo in un nuovo paese è sempre un momento di grande emozione. Tutte le aspettative e le immagini che ruotano nella testa durante i grandi preparativi prima del viaggio, dopo poche (o molte!) ore di aereo, vengono di colpo sostituite dal tangibile: il clima, la gente, l’aereoporto di arrivo, l’odore del taxi. Quando si parte per la prima volta, o quando si parte per una destinazione culturalmente molto lontana dalla propria, l’impatto è ancora più forte.

Innanzitutto all’arrivo si valuta il clima che ci accoglie. Il fattore climatico è importantissimo, e spesso, mentre le altre prime impressioni se ne vanno, resta quella dell’impatto metereologico quando si scende dall’aereo: un caldo soffocante che vi avvolge, una penetrante umidità, pioggia, vento, sole abbagliante.

Due impressioni climatiche all’arrivo non mi abbandoneranno mai più: il caldo soffocante, la vera e propria sensazione di entrare in un forno, quando sono atterrata per la prima volta in Africa, e la sensazione di umidità che mi ha accolta al mio arrivo a Lima, un mese di settembre (notare che, dopo anni di viaggio e supposta capacità di relazionare le informazioni climatiche ricevute anticipatamente con un’adeguata preparazione nell’abbigliamento, sono scesa dalla scaletta all’aereoporto Jorge Chávez della capitale peruviana, temperatura 13° e tutto luccicante di “garua”, la pioggerellina che cade incessantemente durante l’inverno, con ai piedi un paio di ciabattine estive infradito).

Anche l’impatto con l’aereoporto può essere più o meno traumatico a seconda dei paesi in cui si arriva. Va ricordato che i referenti che si cercano da subito sono quelli più vicini alla propria cultura: un aereoporto con dei cartelloni pubblicitari, dei carrelli per trasportare le valigie, gente vestita all’occidentale, sono tutti elementi che rendono più leggero l’impatto. Un aereoporto piccolo, rumoroso, senza banchi per il check-in e popolato da persone che si comportano in modi differenti a quelli a cui si è abituate, rende da subito la misura dell’arrivo in un’altra realtà geografica e culturale. Sia come sia, è importante ricordare che sulle prime impressioni giocano vari fattori, non ultimo l’aver viaggiato per ore, magari con dei bambini piccoli a seguito.

Non dimenticate che arriverete stanche dal lungo viaggio, con un carico di emozioni che sono andate accentuandosi man mano che si avvicinava il momento della partenza, e con uno stato d’animo carico di timore o aspettativa. Per giorni e giorni prima della partenza vi siete preparate allo “strappo”, vi siete concentrate unicamente sui preparativi del viaggio, avete impacchettato, vagliato, deciso e preparato in funzione di quanto vi immaginavate di trovare a destinazione. Vi siete congedate dal vostro ambiente, dalle vostre abitudini, dai vostri affetti. Se avete figli, avete tentato di mantenere un ritmo il più regolare e rilassato possibile, evitando che la frenesia dei preparativi interferisse troppo con lo stato d’animo magari già turbato dei cuccioli in partenza. Raramente dopo questo stato di cose, si arriva fresche e pimpanti in un luogo, in modo da poter accogliere tutto con gioia e vitalità. Vi sentirere molto più probabilmente svuotate, asciutte, e desiderose di interporre una buona notte di sonno tra voi e il nuovo paese.

Se arrivate con dei bambini dovrete naturalmente preoccuparvi di accompagnarli in queste loro prime impressioni. Anche loro saranno sbalestrati e magari di cattivo umore dopo il lungo viaggio. Se atterrate in una località culturalmente molto diversa dalla vostra, e soprattutto se è la prima volta che i vostri figli partono per andare a vivere all’estero, l’impatto anche per loro sarà molto forte, e se vi resta anche solo un minimo di energia, impegnatevi a far vivere loro da subito la cosa come un’avventura tutta da scoprire… Cercate di essere positive anche se l’aereoporto puzza, è caotico, e vi tocca fare due ore di coda per arrivare all’ispettore di polizia. Soprattutto non fatevi prendere dallo sconforto se quanto vedete intorno a voi all’arrivo e durante il tragitto dall’aereoporto al vostro alloggio vi sembra terribilmente estraneo o deprimente. Una cosa che si impara con la pratica è proprio quella di “sospendere” tutti i sentimenti e le impressioni fino a nuova data. Concedetevi almeno una sana dormita prima di pentirvi di quanto avete fatto. Non tentate di mettere subito alla prova le poche nozioni linguistiche acquisite in patria. Non impressionatevi se vi sembrerà che la gente vi guardi in maniera strana.

Naturalmente poi può accadere tutto il contrario, ovvero che arriviate felici e con tutti i pori aperti alla nuova esperienza e che quelle che a molte possono sembrare bizzarrerie, a voi risultino gradite espressioni della cultura locale, e in quanto tali vi allietino. Non dimentichiamoci che la motivazione che vi ha spinto all’espatrio è l’elemento essenziale che da subito giocherà nelle vostre reazioni di fronte al nuovo paese. Sia che reagiate come descritto nel primo caso, che invece proviate un istintivo entusiasmo verso la nuova avventura, non dimenticate che la depressione o l’euforia dell’arrivo, e dei primi giorni non sono destinati a durare, quindi non dateci troppo peso, ma cercate di risparmiare le energie per quanto si apre davanti a voi.

Claudiaexpat
Lima, Perù
Giugno 2006

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