Home > Vita d'Expat > Lavoro > Sabrina, una passione trasformata in realtà

Sono passati 10 anni da questa intervista e Sabrina è ancora a Singapore…Nel frattempo oltre a qualche rughetta (questo lo dice lei…) ha anche creato la compagnie Bellepoque, è in Teatro regolarmente, insegna arts marketing alle Belle arti, si è diplomata in canto e poi yoga. Ora apprende il tai chi, ha adottato due gatti di strada e le sue figlie sono adolescenti con le sue taglie. Di recente un’amica l’ha battezzata “Sabrina l’anfetamina”. In realtà spiega che l’unica energia che ha viene dal fatto che amo quello che fa. Ed è convinta che siamo in tante ad essere così. Grazie Sabrina! 

Intervista originale

Sabrina è una donna italiana che 13 anni fa ha lasciato l’Italia e ora a Singapore ha ideato Arsmedia, la sua società di consulenza artistica e servizi educativi. 
La sua carica interiore, la sua convinzione e la sua passione nel lavoro mi hanno letteralmente contagiata e anch’io faccio parte della sua equipe e insieme lavoriamo allo scopo di creare un ponte culturale tra Europa e l’Asia.

Lenaex

Sabrina è una donna che lavora, è mamma, moglie, canta nel coro del “Singapore Lyric Opera” e si divide ogni giorno tra altri mille impegni.

Ma conosciamo Sabrina più da vicino.

Raccontaci qualcosa di te, quali sono stati i motivi per cui hai deciso di espatriare 13 anni fa?

Dopo la Laurea in Lingue, ho voluto fare un corso di perfezionamento di lingua tedesca e così sono andata in Germania. Lì è successo qualcosa che era fuori programma, mi sono innamorata pazzamente di colui che 8 anni anni fa è diventato mio marito. Non potevo tornare in Italia! Ho trovato lavoro presso il Consolato Italiano e così ho iniziato ad insegnare a bambini e ad adulti.
Nello stesso tempo ho fatto apprendistato gratuito presso il Museo locale in modo da continuare a seguire la mia passione per tutto quello che è arte in generale. Sono anche riuscita a fare delle conferenze promuovendo il patrimonio artistico italiano e inoltre facevo consulenza bibliografica per universitari in una libreria tedesca.

Insomma è chiaro che volessi rimanere in Gemania!

Si! Ma mio marito è francese e così quando lui è stato trasferito a Strasburgo, l’ho seguito di nuovo!

E lì è nato il tutto?

A Strasburgo ho avuto la certezza che la mia passione per le Arti era troppo forte, volevo e dovevo lavorare nell’ambito culturale!
Mi sono rimessa a studiare e ho effettuato il mio apprendistato nella sezione culturale dell’assessorato di Strasburgo.
Ma quando il mio lavoro stava iniziando a dare buoni frutti… ecco che arriva il trasferimento a Singapore. Ho pianto quando l’ho lasciato, ma l’istinto e la curiosità hanno preso il sopravvento, “carpe diem”! ed eccomi qui!

 

Sabrina

 

Ti sei pentita di essere venuta a vivere a Singapore e di aver lasciato Strasburgo?

No! Anche se all’inizio è stato difficile perché avevo sopravvalutato me stessa e la mia capacità di adattamento e nello stesso tempo avevo sottovalutato l’Asia. Anche se Singapore è molto occidentale, si è sempre e comunque a contatto con la forte presenza della cultura asiatica. Ricordo che appena arrivati e per circa un mese mi sono sentita soffocare, annullare. Insomma avevamo lasciato tutto, venduto casa, macchina… mi sembrava un viaggio senza ritorno! Fortunatamente ho incontrato persone che mi hanno capita e aiutata ad uscire da questo periodo così difficile.

Che cosa ti ha dato la spinta a buttarti in questa avventura?

Il fatto che volevo lavorare, volevo fare assolutamente qualcosa. Non volevo certo fare la vittima e commiserarmi. Ma volevo continuare quello che avevo inziato in Francia.

E quindi hai creato Arsmedia, la tua società…

L’idea di Arsmedia è nata per caso!
Pensavo di presentare la mia candidatura in qualche istituzione, ma qui a Singapore la paga non è molto buona e ci sono anche pochi giorni di vacanza all’anno e come sai con le mie bambine… non potevo certo riuscire a conciliare famiglia-lavoro.
Parlando con un’amica ho iniziato a pensare di mettermi in proprio, di aprire la mia piccola società dove, se da una parte ho una maggiore libertà di orari, dall’altra ci sono comunque dei rischi.

Ma comunque ti sei lanciata!

Sì! Ogni giorno è una nuova avventura, al mattino appena sveglia penso: “chissà cosa mi succederà oggi di bello!”
E poi qui a Singapore c’è così tanto da fare!

Come hai messo in piedi Arsmedia?

Qui a Singapore è abbastanza facile. In ogni caso non ho cercato aiuto nelle istituzioni, ma in mio marito, nella mia famiglia.
Arsmedia si occupa di consulenza, di gestire progetti nel settore artistico e organizzare eventi culturali.
Il lavoro è fatto al 50% in Pubbliche Relazioni, fondamentali soprattutto all’inizio per riuscire a creare un proprio network. C’è poi la parte economica e di marketing che è importante anche se meno stimolante. Naturalmente c’è tutta la parte artistica che ha un ruolo di grande rilievo.
I clienti di Arsmedia sono istituzioni governative, teatri, sponsors, artisti e il pubblico!
Personalmente sono stata fortunata e sono spesso riuscita abbastanza facilmente a trovare i giusti contatti a cui ho potuto presentare le mie idee, i miei progetti….

E così è da un anno che lavori a tempo pieno?

Sono molto impegnata, ma sono davvero molto soddisfatta del mio lavoro. E’ una sfida professionale, un investimento per il mio futuro.
Se penso alle scelte che ho intrapreso fino ad adesso, mi sembra che ci sia stato sempre un filo conduttore in tutto quello che ho fatto e la mia vita mi sembra un grande puzzle che pian piano si sta completando.

A cosa stai lavorando al momento?

Ad un concerto. Una cantante lirica singaporegna di origine cinese e una cantante jazz francese si esibiranno in aprile in una serata magica, perché, sebbene le artiste vengano da un mondo così diverso sia culturalmente che vocalmente, hanno in comune una grande passione per il canto.
Ma non voglio dirvi altro: visitate il sito internet: www.arsmedia.com.sg

Raccontaci un episodio che ti ha particolarmente colpita.

Per un progetto mi è capitato di contattare la rappresentante di un’istituzione governativa che gestisce le associazioni di quartiere.
Mi ha chiesto dapprima di poter fare una conferenza. Trattandosi di uno scambio culturale, mi ha fatto chiaramente notare che non avrei percepito alcuna paga per questo servizio. Le sorrido e le chiedo: “Anche lei come me lavora nel mondo culturale, ma lei non viene stipendiata?” La signora ha capito e ha così contattato una sorta di paga per il servizio che avrei reso.
Continuando nella conversazione e nel fatto di far venire artisti stranieri qui a Singapore per un grosso progetto, la signora mi ha detto in modo deciso, ma con un sorriso: “Naturalmente gli artisti vengono a proprie spese e non è previsto alcun onorario
Io l’ho guardata con occhi spalancati e la signora ha aggiunto: “Questa è cultura!”. A Singapore la cultura non è business.
So che questa mentalità ha una spiegazione storica, ma è davvero difficile da ingoiare ed è impossibile da proporre ad artisti europei.

Che cosa ti senti di consigliare a tante altre donne che vivono come te questa esperienza di espatrio?

Io credo fortemente nel potenziale femminile. Non è mai troppo tardi per cambiare vita, basta volerlo veramente con tutta te stessa. E’ normale avere paura quando c’è qualcosa che non conosciamo, è una cosa umana, ma è necessario riuscire a superarla e rimboccarsi le maniche, e anche qualche sacrificio è ben accetto se dà la possibilità di essere felice. Bisogna solo chiudere gli occhi e lasciarsi andare! 

Grazie Sabrina!!!

Intervista a cura di Lenaex
Singapore
Febbraio 2006

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