Anna, Mia sui forum, ci racconta come si è avvicinata al “Baby Sign” e come funziona questa nuova forma di comunicazione con i nostri cuccioli. Grazie Anna!!!
Tutto è cominciato mentre aspettavamo Emma, quando un amico ci ha raccontato che la sorella con i suoi bambini utilizzava il Baby Sign. Di cosa si tratta? In pratica l’idea è quella di insegnare ai bambini, prima che sappiano parlare, un sistema per comunicare, tramite i gesti.
Mio marito ne è stato entusiasta da subito, io invece inizialmente ero piuttosto scettica. Mi sembrava una di quelle cose molto… “Boulder”! A volte ho l’impressione che qui che si debba essere originali e alternativi ad ogni costo… Comunque, abbiamo iniziato ad interessarci all’argomento, comprato qualche libro (vedi sotto) e pian piano abbiamo scoperto che è un sistema abbastanza utilizzato non solo da queste parti (soprattutto nei paesi anglofoni, credo). Tant’è che anche Poxyexpat ne aveva gia’ parlato su Expatclic, e qui c’è il suo articolo.
Una delle motivazioni ricorrenti per l’utilizzo dell’ASL è quello di ridurre le frustrazioni, sia dei bambini che dei genitori, dovute al non capirsi (voglio l’acqua ma non mi capiscono, io non so far altro che piangere per ottenerla). Noi abbiamo pensato che potesse anche aiutarci come “ponte” tra l’italiano che parliamo in casa e l’inglese che tutti parlano appena fuori dalla porta di casa nostra. Senza dimenticare il russo della babysitter…
Alcuni dei libri in commercio utilizzano segni inventati, ma dopo qualche ricerca abbiamo preferito indirizzarci verso l’ASL (American Sign Language). Facendo lo sforzo di imparare un’altra lingua, tanto vale impararne una vera piuttosto che una inventata. Non che con il nostro scarso vocabolario possiamo pensare di intavolare davvero una conversazione, ma insomma…
Abbiamo iniziato fin da quando Emma era piccolissima, con pochi segni rilevanti per la vita di una neonata: MAMMA, PAPA’, LATTE, PANNOLINO. Più per noi, per prendere confidenza con la cosa, che perchè ci aspettassimo che lei potesse ripetere i segni così presto. Ci vorrà ancora qualche mese, ma intanto abbiamo già notato le sue reazioni: per esempio se le si segna il PANNOLINO quando è da cambiare, spesso smette di piangere (ai segni poi deve seguire l’azione di cambiare il pannolino, ovviamente!).
Anche la sua babysitter è stata coinvolta, è l’altra persona oltre a noi con cui Emma passa più tempo. Ha già usato il Baby Sign in passato, sia quando lavorava in un asilo che con il suo bambino più piccolo. Ora sono passati quasi 5 anni, quindi mi ha chiesto uno dei nostri libretti per “ripassare”, e sto preparando un cartellone con i segni che utilizziamo, in modo che li possa avere in vista quando servono. Può essere utile avere i segni che riguardano il cibo in cucina, quelli che riguardano il cambiarsi/vestirsi vicino al fasciatoio, quelli che riguardano il giocare in cameretta o dove si gioca. L’importante è scegliere pochi segni per iniziare, ma farli con costanza quando se ne presenta l’occasione.
Appena è capitata l’occasione ci siamo iscritte ad una classe di Baby Sign, che prevedeva 4 lezioni:
• primi segni (MAMMA, PAPA’, LATTE, BABY, alfabeto)
• mangiare/dormire/vestirsi
• giocare
• animali
Abbiamo cantato, giocato e imparato (alcuni) segni, oltre a conoscere qualche persona nuova, il che non fa mai male. Gli altri bambini erano almeno 2-3 mesi più grandi di Emma (che all’inizio del corso aveva appena compiuto 6 mesi), e solo uno di loro in realtà ha provato ad imitare i segni che facevamo. Se si inizia con bambini un po’ più grandini si ha una risposta molto prima.
L’insegnante stessa ci ha detto di non aspettarci che prima degli 8-9 mesi i bimbi sappiano ripetere i segni. Lei ha due bimbe di 2 e 4 anni, con cui ha segnato fin da piccolissime, e la più piccola ha iniziato verso gli 8 mesi. Anche i nostri vicini usano il Baby Sign con i loro due bimbi: il più grande ha iniziato a segnare a 15 mesi, il secondo a 9. Penso che la voglia di imitare un fratellino sia un naturale “acceleratore” nei comportamenti dei bambini!
Oltre che per “comunicazioni di servizio” (mangiare, dormire, cambiare il pannolino) è molto divertente inserire i segni mentre si canta o si legge un libro (non tutte le parole, chiaramente, a meno di non essere proprio esperti di ASL!)
Man mano che facciamo cose nuove aggiungiamo altri segni (come MANGIARE, ACQUA, ANCORA con lo svezzamento), anche se per ora le uniche reazioni che abbiamo ottenuto sono sorrisi. Tranne quando cantiamo, allora lì non sono sorrisi ma proprio grasse risate! Forse però non è tanto per via dei segni, quanto per la combinazione “mamma che canta e fa degli strani gesti”… Ma vorrei vedere voi, a cantare “Old McDonald had a farm” – che non è da molto nel mio repertorio canoro – e ricordarsi anche come si segna la CAPRA!
Qualche riferimento:
– Baby Sign for Dummies in realtà abbiamo comprato il corrispondente “Bignami”, per 1$, come primo approccio.
– Baby Signing 123 dopo un po’ ci siamo convinti che la cosa ci piacesse, e abbiamo cercato qualche altro libro da cui prendere spunti e informazioni. Questo ha tante illustrazioni, spiegazioni delle varie fasi di sviluppo dei bambini e di come/quando introdurre i vari segni, cosa aspettarsi, storie di famiglie che utilizzano il Baby Sign… Ma ce ne sono tantissimi, nelle librerie!
– Sign 2 me l’insegnante che ha tenuto il corso fa parte di questa associazione
– Basic ASL: First 100 Signs un dizionario di ALS con fotografie invece che disegni – spesso i disegni non sono altrettanto chiari. Quando ho “bisogno” di imparare una parola nuova è molto utile!
Anna
Boulder, Colorado
Marzo 2009