Home > Arte e Cultura > Musica > Intervista a Abel Páez, trombettista cubano in Perù

Questo aggiornamento sulla Musica in Espatrio mi ha fatto ragionare su quanto io sia stata fortunata ad incontrare, in ogni paese in cui ho vissuto, dei musicisti dotati di grande talento, ma soprattutto di carica umana, ai quali ho potuto avvicinarmi, dialogare, chiedere… Il Perù è stato particolarmente ricco sotto questo punto di vista, e sono felice di riproporvi questa bella intervista che avevo fatto ad Abel Páez, trombettista cubano che vive a Lima da anni. Dopo aver lasciato il Perù mi sono tenuta in contatto con Abel, e quando sono tornata in visita due anni fa, sono naturalmente andata a sentirlo suonare. Abel non suona più al Cohiba (che comunque continua a vivere con altri dotati musicisti e interessanti corsi di salsa!), ma si è spostato al Cocodrilo Verde, dove tutti i venerdì intrattiene il pubblico con uno spettacolo di musica latina, mentre il giovedì si dedica agli aficionados di jazz, con uno spettacolo (da non perdere!!!) unicamente di jazz latino.

Claudiaexpat

Chi mi conosce è al corrente della mia passione per la salsa cubana, e non si stupirà nel sapere che al mio arrivo a Lima, dopo aver trovato casa e scuola per i bambini, la mia ricerca si è orientata verso gli ambienti salseri della capitale.

Proprio vicino a casa mia c’è un club cubano, il Cohiba, dove mi ha portato un’amica a poche settimane dal mio arrivo. E’ stato lì che ho visto per la prima volta Abel Páez, trombettista cubano, artista di grande talento e leader di un gruppo di ottimi musicisti cubani.

Abel mi ha subito colpita oltre che per le sue grandi doti di musicista, anche per il carisma che emana dalla sua personalità e per il suo modo gioioso e umano di “leaderare” il suo gruppo.

Più avanti ho avuto la sopresa di scoprire che Abel è molto conosciuto anche in altri ambiti musicali: nella scena jazzistica limegna, ad esempio, e addirittura, recentemente, l’ho visto suonare nella Filarmonica Peruviana durante il concerto di una famosa soprano canadese. E’ stato forse il vederlo in un concerto di lirica a portare la mia curiosità ai massimi livelli e a farmi trovare il coraggio di avvicinarlo per conoscerlo al di fuori del palcoscenico, e potervelo presentare.

Abel si è dimostrato da subito molto disponibile e mi ha concesso una lunga chiacchierata durante la quale ho avuto il piacere di conoscere un musicista a tutto tondo ma anche una persona aperta, umana e pronta a condividere in maniera spontanea e profonda la sua esperienza di artista lontano dal suo paese.

Abel nasce a Pinal del Rio 38 anni fa, da una grande famiglia di musicisti. Comincia a studiare la tromba all’età di dieci anni, e nel 1994 si trova all’Habana, perfezionando la sua formazione musicale all’ENM (Escuela Nacional de Musica).

E’ in quel momento che Miguel Hart Bedoya, un affermato direttore d’orchestra peruviano, decide di fondare in Perù una nuova Filarmonica composta da musicisti autoctoni, ma con il rinforzo di alcuni fiati e violinisti dall’estero. Una delegazione si reca a Cuba alla ricerca di talenti e Abel viene selezionato, insieme a un gruppo di amici musicisti, ed invitato a venire in Perù per entrare a far parte della nuova Filarmonica.

Sono venuto in Perù per restarci due mesi, e sono qui da dodici anni, ormai” racconta Abel. “Per me e per il mio gruppo di amici venir via da Cuba è stata una grande opportunità. Siamo partiti con l’impressione di andare verso il futuro“.

Abel con la sua sonora

Abel con la sua sonora

A due anni dal suo arrivo Abel fa venire a Lima i genitori, e con il padre comincia la avventura della Sonora, il suo gruppo di musica popolare cubana che continua ad avere tutt’ora un grande successo.

Fu con mio padre che decidemmo di mettere in piedi un gruppo di musica tradizionale cubana. Lui è cantante e musicista, appartiene a quella vecchia generazione di musicisti cubani che si è fatta da sé. La cosa più buffa è che abbiamo cominciato a suonare una musica che a Cuba in quel momento non si ascoltava per niente. Abbiamo rispolverato temi di Orlando Contrera e vecchi boleri dimenticati, tutto era molto divertente, durante le prove ci sembrava quasi assurdo, ci stavamo facendo conoscere qui in Perù con una musica che a Cuba era dimenticata, sepolta….. questo quantomeno fino a quando Buena Vista Social Club non l’ha riportata alla ribalta”.

La Sonora suona per quasi quattro anni all’Ekeko, un locale molto noto a Barranco, quartiere bohemio di Lima, e di cui Abel prende per un certo periodo anche l’amministrazione.

Nel frattempo i genitori decidono di tornare a Cuba, per le persone anziane la lontananza dal paese si fa sentire sempre in maniera più acuta. A quel punto però la Sonora è consolidata, e continua la sua attività con l’apporto di altri musicisti cubani, alternando serate all’Ekeko con altri locali limegni, e continuando a crescere in popolarità.

Dopo una pausa di riposo, la Sonora riprende a suonare questa volta al Cohiba, il club cubano di cui dicevo sopra, garantendo per tre anni di fila (e speriamo molti a venire!) il pieno al locale tutti i venerdì e i sabato sera.

Ma Abel è un musicista eclettico e fantasioso, e non si ferma alla musica latina. Con Laureano Rigol, il batterista che è venuto in Perù con lui nel ’94, suona jazz, e continua il suo impegno con la Filarmonica, che nel frattempo viene presa in gestione dall’Università di Lima. Occasionalmente suona in un gruppo di rock.

Come faccia a passare con tale disinvoltura da uno stile all’altro rimane per me un motivo d’ammirazione profonda. “La rigorosa preparazione che ti impone la musica classica dà grandi possibilità di spaziare. La classica è la base per tutta la musica, serve per tutto perchè ti insegna ad essere preciso in ogni fase musicale. Formandosi con questo rigore, improvvisare diventa molto semplice. A Cuba poi il percorso di studio per una carriera musicale è molto lungo e duro: per la carriera breve (che include gli strumenti a vento, sia in metallo che legno, e le percussioni), si comincia a studiare a dieci anni di età nella propria provincia, per quattro anni. Si passa poi al livello medio all’ENM a La Havana, e da lì si prosegue per altri 5 anni di studio e lavoro. In tutto quindi sono 13 o 14 anni di studio musicale rigoroso. Con questa preparazione suonare musica popolare non è per niente complesso. Il jazz è un po’ più complicato, ma naturalmente poi gioca anche quello che uno vuole esprimere, la propria motivazione e il talento personale“.

Le cose da esprimere a chi fa delle esperienze come quella di Abel e i suoi musicisti non mancano certo. Lasciare Cuba e costruirsi da zero in un paese straniero non è stato tutto rose e fiori. Per un lungo periodo Abel ha vissuto con sette amici, tutti uomini, in un appartamento. Ne parla come di una prova molto dura.

Ci sono stati momenti di scoraggiamento, in cui più di un membro del gruppo era tentato di fare la valigia e tornare a casa. “Vivere all’estero è molto difficile soprattutto quando ci si trova a dover risolvere dei problemi seri e non si hanno appigli affettivi e culturali a cui aggrapparsi” dice Abel. “Ci sono poi le persone che ti discriminano perchè sei cubano, quelli che non tengono fede ai loro impegni… Le differenze culturali giocano molto, i cubani hanno una forma tutta loro di convivere, di aiutarsi, di condividere molti aspetti della vita comune. Sarà perchè la vita a Cuba è così difficile, di fatto il popolo cubano si aiuta sempre, non è mai indifferente, divide tutto quello che ha. E’ un tratto molto specifico della nostra cultura, che non si ritrova necessariamente in altri popoli”.

Abel é comunque contento in Perù. Lo considera un paese libero, dove ci si può sviluppare professionalmente. Si è sposato, ha una figlia di tre anni, Lucia Marcela, che adora. “E’ vero” dice di fronte alle mie perplessità “anche in Perù non ci sono fondi né particolare interesse per l’arte e la cultura. Non ci sono case discografiche, nessuno interessato ad investire troppo nell’industria musicale. Ma vivere di musica non è impossibile. Io lo sto facendo da dodici anni e vivo più che dignitosamente. Bisogna naturalmente lavorare duro, avere idee, costanza. Ma si può fare.”.

La cosa più dura è vivere lontano dai propri genitori, soprattutto adesso che lui stesso ha una figlia. Far venire la famiglia da Cuba è difficile, il costo è elevatissimo. Anche andare là non è una bazzeccola: “Dato che veniamo dal Perù dobbiamo portare regali a tutta la famiglia, oltre naturalmente pagare il viaggio e tutto il resto. Arrivare è bellissimo, e stare con la famiglia ancora di più. Ma spesso passo tutto l’anno a rompermi la testa su come mettere insieme la somma necessaria per andare a trovarli….”. Dopo essere stato nove anni di fila senza tornare sull’isola, Abel adesso tenta di andarci almeno una volta all’anno, soprattutto ora che i genitori sono più anziani.

E’ molto bello ascoltarlo parlare della sua famiglia, della sua casa. Racconta di suo nonno, che suonava il basso con le sue mani enormi, mani che usava per insegnare ai nipoti il ritmo musicale, sfregandole una contro l’altra. Questo nonno che quando Abel aveva 7 anni obbligò lui e il cugino ad andare a suonare il “Güiro” (strumento a percussione) ad una festa, perchè gli mancavano dei musicisti, e che nel momento in cui iniziavano le musiche dovette andare a svegliarli nel camion, dove dormivano sonoramente dopo aver mangiato copiosamente durante la festa…

Racconta di suo padre, che suonava il violino e cantava nel suo gruppo a Cuba, “Los Hermanos Paez”, di questa eccezionale generazione di musicisti di cui nessuno parla.

Il suo sogno è quello di poter un giorno valorizzare in qualche modo questo patrimonio musicale, artistico e umano. Patrimonio che Abel continua ad esprimere con passione, sensibilità ed intelligenza negli scenari musicali limegni.

Intervista raccolta e tradotta dallo spagnolo da Claudiaexpat
Lima, Perù
Ottobre 2006
Foto ©AbélPaez

 

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