Home > Vita d'Expat > Trasferirsi > L’arrivo nel nostro nuovo paese d’accoglienza

Silviaexpat mette a frutto la sua annale esperienza in espatrio, con molteplici arrivi, trasferimenti, cambi paese etc, per aiutarvi a districarvi durante i primi giorni nel vostro nuovo paese d’accoglienza.

Eccoci arrivate. Alla fine ci siamo, dopo un viaggio più o meno lungo ci ritroviamo in un aeroporto nuovo, alle prese con ritiro bagagli, bambini stanchi e acciaccati dal volo, mariti in vena di leadership e comando (che conviene mandare subito all’Ufficio Visa & Immigration per levarceli di torno…) e tutti alle prese con la stessa preoccupazione: siamo arrivati nel nostro nuovo e sconosciuto paese d’accoglienza e non sappiamo ancora come andrà. Come andrà…??!!

E’ evidente (o per lo meno, lo supponiamo) che un minimo di preparazione al nuovo paese d’accoglienza sia già stata organizzata prima della partenza e che nel farlo abbiate letto questa scheda: Preparate il vostro traferimento.  Purtroppo però è anche vero che proprio nei mesi che precedono la partenza si è talmente presi e fagocitati dalla preparazione della Partenza stessa, dall’addio a luoghi e persone care  che, inevitabilmente poi, l’Arrivo, e cioè l’inizio vero e proprio della nostra nuova avventura in espatrio, nei suoi aspetti sia pratici che psicologici viene in qualche modo sottovalutato.

Dal punto di vista psicologico accade che spesso, anche quando si è delle veterane dell’espatrio, una volta arrivate alla nostra nuova destinazione ci si senta invase da sensazioni contraddittorie e complesse che non ci lasciano capire bene cosa proviamo rispetto al nuovo espatrio. E che ci vorrebbero far scappare via, tornare a qualcosa di conosciuto, di nostro, lì dove lo abbiamo lasciato, casa, famiglia, amicizie. Ci muoviamo spaesate tra stanze vuote, o bauli ancora da sistemare, bambini da intrattenere, mariti/compagni da incoraggiare, una stanchezza che aumenta col passare dei giorni proprio quando invece si ha bisogno di tutta la nostra forza e lucidità per cercare casa, avviare le pratiche con la dogana per il ritiro del container, contattare la scuola, cercare una macchina, fare la spesa, cucinare su un fornelletto da campo, far addormentare il pupo, restare calme…

E dunque il nostro primo consiglio è questo: riposatevi, dormite il più possibile, imparate a rilassarvi anche fra le stanze vuote di un appartamento da sistemare, con un libro in mano e un lettore dvd portatile che dia qualche ora di autonomia a voi e ai vostri bambini. Perchè ragazze, la stanchezza non aiuta a tenere alto il morale, figuriamoci in una situazione del genere. Guardate dentro di voi, solo voi sapete esattamente cosa, quanto e come vi conviene occuparvi delle cose da fare in giornata. Ponetevi delle scadenze, ma anche dei limiti. E soprattutto cercate dentro di voi quella cosa, quella piccola azione quotidiana che possa aiutarvi a tenere su il morale, a darvi la forza di uscire di casa anche quando tutto è nuovo e non capite un’acca della nuova lingua e cultura che vi circonda. Per quanto mi riguarda la connessione internet è una delle primissime cose di cui mi occupo appena arrivata: collegarmi di nuovo col mondo mi dà l’ossigeno di cui ho bisogno per non sentirmi isolata e lontana.

Ricordate anche che questa fase di spaesamento è inevitabile, che capita più o meno a tutte, che finirà nel giro di qualche mese e soprattutto che volendo la si può contenere: perchè ostinarsi a cucinare su un fornelletto da campo quando in fondo per qualche sera si può andare al ristorante o arrangiarsi con pane e companatico? I bambini sono irritabili, stanchi, insoddisfatti? Bene, proprio come voi, e allora lasciate le briglia un po’ più sciolte, per qualche giorno non sarà una tragedia e aiuterà loro a trovare lo spazio mentale per accogliere tutta la novità del trasloco e del trasferimento; fa caldo/freddo e siete stanche di camminare tra fanghi e pozzanghere? Trovate un taxi che si occupi di voi per tutto il tempo di cui avrete bisogno. Questo vi farà scoprire la città e anche piccoli momenti di pausa tra una corsa e l’altra, magari alla scoperta di librerie e gelaterie dove portare la famiglia per un momento di relax a fine giornata.

Certo, le giornate di malumore, i momenti di sconforto, di dubbio e talvolta anche di frustrazione e di rabbia saranno ancora presenti. Succede anche a volte che un paese proprio non ci vada giù, che non si entri in sintonia con la sua cultura, o la sua geografia, lingua, clima. In generale però basta trovare il proprio spazio, ricreare la propria casa, i propri ritmi, per cominciare a sentirsi se non a casa, almeno integrate nella nuova realtà. Nel giro di qualche mese si avranno dei numeri di telefono di persone da contattare, da visitare, con cui condividere una gita, o una cena al ristorante. I bambini avranno le loro amicizie scolastiche, voi avrete una visione d’insieme più dettagliata del paese, delle possibilità che questo vi offre. Guardate a questo, lanciatevi nella costruzione della vostra nuova vita con entusiasmo, siate ottimiste!

Per quanto riguarda invece l’aspetto più pratico del trasferimento e dell’arrivo nel nuovo paese d’accoglienza, qui di seguito vi proponiamo una lista di cose fare, cercare, scoprire, controllare e verificare  per aiutarvi ad organizzarne la gestione pratica e soprattutto le mosse dei primissimi giorni. Ripeto, ognuna di voi avrà il suo proprio modo di ritrovare energie e sentimenti positivi. Per quanto ci riguarda noi vi offriamo una serie di consigli pratici per organizzarvi al meglio ed economizzare le vostre energie e con la speranza che vi aiutino ad avviare nel modo più dolce possibile la vostra nuova permanenza all’estero…

Buon Inizio!

All’aereoporto d’arrivo: visti, ritiro bagagli, taxi
Albergo o Appartamento?

Macchina, taxi o trasporto pubblico?

Come passare la prima settimana

Occasioni di lavoro per il partner

L’arrivo in un nuovo paese con i bambini

All’aereoporto d’arrivo: visti, ritiro bagagli, taxi
Prima di partire munitevi di dollari (per Africa e Asia, ma anche America Latina), o di euro (in caso partiate per l’Europa sud-orientale e la CSI): vi saranno molto utili per far fronte alle spese di routine tipo visti, taxi ed altre inaspettate.

Per entrare in molti paesi extra Europei i cittadini dell’Unione Europea hanno bisogno di un visto e, nella maggior parte dei paesi africani, di un libretto che provi l’avvenuta vaccinazione contro la Febbre Gialla. Per quanto riguarda il visto, questo:

1- può essere richiesto in Italia prima di partire, ma difficilmente sarà un visto di lunga durata e dovrete comunque avviare le pratiche per ottenere un visto di lunga durata una volta in loco;

2- può essere rilasciato un visto turistico, gratuitamente, per un periodo che raramente supera i tre mesi;

3- in alcuni paesi può anche essere acquistato all’aeroporto di arrivo e sarà valido una trentina di giorni, il tempo necessario per ottenere un visto di residenza nel nuovo paese di accoglienza. In questo caso munitevi della somma necessaria per l’acquisto di ciascun visto nella valuta indicata (spesso vengono accettati sia Euro che Dollaro Statunitense, informatevi su Internet) in modo da dover evitare la fila davanti all’ufficio di cambio.

Quale che sia la vostra scelta, vi consigliamo di munire di passaporto – e dunque di visto – anche i vostri figli più piccoli, che avrebbero così un documento di identità con tutti i visti necessari e potrebbero lasciare il paese in caso di necessità anche senza di voi – col padre o un’altra persona adulta. Nel caso non sia possibile farsi rilasciare in tempo un passaporto per ogni figlio che viaggi con voi – e che viaggiaste dunque con i bambini ancora iscritti nel vostro documento – vi consigliamo di specificare all’ufficio visti (all’aereoporto o altrove) che si ha bisogno di tanti visti (e quindi etichette adesive e/o timbri) quanti siano i minori eventualmente iscritti nel vostro passaporto. Nel 2001 all’aereoporto di Yerevan sono stata fermata al controllo passaporti perchè mia figlia di appena un anno non aveva un passaporto personale, sul mio risultavano solo i miei visti e lei, che non risultava dunque in entrata, figuriamoci se la lasciavano in uscita! Tanto più che all’epoca non era neanche obbligatoria la foto dei neonati sul libretto… c’è voluta tutta la bravura diplomatica del padre, russo madre lingua, per convincere i funzionari della dogana che la pupetta era sua figlia!

Ad ogni modo è bene segnalare anche che in alcuni paesi (come ad esempio il Perù) se, il figlio è minore, anche se munito di visto e passaporto non può viaggiare con un solo genitore a meno che ci sia un’autorizzazione notarile. Bene informarsi  in tempo dunque…

Ritiro bagagli Il ritiro bagagli sarà più o meno veloce a seconda del vostro scalo di arrivo. In alcuni paesi asiatici (Pakistan, India) subito dopo il ritiro bagagli, mentre vi avvicinate all’uscita, qualcuno (non sempre in uniforme) vi si avvicinerà per controllare le etichette affisse sul vostro biglietto aereo e sulle rispettive valigie. Non vi allarmate, serve solo a verificare che il bagaglio sia effettivamente il vostro. Non buttate mai dunque nè il biglietto aereo nè le targhette adesive, sempre meglio aspettare 24 ore e verificare che sia tutto in ordine, che le valigie non siano state danneggiate etc, prima di disfarsene.

Se arrivate in uno dei tanti aeroporti all’interno della UE cercate di avere con voi qualche moneta da 1 o 2 Euro. Sembra facile ma a volte, arrivando da un altro continente, non è scontato nè avere le monete in tasca, nè trovare una macchinetta che distribuisca per l’appunto le preziose monete, che sono invece fondamentali (per esempio a Berlino) se volete utilizzare il carrello al ritiro bagagli.

In Asia e in Africa invece, i carrelli sono generalmente liberi e in moltissimi aeroporti, una volta usciti, sarete travolti dal caldo e da decine di uomini giovani e anziani, chi in uniforme e chi no, chi con carrello e chi no, pronti ad offrirvi i propri servizi per trasportare il bagaglio fino al taxi più vicino per una modica cifra. Se non siete nuovi alla cosa, se avete già pronta in tasca la moneta locale e sapete già quanto vi costerà, e se riuscite comunque a mantenere sotto gli occhi, anche nel caos e caldo tropicale, sia la vostra famiglia che la vostra montagna di valigie, allora accettate pure l’aiuto offerto e non allarmatevi: la calca, si sa, è di casa nei paesi meno sviluppati e più coloriti.

Date comunque un’occhiata alla nostra Scheda Aeroporti, magari troverete il vostro prossimo aeroporto di destinazione. Se non lo trovate, cercate su Internet la pagina web dell’aeroporto che vi interessa, sono generalmente pagine  piene di informazioni che possono sempre tornarvi utili.

Sim Card – Se l’arrivo nel  vostro nuovo paese d’accoglienza vi intimorisce perchè il francese proprio non lo capite, perchè l’India vi sembra un film di fantascienza o perchè voi proprio in Africa non ci volevate andare, vi consigliamo come prima cosa di cercare all’interno stesso dell’aeroporto (o nei negozietti aggruppati nelle sue immediate vicinanze) eventuali  punti vendita di telefonia cellulare dove poter acquistare una sim card (e relativa prepaid card) da inserireimmediatamente nel vostro cellulare. Questo vi darà la sensazione di non essere del tutto isolati e vi consentirà una certa autonomia oltre che la possibilità di un contatto immediato – in caso di necessità – con l’Ambasciata d’Italia (ovviamente solo negli orari d’ufficio), la compagnia/ditta/organizzazione che sponsorizza il vostro espatrio e/o altri eventuali contatti in loco. Premunitevi dunque, prima di partire, di portare con voi tutti i numeri di telefono di cui potreste avere bisogno nei primissimi giorni del vostro arrivo. Non abbiate timore di chiedere ai vostri futuri colleghi i loro numeri, nè eventuali altri numeri di telefono che potrebbero rivelarsi importanti per voi (autonoleggio e taxi fondamentali!). Ricordate che voi siete ancora gli inizi, mentre gli altri vi sono già passati.

Taxi – Se prima di partire saprete già che non ci sarà nessuno a prendervi all’aeroporto, e se non siete riusciti ad organizzare un rent-a- car per il vostro arrivo,  cercate di scoprire – tramite contatti in loco o sui siti degli aeroporti – come sono i trasporti verso la città e le tariffe dei taxi.

Non dimenticate che in alcuni paesi prendere un taxi non ufficiale può comportare dei rischi, ad esempio che la tariffa applicata sia eccessivamente alta, o, in casi estremi, che i passeggeri, una volta usciti dall’area aeroporto, vengano spogliati dei loro bagagli e lasciati sul ciglio della strada a godersi il battesimo nel nuovo paese! Se possibile cercate dunque di arrivare con le idee già chiare in proposito, e usate il vostro buon senso. Avvicinate un taxi che vi pare abbia un aspetto da taxi;, date un indirizzo che avrete controllato prima, di modo da poter dare indicazioni precise all’autista (il nome del quartiere, eventuale nome di hotel o centro commerciale nelle vicinanze, etc.) e mettetevi (se possibile) d’accordo sul prezzo della corsa: se la cifra vi pare spropositata, rivolgetevi ad altri taxi: di solito la tendenza a raggirare lo straniero svanisce nel giro di pochi negoziati decisi con altri autisti. La cifra pattuita sarà sempre un pochino più esosa di quella che in futuro scoprirete essere normale ma ricordate che questo è solo l’inizio e che non avete ancora idea di come funzioni la vita in questo strano nuovo paese quindi, animo!

Un consiglio: durante negoziati e patteggi con gli autisti, non lasciate mai i bagagli nelle mani di portantini o ragazzi che vi abbiano portato carrelli o altro: in molti paesi poveri spesso le valigie e altri colli spariscono proprio nei momenti di caos. Fate sempre in modo di avere le valigie sott’occhio o nel caso lasciate il coniuge e i figli più grandi a ‘guardia’ del bottino.

Albergo o Appartamento?
Nel caso la ditta (compagnia, organizzazione, università etc.) che sponsorizza il vostro espatrio vi abbia sistemato in albergo per le prime settimane, ambientarsi nel vostro nuovo paese di accoglienza vi risulterà relativamente più facile: sebbene confinati in uno spazio limitato, sarete comunque libere da preoccupazioni di tipo logistico e e avrete più tempo per passeggiare e scoprire il posto. Se passeggiare non fosse indicato, potrete sempre, magari con l’aiuto dell’hotel, trovare un autista disposto ad accompagnarvi in giro per una somma pattuita prima. Potreste ad esempio farvi mostrare dove si trova l’Ambasciata d’Italia (e farci un salto per verificare gli orari dell’Ufficio consolare e – se del caso – avviare le pratiche AIRE; l’eventuale scuola dei bambini; la sede di lavoro del partner; le zone commerciali o d’importanza storica, turistica, culturale etc.   e  ricavarne itinerari, informazioni e tutto quanto possa tornarvi utile in seguito quando vi sarete sistemati e ambientati.

Per chi invece si ritrovasse ad occupare un appartamento o villetta (privato/a o in compound) attribuito dallo sponsor, le cose potrebbero risultare un pochino più complesse se per esempio la nuova residenza fosse non ammobiliata, priva di piatti e posate o di utensili da cucina. O priva di lampadine. O piena di formiche. Cercate di sapere, ancor prima di partire, il più possibile sullo stato della vostra nuova casa. E per ogni evenienza premunitevi di portare con voi almeno un paio di adattatori elettrici (https://it.wikipedia.org/wiki/Standard_elettrici_nel_mondo), una decina di candele e fiammiferi, una torcia piccola, uno spray contro formiche, zanzare ed altri insetti. Sembra una sciocchezza ma queste cose non pesano molto, potrete infilarle nel bagaglio grande che lascerete al check in e potranno aiutarvi in caso di black out improvviso  o di compagnia animale non prevista… (eventi non del tutto inabituali in Africa o in Asia…)

Anche in questo caso, come suggerito a chi stesse in albergo per un primo periodo, vi consigliamo, ove possibile, di girare a piedi in lungo e in largo per il vostro quartiere: è così, perdendoci tra viuzze e vialoni che riusciamo finalmente a raccapezzarci, a fare nostra la topografia dei luoghi e a trovare punti di riferimento che diventeranno poi punti saldi della nostra vita quotidiana nella nuova città.

Se siete alloggiati in albergo e dovete trovare da voi una casa/appartamento da affittare, eccovi una lista di caratteristiche da tenere in conto, di consigli e di cose da verificare nella scelta. Generalmente, in molte città in Africa, in Asia e in America Latina, la comunità expat vive  in zone residenziali ben precise, al di fuori delle quali spesso non è neanche pensabile cercare casa. In questo caso, non avrete molta scelta rispetto al quartiere, ma le indicazioni e i consigli qui riportati restano validi per quanto riguarda la casa/appartamento che attirerà la vostra attenzione:

1) cercate di scoprire il più possibile sul quartiere in cui si trova l’alloggio prima di visitarlo: potreste innamorarvi di una casa che però, scoprirete dopo, si trova in un luogo pericoloso, o rumoroso, o di difficile accesso, etc.
2) osservate attentamente la via in cui si trova l’alloggio: è di passaggio? Rumorosa? Ci sono costruzioni o lavori in corso? Fermate di mezzi pubblici? Negozi?
3) Quanto dista l’alloggio dall’accesso ai mezzi pubblici, dalla scuola dei figli, dal posto di lavoro o da negozi, supermercati?
4) Nel caso di una casa/villetta singola, osservate le condizioni di sicurezza: è sufficientemente protetta? Quali sono i punti di accesso?
5) Controllate e verificate gli eventuali sistemi di climatizzazione e riscaldamento, come anche i generatori di corrente, chi è responsabile della loro manutenzione, numeri di telefono in caso di avaria etc etc. Ricordate che nella maggior parte del pianeta queste macchine sono fondamentali se non si vuole soffocare, gelare o passare intere giornate e serate al buio e senza l’uso di diversi importanti elettrodomestici come la cucina, il frigo o la tv…
6) Nel caso di un appartamento, cercate di scoprire quante più caratteristiche potete sul condominio: chi è responsabile di eventuali avarie, chi dei sistemi elettrici, chi della caldaia etc; eventuali servizi di portineria; se esistono garage, raccolta differenziata, antenna parabolica per il digitale, eventuale accesso internet, etc
7) Se prevedete di acquistare/guidare un auto, controllate tutto quanto riguarda il parcheggio: se in un condominio, verificate se ci sono box auto o se la macchina va parcheggiata in strada, e se in una casa, quanto è grande il posto auto (se c’è) e se il cancello d’accesso è automatico o manuale (in alcuni paesi rientrare tardi la sera e dover scendere ad aprire un cancello manuale può rappresentare un potenziale rischio).
8) Se in condominio vi sono spazi comuni tipo piscina, campetto da tennis, BBQ etc., informatevi sulle eventuali regole per l’uso delle stesse. Soprattutto se le vostre camere da letto, o peggio ancora, quella dei bambini, dovessero affacciarsi su tali spazi ed eventuali… festicciole nottambule!

Macchina, taxi o trasporto pubblico?
Decidere di guidare nel nuovo paese di accoglienza è una decisione che dipende dal vostro grado di sicurezza al volante. Ci sono quelle che (come la sottoscritta!) si buttano per le strade a destra o a sinistra, non importa, con lo stesso entusiasmo e incoscienza di quando si buttavano coi pattini tra i viali del parco dietro casa… Altre più timorose, soprattutto quando è prevista la guida a sinistra, che preferiscono aspettare qualche mese prima di lanciarsi nel traffico. Ed altre invece che per motivi diversi rinunciano al volante e preferiscono, quando possibile, sia servirsi dei mezzi pubblici, che di taxi o di autista privato.

Diciamo che più in generale la decisione dipende da una serie di fattori quali la reperibilità di un auto in loco (se vi arriva la vostra dal paese precedente o  se dovete comprarla, nuova o di seconda mano), dalla rete dei trasporti pubblici locali (affidabile o meno, ben estesa o limitata), dal livello del traffico e dalla condotta alla guida degli abitanti del luogo, dal costo delle tariffe dei taxi, etc. Prima della partenza informatevi sulla validità della vostra patente di guida nel paese in cui vi trasferirete e della necessità o meno di farvi rilasciare una patente internazionale. In alcuni paesi basta tenere la propria patente, ma è necessario registrarla presso gli uffici municipali; in altri il ministero delle infrastrutture rilascia una nuova patente dopo aver effettuato la registrazione di quella che già si ha, un esame della vista ed il pagamento di una tassa. In altri ancora risulta più semplice guidare con la patente internazionale (qui trovate informazioni utili sulla patente internazionale).

Ad ogni modo, se all’inizio non avete la vostra vettura e non conoscete la città, la cosa migliore da fare sarà – come consigliato più sopra – mettersi d’accordo con un tassista o con un’agenzia di auto noleggio (con o senza autista) affinchè possiate cominciare ad esplorare la città. Questo vi farà sentire attive e partecipi alla nuova vita in espatrio, darà una certa struttura alle vostre giornate e impedirà che restiate bloccate in casa con il senso di vuoto e solitudine che a volte insorge nei momenti di bassa – soprattutto quando il marito è già  al lavoro e i bambini a scuola.

Se possibile, se vivete cioè in un paese e città dove i trasporti pubblici sono accessibili, sicuri e non avete paura di perdervi, lo ripetiamo: lanciatevi. E se possibile… perdetevi! Portate magari con voi una mappa della città e l’indirizzo (scritto anche nella lingua locale, per es. giapponese, cinese etc) di casa o dell’albergo, non si sa mai…

… e la bicicletta? Chi si trasferisce in Germania, Svizzera, Olanda e simili fa bene a comprarsi una bella bicicletta e pedalare. La bici infatti non inquina, fa bene al corpo e alla mente, può trasportare fino a 3 bambini nel trailer e due nei seggiolini appositi e permette di godersi bei panorami e inaspettati scorci cittadini oltre che piacevolissime gite. Certo, quando piove e fa freddo uscire in bici attira un po’ meno, ma in realtà basta organizzarsi dando un’occhiata ai ciclisti locali e ai negozi locali  specializzati nel mondo delle due ruote…

Può risultare invece molto difficile pedalare nel caos di Manila o nel traffico di Buenos Aires per non parlare di Mumbay o di altre città che presentano tassi di inquinamento atmosferico da record. Certo, a Pechino i cinesi vanno in bici, ma noi… dobbiamo proprio?

Infine dimenticate la bici se andate a vivere a Nairobi, Karachi o altre amene località del globo ove il livello di sicurezza personale non sia del tutto garantito, e dove è inconcepibile passeggiare, figuriamoci pedalare.

Come passare la prima settimana
– Se non lo avete già fatto, acquistate una carta sim per il vostro telefono cellulare, in generale non costano molto e sono ricaricabili con le scratch card. Come dicevamo sopra, nelle primissime settimane è importante poter raggiungere telefonicamente il partner al lavoro, l’Ambasciata o il Consolato, la scuola dei figli, un servizio di taxi, un eventuale servizio di portineria e quant’altro si possa ritenere necessario (un medico indicato da persone della zona, un servizio di emergenza o di Pronto Soccorso, un veterinario). Informatevi se  possibile già all’aeroporto.

– Localizzate il primo supermercato o negozio di generi alimentari e drogheria e fate la spesa di tutto quanto potrà servirvi nei primissimi giorni (detersivi, spray contro insetti vari, saponette, carta igienica, tovaglioli, acqua da bere, lampadine, candele; sale, zucchero, olio, burro, farina; prodotti per animali domestici se ne avete uno…). Questa prima spesa vi aiuterà a capire cosa si trova e cosa non si trova, il costo medio di prodotti di uso quotidiano (alimentari come carne e formaggi, ma anche articoli da bagno, detersivi, pampers…) e in generale la qualità dei prodotti. E vi farà conoscere il quartiere o la zona commerciale più vicina dove spesso – oltre ai negozi di generi alimentari – troverete anche una farmacia, una panetteria, etc

– Se viaggiate con bambini, scoprire una gelateria, una pasticceria o anche solo il forno che produce pane, biscotti e croissant può essere molto utile! Chiedete in giro.

– Informatevi nel quartiere, se non nel palazzo o nel compound in cui abitate, dei servizi Internet accessibili nella vostra zona. Cercate di recuperare i nomi e i numeri di telefono delle varie compagnie che erogano servizi di telefonia e connessione internet e chiedete se possibile un periodo di prova prima di firmare un contratto.

– Stessa cosa per i servizi di tv satellitare. In molti paesi extraeuropei non bastano l’antenna satellitare e il decoder ma è necessario abbonarsi ad un servizio erogatore. Un po’ come Sky in Italia. In Africa uno dei maggiori provider di pacchetti televisivi (canali di Sport e Entertainement; canali per bambini e ragazzi; etc) è il sudafricano DSTV: cercate di informarvi direttamente presso una delle sedi distaccate se presenti nella vostra città.

– Vivere in paesi extraeuropei, culturalmente molto diversi dal nostro, paradossalmente facilita l’incontro con altre persone / famiglie di espatriati che magari come noi si trovano un po’ isolate e sperdute. Ma come trovare punti di aggregazione della comunità di espatriati che risiedono nella vostra stessa città (e spesso zona residenziale)? Chiedete a scuola o al lavoro, cercate su Internet eventuali associazioni di donne expat nel paese in cui vi trovate. Cercate informazioni su corsi di lingua locale per stranieri, matinée, incontri multiculturali o altro: spesso il modo migliore per fare conoscenza con altri espatriati è partecipare a incontri del gruppo Latino (organizzazioni di espatriati provenienti dai paesi ispanici ma non solo), o del gruppo Francophone (di lingua francese dunque); o ad eventuali corsi di yoga, Pilates, aerobica; cucina etnica, pittura o magari visite guidate della città organizzate da altri espatriati. Spessissimo annunci di tali eventi possono trovarsi presso negozi che offrono beni di consumo per la clientela internazionale, o in eventuali ristoranti (e pizzerie italiane) frequentate da expat. Infine, non fatevi prendere dall’imbarazzo e se incrociate una persona che vi ispira fiducia e simpatia (e che date per certo sia straniera come voi) fermatela/lo e chiedete informazioni, troppa timidezza non aiuta, mentre un po’ di ‘sfacciataggine’ a buon scopo può  rendere meno solitaria e più ricca di incontri e di cose la nostra vita in espatrio .

– Una buona conoscenza dell’inglese (o francese o spagnolo, a seconda di dove siate) aiuta, sia nella vita di tutti i giorni, che nell’ambientarsi con le persone che incontrerete, locali o expat. Se non vi sentite a vostro agio con una di queste lingue, cercate un corso che faccia per voi. Potete anche proporre uno scambio con l’italiano, sono molti gli espatriati che adorano la nostra lingua e che si lanciano nel suo studio nel tempo libero. Provare per credere…

– Se invece arrivate in un paese con una lingua a voi totalmente sconosciuta, o addirittura con un alfabeto diverso da quello latino, cercate di imparare le parole chiave importanti per la comunicazione quotidiana: i saluti, grazie e prego, destra e sinistra, etc. Fatevi un piccolissimo elenco di luoghi chiave (ad esempio: panetteria, supermercato, fermata del bus, etc) e chiedete a qualcuno del luogo di scriverlo per voi nella lingua locale).

– Andate all’Ambasciata d’Italia e registratevi. Chiedete informazioni sul cambio residenza AIRE o, se si tratta della vostra prima iscrizione, informatevi sulla documentazione necessaria. Non abbiate remore a chiedere della presenza di eventuali famiglie con bambini da contattare o informazioni su medici generici, pediatri o veterinari. Non sarà sempre facile ricavare queste informazioni da impiegati spesso frettolosi, talvolta stanchi e generalmente molto impegnati. Ma non demordete! Ricordate che nonostante la patina di ufficiosa burocrazia le Ambasciate hanno il compito di occuparsi dei connazionali e che più semplicemente il personale amministrativo e diplomatico che vi lavora ha avuto a che fare con gli stessi problemi, dubbi e necessità che affrontate adesso voi che siete appena arrivati. Insistete, chiedete: una persona gentile disposta a dare una mano la si può sempre trovare!

Occasioni di lavoro per il partner
Abbiamo trattato ampiamente questo paragrafo nel nostro aggiornamento sulla carriera e professionalità  in espatrio. Potete consultare l’articolo di Valeriexpat e Silviaexpat su come prepararsi il terreno nel caso vogliate lavorare una volta in loco, quello di Claudiaexpat su come riprendere una carriera dopo anni di pausa in espatrio, o le numerosissime testimonianze di donne espatriate che hanno trovato lavoro o dato vita a una nuova professione/carriera in tutto il mondo.

Un’altra da possibilità da tener presente e da esplorare è quella di un ‘eventuale diploma o specializzazoione da conseguire a distanza.  In questo articolo trovate alcune testimonianze utili.

Silviaexpat
Dar es Salaam, Tanzania
Agosto 2010

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