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Giuliettaexpat condivide la sua esperienza di passaggio dal sistema scolastico francese a quello americano. Un’importante e ricca riflessione.

 

Sistema americanoPremetto che siamo in America da sei mesi, dopo 16 anni all’estero (quasi) e con tre figlie al seguito che in Italia non hanno mai vissuto.

Nel loro percorso scolastico hanno frequentato per anni il sistema scolastico francese sia in Francia che all’estero, per la minore con un bel tuffo dall’inizio nel sistema bilingue francese-inglese.

Dopo un passaggio in una scuola internazionale indiana con un miscuglio di scuola inglese e francese, rientati in Francia abbiamo scelto il liceo internazionale di Saint Germain en Laye, ottima scuola con cursus paralleli al francese in diverse lingue nazionali. Per tre anni le nostre figlie sono state così confrontate anche all’italiano fatto come in Italia. Utile e importante per queste giovani cittadine del mondo.

Il nostro successivo spostamento negli Stati uniti ci ha fatto riflettere sui percorsi scolastici futuri, la scelta si è fatta naturalmente andando verso un sistema americano al 100 % per la grande al secondo anno di liceo  e scegliendo per le due più piccole, entrambe a fine ciclo, una delle medie e l’altra delle elementari, un anno di transizione in una scuola internazionale bilingue franco americana.

Se della scelta di quest’ultima siamo mediamente contenti invece è positivo il primo approccio con il sistema americano, ecco perchè…

Una delle scelte più difficili quando si parte in espatrio con dei bambini piccoli o grandi che siano è quella della scuola, quale tipo, quale sistema, quale curriculum, locale, internazionale, scuola italiana, bilingue, metodo Montessori, Steiner, americana, francese e chi più ne ha più ne metta.

La scelta è complessa e dipende da tanti fattori, primo fra tutti il bambino in questione, che può avere esigenze magari diverse rispetto ai suoi stessi fratelli e sorelle, poi i progetti della famiglia, scegliere un cursus anzichè un altro dipende molto da come e dove ci si vede e proietta nella futura vita d’expat.

Non è facile e tutti i genitori (anche quelli che non si muovono mai!) prima o poi si faranno la fatidica domanda: stiamo facendo la scelta giusta? Questo sistema corrisponde al nostro marmocchio, non sarebbe stato meglio sceglierne un altro?

Ci siamo passati anche noi in diverse fasi della nostra vita di genitori confrontati con il sistema francese prima e americano e internazionale poi, anche noi ci siamo chiesti se veramente il sistema corrispondesse alle esigenze delle nostre figlie o se facessimo bene a spostarle da un tipo di sistema all’altro… ma credo che solo il tempo potrà darci la risposta, solo quello che le nostre figlie riusciranno a fare nel loro futuro scolastico universitario ci chiarirà forse i molteplici dubbi che negli anni ci hanno accompagnati.

Ma esiste poi la buona scelta e il miglior sistema? Non penso! Penso che ci siano scelte giuste nel momento in cui vengono prese, scelte legate a com’è in quel momento il nostro bambino, ai suoi bisogni, per non parlare poi di scelte legate a progetti di vita famigliare che si definiscono pian piano e ci fanno optare per soluzioni magari pratiche, la scuola vicina a casa con amichetti nel giro dell’isolato, oppure la scuola internazionale dove ritrovare quel miscuglio culturale al quale li abbiamo abituati, o ancora il nostro caro vecchio sistema italiano (che purtroppo all’estero è molto molto traballante e costantemente minacciato dai tagli) che permette ai nostri figliuoli che vivono lontano dal Bel Paese di recuperarne un po’ di radici culturali.

In fasi diverse della crescita delle nostre figlie abbiamo dovuto affrontare l’argomento scuola in questi termini e ci siamo proprio nell’ultimo anno trovati di fronte alla scelta del cambio di sistema scolastico tuffandoci allegramente nel sistema americano del quale onestamente avevamo sentito tantissime riflessioni negative.

L’apprensione era tanta benchè in cuor nostro ci dicessimo che tutto sommato nel paese in cui ci sono le migliori università del mondo il sistema non poteva essere così terribile… Beh, sei mesi dopo il tanto sofferto cambio sono conquistata e soprattutto lo è la nostra quindicenne che nel giro di poco ha dovuto riscoprire tutto, abituarsi a tecniche di studio diverse e soprattutto facendolo in inglese che pur essendo per lei una lingua ben conosciuta era pur sempre la sua terza lingua!

Il salto dal sistema francese non è stato particolarmente traumatico e anzi si è rivelato vincente aprendoci un mondo non solo molto stimolante ma anche estremamente proiettato nel rendere i ragazzi forti e sicuri di sè!

Sistema americano2Il sistema americano ha veramente questo di bello, la grande fiducia che infonde nei ragazzi mettendo sempre in luce i lati positivi e vedendo anche nel negativo e nell’eventuale insuccesso una via d’uscita verso un miglior risultato, i ragazzini si sentono forti e non vivono il brutto voto come un fallimento ma come un punto di partenza per fare meglio.

Francamente trovo che sia l’approccio giusto ed è proprio questo tipo di approccio che spesso non piace a chi viene da sistemi diversi, sistemi come ad esempio il francese che tendono più a punire che a gratificare, più a sottolineare il “si può fare meglio” che il “bravo, hai fatto bene”.

Fin da piccolissimi, dal pre-K al K (kindergarden), i nostri ultimi anni di materna, i bambini sono estremamente gratificati nei loro piccoli progressi e crescono con un’indubbia fiducia in se stessi, sano strumento per una crescita equilibrata.

Lo smile sorridente sulla pagina del quaderno e i great con tre punti esclamativi dati anche quando a noi genitori non sembra poi così eccezionale hanno la funzione primaria di spingere il bambino ad avere fiducia in quello che fa, e avendo fiducia in se stesso e nelle proprie capacità sicuramente avrà il coraggio di andare oltre, di mettersi alla prova senza paura di essere sanzionato da un brutto voto e da una critica negativa non costruttiva!

I ragazzini nei primi anni delle elementari sono così spinti a costruirsi una solida personalità, lo scopo è dar loro gli strumenti per affrontare poi in modo più sereno gli inevitabili insuccessi che comunque la competitività della scuola americana metterà loro davanti.

Eh sì, perchè questa scuola così friendly e aperta è comunque estremamente competitiva, molto di più della nostra cara scuola italiana che ha il grosso merito di lasciare ai fannulloni una bella via di fuga fino all’esame di maturità per poi dimostrare all’università il loro vero valore.

Qui in America già agli inizi del liceo ti giochi tutto, nelle scelte del tuo cursus di studi, delle materie che ci metti dentro, dei crediti che acquisisci man mano, dei punti extra dati da attività complementari di vario tipo. Insomma se a 14 anni non hai le idee chiare e la voglia di dimostrare che vali può essere dura dopo…

Anche questa è stata una scoperta per noi, in realtà sono arrivata qui con l’idea “che bello non c’è neanche l’esame di maturità” e adesso  mi dico meno male, sono sottoposti a così tanti test per l’accesso all’università già dal secondo anno di liceo che se alla fine ci fosse anche un esame morirebbero !

Si studia in questa scuola americana, si studia in modo diverso da come siamo abituati noi ma sicuramente in modo aperto e interessante, già il fatto di avere corsi su più livelli con professori estremamente preparati aiuta a trovare pane per i propri denti in un sistema che comunque aiuta sia i più forti a progredire più in fretta con i famosi corsi Honors e AP (a livello di college), ma che con corsi di sostegno mirati in più materie cerca anche di portare alla fine del Liceo il maggior numero di studenti dando loro gli strumenti adeguati alle loro capacità.

La scelta delle materie per chi come me viene da un classico sistema italiano e ha avuto fin qui i propri figli principalmente nel sistema francese (che benchè ottimo è quanto di più rigido io abbia conosciuto) è una cosa fantastica e agli inizi può sembrare una vera pacchia, anche se poi per gli studenti che mirano ad entrare in ottime università non ci sono così tanti margini di scelta; comunque per dare un’idea adesso siamo in fase di scelta delle materie del prossino anno di Chiara, neo tredicenne, che sarà freshman al Liceo di Los Altos ad agosto 2013 (il primo anno sono i freshman, seguiti dai sophomore, junior e senior); nella scelta ovviamente i suoi insegnanti di middle school dovranno aiutarla e con loro noi genitori, oltre che il counselor (una figura di consigliere educativo, nel nostro liceo ne abbiano 6, persona importantissima che segue lo studente nelle scelte e lo guida a seconda delle sue capacità e desideri futuri, spingendolo così a creare un cursus di studi che gli corrisponde, appoggiandolo anche in momenti magari più difficili dove uno sguardo e un consiglio da esterno possono aiutare a decidere meglio).

L’inglese e la storia sono materie obbligatorie, così come la matematica  dove però i corsi sono su vari livelli e lo studente andrà in quello più adatto alla sua preparazione  (la scelta va dall’Algebra di base, all’Algebra I, passando attraverso la Geometria e per i più brillanti l’Algebra II, scelta rarissima il primo o il secondo anno, per uscire dall’High school tutti gli studenti devono avere seguito e passato il corso di Algebra II come minimo… ovviamente se prosegui con i successivi è meglio!).

Ci sono poi delle materie a scelta in ambito scientifico, Scienza della terra o Biologia, delle lingue straniere con corsi su vari livelli (una scelta sola è possibile in questo ambito), delle materie artistiche (almeno due anni sono consigliati per accedere poi all’università), fotografia, disegno, pittura, corsi vari di teatro, musica, informatica, e per gli studenti del primo anno la ginnastica obbligatoria (lo è i primi due anni).

E’ fortemente consigliato poi di iscriversi ad un’attività sportiva extra scolastica, due ore di allenamento giornaliero per 5 giorni alla settimana (queste attività danno un sacco di crediti per l’accesso al college, così come l’iscrizione ai club vari, ce n’è di tutti i tipi e alcune attività di volontariato obbligatorie da svolgere negli anni di liceo).

Lo sport e la sua presenza forte nel cursus scolastico ben corrisponde al detto mens sana in corpore sano… qui tutti fanno sport e ne fanno tanto, i ragazzi sono spinti alla competizione in modo sano e costruttivo, creando anche un grande spirito di appartenenza alla comunità scolastica, insomma se alla Los Altos High School gli Eagles vincono, che sia in football, in baseball o nelle gare di nuoto, dietro vince tutta una scuola, è la sua immagine che viene messa in gioco!

Il tutto sembra ludico, ma guardando bene sono poi 7 ore di lezione al giorno per 5 giorni alla settimana che sommate con le due ore di sport e il club una volta alla settimana nella pausa pranzo, rendono le giornate dense!

 

Sistema americano3

La connessione con il mondo reale, il mondo lavorativo, l’università e la vita in azienda mi sembra molto forte, molto spesso gli stessi insegnanti non hanno solo vissuto la scuola e il piccolo mondo dell’educazione, ma hanno anche toccato con mano il lavoro al di fuori, il che può essere un elemento positivo per rendere l’insegnamento più legato al mondo del lavoro e per aprire i ragazzi a qualcosa di diverso del solo studio.

Gli studenti sono spinti ad essere attivi al di là dell’apprendimento sui libri, è data loro la possibilità ad esempio di guadagnare crediti facendo del tutoring in materie nelle quali sono particolarmente brillanti, Federica il prossimo anno lo farà in francese, sarà disponibile per seguire dei compagni che studiano il francese e che hanno bisogno di dritte e sostegno al di fuori delle ore di corso, utile per lei, per gli altri e per far crescere i giovani solidali tra loro.

Certo, la scuola è diversa da quella dei miei ricordi liceali, mi sembra tutto più sereno e “accessibile”, gli stessi insegnanti si posizionano non dall’altra parte della cattedra ma di fianco ai ragazzi per portarli pian piano alla fine del loro cammino scolastico, (quello di storia ha organizzato un BBQ per tutti i suoi studenti cucinando pollo tandoori all’aperto nel giardino della scuola), dà un’impressione di estrema apertura, fa venir voglia di tornare sui banchi e di rimettersi in gioco.

Non credo si possano fare grandi confronti, nè si possa dire che un sistema è migliore di un altro, qui i ragazzi imparano e progrediscono come in tanti altri paesi, ci sono aspetti positivi ed altri che possono piacere meno a noi europei, come in ogni sistema, ma la cosa più importante per noi per capire che abbiamo fatto la scelta giusta è stata la frase di Federica, 15 anni, secondo anno di Liceo: “sono felice, qui ho veramente il sentimento di imparare!” – cosa chiedere di più?

 

Giulietta Cerruti Sacconey
Los Altos, Bay Area, California
Febbraio 2013

 

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