Home > Asia > Israele/Palestina Occupata > Le procedure di sicurezza all’aeroporto di Ben Gurion, in Israele

Claudiaexpat ci racconta come funzionano le procedure di sicurezza dell’aeroporto di Ben Gurion, in Israele.

 

Aggiornamento agosto 2016:

Le procedure di sicurezza all’aeroporto di Ben Gurion seguono basandosi sullo stesso criterio: se destate sospetti, venite interrogati profusamente, e con ogni probabilità il vostro bagaglio verrà ispezionato prima del check-in, davanti a voi. Se invece avete un buon voto (vedi oltre), potrete procedere al controllo passaporti, e il bagaglio sarà ispezionato (se ritenuto necessario) in una sala a parte, in vostra assenza. Per evitare di lasciare le valigie aperte per permettere l’ispezione, o di dare il codice dei vostri lucchetti alle autorità, potete comprare un lucchetto speciale per ispezione. Lo trovate in tutti i negozi di valigie o di gadgets da viaggio. Solo le autorità aeroportuali possono aprire questo tipo di lucchetto.

Aggiornamento maggio 2014:

Le procedure di sicurezza all’aeroporto di Ben Gurion sono cambiate. Adesso quando arrivate nella sezione del vostro volo, non venite più interrogate in coda, ma dovete passare direttamente a un banchetto dove l’addetto/a alla sicurezza vi fa qualche domanda (decisamente meno invasiva e bizzarra rispetto a prima), e vi fa passare direttamente al check-in. La differenza rispetto a prima è che, tranne in rari casi in cui veramente suscitate sospetti, i vostri bagagli non vengono ispezionati in quella zona, né quelli da stiva né il bagaglio a mano. Vi viene però richiesto di non chiudere le valigie perché verranno ispezionate dopo il check-in se alla macchina verrà rilevato qualcosa di anomalo o sospettoso. La procedura del controllo bagagli avviene in una stanza con telecamere, quindi tutto è filmato. Questo metodo, che sicuramente snellisce le procedure, ha però lo svantaggio di far viaggiare le vostre valigie senza protezione. Se avete un volo diretto, potete ragionevolmente sperare che non vi venga rubato nulla, se invece voi e le valigie fate qualche scalo, il rischio è che nel trasferimento bagagli, qualcuno le apra e vi rubi qualcosa. Quando ho chiesto se non potevo lasciare il mio lucchetto e dare il codice per l’apertura, mi è stato risposto che potevo, ma che così correvo il rischio di vedere arrivare i miei bagagli il giorno dopo, dato che qualsiasi impedimento nella procedura di controllo può ritardare l’invio dei bagagli. Altri passeggeri che hanno preso il rischio e dato il loro codice, si sono ritrovati i bagagli a destinazione, chiusi, ma con un foglio che indicava chiaramente la combinazione, attaccato alle valigie stesse. I bagagli a mano vengono controllati direttamente prima di passare al controllo passaporti, come in tutti gli aeroporti del mondo, e ora non vi viene più richiesto di togliere le scarpe. Se il meta detector suona al vostro passaggio, vi fanno salire su una simpatica pedana con le impronte dei piedi, che presumo controlli che il suono veniva effettivamente dalle vostre scarpe.

Articolo originale:

Con questo articolo voglio prepararvi a quello che accadrà quando lascerete Gerusalemme (o qualsiasi altro posto di Israele o Palestina) passando per l’aeroporto di Ben Gurion. Io sorrido sempre quando dico ai miei ospiti che al momento di rientrare dovranno presentarsi ai controlli tre ore prima del decollo, perchè la reazione è sempre la stessa, vagamente irritata: “ma vah! Non bastano due ore?”. Non bastano, e questa deve essere la prima cosa da imparare: a Ben Gurion s’arriva tre ore secche prima del volo, e se possibile anche qualche minuto prima. Il motivo è semplice: le procedure di controllo sono talmente lunghe e tortuose che anche se non vi toccheranno direttamente, vi obbligheranno comunque ad affrontare le interminabili code che si formano più spesso che no.

Vediamo cosa succede passo per passo. Innanzitutto quando arrivate dovete individuare sull’enorme pannello dei voli l’area di partenza, contrassegnata con una lettera A, B, C o D, al primo piano, e F al pianterreno (agli arrivi) e facilmente rintracciabile perchè la lettera corrispondente è attaccata, in formato extra large, a una colonna. Un primo addetto vi chiederà dove andate, magari la compagnia aerea, e vi indicherà in che coda mettervi. Mentre siete in coda venite avvicinate da un altro o altra addetta alla sicurezza, che vi prende il passaporto e vi fa alcune domande. Queste possono essere domande di routine (sicuramente vi chiederanno il motivo dalle vostra visita in Israele e la durata del vostro viaggio) o domande totalmente bizzarre (per voi, evidentemente per loro hanno un senso) tipo come si chiama vostra nonna o perchè i vostri genitori vi han chiamata Ludimilla. Il tutto ha lo scopo di controllare le vostre reazioni e capire se mentite, se siete agitate, nervose o a disagio. Questo “interrogatorio” può risolversi in tre domande oppure continuare un bel po’. Da quello che ho capito le chances che si intensifichi dipendono dalla categoria e fascia d’età a cui appartenete (vengono torchiati di più i giovani, soprattutto se viaggiano da soli, e alcuni funzionari di organizzazioni umanitarie, a parte, naturalmente, chi ha qualsiasi tipo di legame con i palestinesi), e da quello che vedono sul vostro passaporto (visti d’entrata in paesi musulmani attirano subito l’attenzione, e non è infrequente che vi chiedano perchè avete visitato, ad esempio, l’Indonesia, e se avete stretto amicizie con qualcuno laggiù). Capirete che hanno finito con le domande quando passeranno a chiedervi, nell’ordine, chi ha fatto il bagaglio, se il bagaglio è sempre rimasto con voi, se avete coltelli o altro di tagliente, e se qualcuno in Israele vi ha dato un regalo da consegnare a destinazione, e vi spiegheranno che vi chiedono queste cose perchè hanno paura che qualcuno abbia approfittato di voi per mettere una bomba.

A questo punto arriva il momento del voto. In base all’idea che si sono fatti di voi e alla vostra posizione rispetto a Israele, riceverete un numero che va da 1 a 6 (o 6T in casi estremi), dove 1 è perfetto e 6 è pessimo. 1 e 2 vengono dati esclusivamente agli israeliani e 2 ai diplomatici, 3 agli stranieri considerati innocui, 4 (che peraltro non ho mai visto dare) comincia a contenere un elemento di rischio, 5 vuol dire che siete fortemente sospette, 6 decisamente rischiose, per non parlare di 6T che vuol dire che rappresentate una seria minaccia per Israele e dovete quindi venir controllate senza lasciare neanche un’ombra di dubbio.
BenGurion2Questo voto è contenuto in una serie di di numeri sotto a un codice a barre, stampati su un’etichetta adesiva gialla, che vi appiccicheranno sul passaporto e su ogni pezzo di bagaglio. E’ la prima cifra (sempre che non cambino, e lo fanno spesso). Guardate il voto che vi mettono perchè da questo capirete cosa vi aspetta. Se avete 3 è piuttosto raro che vi controllino il bagaglio, magari danno giusto una guardatina sommaria, se avete 5 o 6 verrete minuziosamente controllate. Una volta ricevuto il voto passate alla macchina che vi controlla i bagagli (il laptop va messo in un’apposita cassa, che viene sparata fuori a una velocità supersonica, facendovi tremare per la vostra attrezzatura). L’addetto vede il voto che avete ricevuto, guarda il contenuto del vostro bagaglio sul monitor e in base a queste due cose decide se farvi passare al controllo. Questo si svolge in maniera totalmente trasparente, su una serie di tavoli disposti a ferro di cavallo, sui quali la vostra valigia verrà allegramente smembrata. Dovete essere pazienti perchè in alcuni casi prendono un oggetto alla volta e ci passano sopra uno scopino, simile a quello che si usa per lavare i piatti, che poi portano a una macchina che individua l’eventuale contenuto esplosivo dell’oggetto spolverato. I prodotti più sospetti sono quelli cartacei, le cermiche e le polveri (mio figlio una volta è uscito con una clessidra che gli avevamo regalato a Natale, che li ha fatti flippare). Se portate con voi oggetti del mondo palestinese (una kefia, qualcosa che porta il simbolo della mezzaluna, la parola Palestina o la sua mappa) o libri e film sulla situazione palestinese, aumentano le chances di un controllo ancora più minuzioso, e probabilmente vi verranno rivolte alcune domande (perchè avete comprato quegli oggetti, ad esempio).

aeroporto di ben gurionUna volta finito di controllarvi il bagaglio possono lasciarvi andare al check-in oppure (se avete avuto 6 sicuramente) vi porteranno in uno stanzino dove vi faranno togliere scarpe e giacca, e le porteranno via per controllarle mentre voi restate sole ad aspettare. E’ capitato che facessero spogliare le persone completamente, lasciandole in slip, e le tenessero anche un paio d’ore a far domande (sempre le stesse). Questo trattamento però è riservato a chi dimostra palesi legami col mondo palestinese, ad esempio mettendo in valigia un gran numero di materiale informativo.

Quando avete finito la procedura, qualunque essa sia, passate al check-in. Se avete avuto 6, una guardia vi accompagna fino alla fine di tutti i controlli (passaporto e bagaglio a mano), altrimenti ci andrete da sole. Se avete avuto 5, appena passate all’area passeggeri, vi manderanno in una fila speciale, dove dovrete togliere scarpe e cintura, e il vostro bagaglio a mano verrà di nuovo passato al setaccio. Con meno di 5 i controlli sono come quelli di tutti gli altri aeroporti. L’ultima tappa è il controllo del passaporto, durante il quale accedono al vostro dossier a computer prima di lasciarvi passare alla hall delle partenze, dove potrete finalmente rilassarvi.

Alcune cose da segnalare:

  • può capitare (è capitato a più di una mia amica, e a mio figlio) che decidano di non lasciarvi portare in cabina alcuni oggetti – ad esempio le cuffie per la musica, l’iPad o il laptop – e che ve li facciano mettere nel bagaglio da stiva, oppure che li inseriscano in una scatola di cartone, che recupererete al vostro arrivo. A una mia amica finlandese hanno tolto l’iPad e gliel’hanno spedito su un volo del giorno successivo. Preparatevi anche a questo, anche se succede di rado;
  • recentemente ho sentito di donne a cui è stato proibito di portare in cabina la propria borsa, che è stata spedita a parte, mentre la malcapitata abbordava l’aereo solo con in mano il passaporto;
  • sarete colpiti dalla professionalità e dalla fredda gentilezza di tutto il personale di sicurezza. Anche se date in escandescenze (cosa che comunque non vi consiglio di fare) resteranno impassibili;
  • è capitato (a me e ad altre madri di figli intorno ai vent’anni) di assistere ai controlli ferrei sul proprio figlio/a senza poter, naturalmente, spiegare a nessuno che quelli sono gli ultimi momenti che passate insieme e gradireste magari prendere un caffè con la vostra creatura e salutarla decentemente. Questa situazione di impotente attesa provoca (a me personalmente, ma so che capita a molte altre) molta angoscia e stress, oltretutto perchè se i controlli sono lunghi e minuzioni significa che il figlio/a ha avuto 5 o 6, e che probabilmente verrà accompagnato da una guardia fino all’area passeggeri e voi dovrete salutarlo/a sotto il freddo sguardo dell’addetto, che peraltro non gradisce per niente che il passeggero venga avvicinato da chicchessia dopo aver passato i primi controlli. Una situazione veramente vessante, alla quale è bene prepararvi perchè per alcune è molto dura. Vedere due guardie che portano via vostro figlio, e vederle poi tornare con le sue scarpe e la sua giacca, che passeranno e ripasseranno nelle loro macchine, non è un’esperienza gradevole. Del resto non c’è nulla che si possa fare, perchè qualsiasi tipo di protesta non provoca in assoluto alcuna reazioni, anzi, in certi casi può persino peggiorare le cose;
  • l’argomento dei controlli aeroportuali, come pure delle avventure ai check-point, è spesso volentieri dibattuto tra gli espatriati, che amano scambiarsi storie di vita vissuta, ascoltarne altre, e spesso anche riderci sopra. Vi abituerete presto al fatto che se un ospite ha la malaugurata idea di saltar fuori dicendo “non sapete cosa mi è capitato settimana scorsa a Ben Gurion!”, la serata andrà per tre quarti sopra lo stesso argomento. Ma in fondo anche questo fa parte dell’assurda, affascinante e assolutamente extra ordinaria aventura che è la vita in questo angolo di mondo.

 

Claudia Landini (Claudiaexpat)
Gerusalemme
Aprile 2013
Photo credit ©Claudia Landini

 

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