Claudiaexpat ci presenta Santiago, uno spagnolo che lavora a Lima per un progetto molto interessante.
Ho conosciuto Santiago un paio di anni fa, e ho capito subito che il progetto a cui lavorava qui in Perù aveva dello straordinario. La routine quotidiana e i vari impegni dell’uno e dell’altro però hanno fatto slittare il momento di incontrarci per parlare a lungo di lui e di Radialistas, la ong per la quale lavora, e presentarvela. Quando mi sono resa conto che lui e il progetto stanno per trasferirsi a Quito, in Ecuador, mi sono attivata per organizzare un incontro, al quale, oltre me e Santiago, hanno partecipato anche Julianexpat, dell’equipe anglofona di Expatclic, e Luca Bonacini, un amico fotografo italiano, che ringraziamo per aver “coperto” l’evento con queste belle fotografie.
Santiago ci riceve nello studio dove l’equipe di Radialistas lavora quotidianamente con il fine di promuovere una comunicazione radiofonica democratica, libera, accessibile e con enfasi su temi importanti come i diritti umani, la prospettiva di genere, la sessualità e molto ancora. Ovviamente la prima cosa che gli chiedo è come sia arrivato a partecipare a un progetto tanto importante e interessante. Santiago è nato in Spagna, dove ha fatto tutti i suoi studi di tecnico del suono. Fin da piccolo sogna di andare, un giorno, a lavorare in America Latina. I racconti di uno zio missionario a Cuba non fanno altro che alimentare le sue fantasie. L’occasione arriva quando un’organizzazione di Salesiani nella cui scuola Santiago sta dando delle lezioni, gli offre di andare a lavorare un anno in Venezuela, dove stanno finanziando una stazione radiofonica nella parte amazzonica.
Nel giugno del ’99 Santiago corona finalmente il suo sogno, e parte come volontario in Venezuela. “Per me è stato molto interessante”, ci racconta, “perchè si trattava di mettere in piedi una stazione radio da zero, dall’installazione tecnica alle opere per l’infrastruttura dell’edificio, fino alla formazione della gente, ai corsi di preparazione, alle pratiche per ottenere la licenza, insomma, un ciclo molto completo. Incominciammo a lavorare con una rete di comunicazione indígena in tutta l’Amazzonia, un territorio di quasi 200.000 chilometri quadrati con una popolazione di 80.000 abitanti… la gente è persa, senza nessuna possibilità di comunicazione. Con l’appoggio di Telefonica (compagnia telefonica spagnola, n.d.r.), abbiamo messo in piedi un progetto molto bello, per dare alla gente la possibilità di comunicare tramite comunicatori radio, di inviare notizie ad esempio sul tema della salute, dove l’isolamento e la distanza tra le popolazioni a volte aggravano i problemi. Ad esempio, nel caso di un’epidemia di malaria sono moltissimi quelli che muoiono a causa dell’isolamento, dato che il mezzo di trasporto della zona è la piroga a remi, e che spesso per raggiungere il primo posto medico ci vogliono tre giorni….. E’ il paradosso di un paese con tanta ricchezza e una popolazione indigena completamente abbandonata”.
Alla fine di questo primo anno Santiago torna in Spagna, però dal Venezuela, dove il progetto ormai lanciato continua a prender forza, lo invitano a tornare e riprendere il suo lavoro. Santiago dunque riparte per il Venezuela, inizialmente con l’idea di restare soltanto un anno, ma vi resta poi per cinque interessantissimi anni, anni che vedono l’inizio del periodo di Hugo Chávez (l’attuale presidente del Venezuela, n.d.r.).
“Sono stati cinque anni molto belli e produttivi, ma ad un certo punto ho sentito il bisogno di andarmene. Per quanto uno si sforzi di integrarsi, si sente sempre un po’ estraneo ovunque. Inoltre bisogna che a un certo punto il progetto passi in gestione totale alla gente del posto, che deve dargli la sua impronta prettamente locale, perchè per quanto uno tenti di interculturalizzare questi progetti, finisce sempre per imporre inconsciamente la sua maniera di far le cose. L’importante è che tutto funzioni e soprattutto che continui come lo intendono loro.”
Per la seconda volta l’occasione di cambiare arriva puntuale: Santiago si reca in Costa Rica per partecipare a un congresso di comunicazione di radio per una cultura di pace organizzato dall’UNESCO, e lì conosce José Ignacio, il fondatore di Radialistas, un progetto creato per fornire testi radiofonici attraverso Internet a tutte le stazioni radio dell’America Latina. I testi venivano caricati sul sito di Radialistas, dove chiunque poteva riprenderli, elaborarli e leggerli nelle loro emissioni. José Ignacio si era però reso conto che molte radio comunitarie modeste non potevano registrare il testo per mancanza di personale, di tempo o di risorse economiche, e si era dunque proposto come prossimo passo di caricare sul sito dei testi già registrati di modo che la gente non avesse a far altro che scaricarli e trasmetterli. José Ignacio dunque propone a Santiago di andare a Lima per una specie di intercambio: Radialistas lo avrebbe formato in temi di comunicazione, mentre lui avrebbe dato una mano in questioni tecniche per realizzare la seconda tappa del progetto di José Ignacio, portare l’audio al web.
Ma come funziona esattamente questo bel progetto, come si realizza, come arriva alla gente? Ci spiega Santiago: “L’idea originale fu di José Ignacio e della sua compagna Tachi, che per anni avevano lavorato a Quito, in Ecuador, per l’AMRAC, Associazione Mondiale di Rete Comunitarie (https://www2.amarc.org/). Studiando un po’ il mondo della radio, si resero conto che nella nicchia informativa e nel campo della comunicazione alternativa c’erano molte organizzazioni che lavoravano nella produzione di notizie, ma c’era anche carenza di produzioni radifoniche su temi come i diritti umani, genere, solidarietà, educazione. Nessuno produceva niente di recitato, degli spot, ma solo materiale informativo. Venne quindi l’idea di iniziare ad occupare questa nicchia per apportare qualcosa di nuovo. Cominciarono col produrre dei piccoli testi per radio, di tre o quattro minuti, che caricavano poi nel sito web. I temi trattati erano lo sradicamente della povertà, il commercio equo e solidale, con molta enfasi sul tema del genere, dell’eguaglianza, dell’equità, come anche dell’educazione sessuale, del linguaggio non sessista, guerra e pace, diritti umani, etc. Si formò una rete di membri, per la maggior parte gente di radio, organizzazioni e comunicatori, e a queste rete si inviavano ogni giorno i testi, via e-mail, che poi si mettevano anche nel sito web. L’idea era che tutti potessero scaricare il testo, adattarlo alla propria realtà, cambiarlo, ecc. Adesso lo mettiamo sul sito web anche in formato audio, il procedimento è lo stesso. Chiunque puo’ scaricare l’audio e usarlo come vuole.”
L’idea mi sembra geniale!!! E in effetti le radio di tutta l’America Latina usano molto questi radioclip. Ci sono infatti tante radio che non hanno sufficiente tempo o mezzi per scrivere i testi, editarli, correggerli, registrarli, ecc. Con questo sistema possono tranquillamente scaricare quello che gli interessa e usarlo come e quando vogliono. Basta un rapido sguardo al sito web di Radialistas per rendersi conto che la gamma di temi proposti è davvero molto vasta. Santiago ci racconta che il messaggio che più raggiunge la gente è quello proposto sotto forma di raccontino radiofonico, ovvero uno spot nel quale alcuni attori parlano di vari temi, recitando le situazioni. Questo metodo si può usare ad esempio perfettamente nella lotta contro l’HIV/AIDS: uno spot di 15 secondi su due giovani che hanno una relazione sessuale per la prima volta spiega i rischi che si corrono in maniera molto più efficace di qualsiasi immagine.
Una delle tante cose che mi sembrano straordinarie di questo progetto è la maniera totalmente spontanea nella quale la gente trova modi di utilizzo dei radioclip, spesso completamente differenti dallo scopo orginale per il quale sono stati creati. Ad esempio ci racconta Santiago che una scuola di lingue in Australia ha usato alcuni dei loro radioclip per arricchire il proprio libro di testo per imparare lo spagnolo. Hanno utilizzato un’intervista che Radialistas aveva fatto a una donna quechua, stampandola sul libro di testo e registrandola sul cd allegato, perchè i loro studenti potessero imparare anche un po’ gli usi e la cultura dei discendenti degli Inca in Perù. Mi incuriosisce ed entusiasma l’idea che questo progetto lanci gratuitamente nel web dei radioclip che vengono raccolti e adattati in tutto il mondo in base alle varie esigenze e realtà!
Ascoltando Santiago mi entusiasmo sempre più. Ci apre le porte su un mondo di possibilità estremamente interessanti e stimolanti, basate su questo mezzo magico che è la radio. Sentite ad esempio cosa ci racconta: “Tachi, che lavora per la radio, in questo momento sta lavorando a fondo a un progetto che si chiama ‘Donne in conflitto’. E’ una serie di 100 casi di donne che hanno qualche tipo di conflitto. Il formato che si sta usando è il racconto di una storia. Il primo episodio dura tre o quattro minuti e si interrompe nel momento in cui si arriva alla possibile soluzione. Poi si presentano tre soluzioni differenti. L’idea è di fornire i quattro audio (quello della storia e i tre delle soluzioni) in modo da dare alle varie radio che trattano temi legati ai problemi delle donne, la possibilita di cominciare a trasmettere il lunedì, per terminare il giovedì con la terza soluzione, e aprire il dibattito il venerdì. I temi sono infiniti: maltrattamento, discriminazione, violenza… tutti trasmessi attraverso una storia recitata.”
Il lavoro di Radialistas è davvero qualcosa di infinito, per un’equipe così piccola (potete conoscerli nel loro sito web, qui). Come arrivino a star dietro a tutto, soprattutto nella parte del contatto con gli usuari, resta per me un mistero. Mistero che Santiago non mi aiuta certo a chiarire, quando gli viene in mente di parlarmi di un progetto parallelo che sta portando avanti: “Questo progetto è cominciato con tre riflessioni: uno, la produzione che noi facciamo non è sufficiente; due, ci sono moltissime serie radiofoniche che sono state prodotte negli anni settanta, ottanta e novanta, che sono ancora valide e sono perse negli archivi di qualche radio, soprattutto radio nazionali, e tre che la gente sta producendo materiale nuovo, ma non lo condivide. Fanno degli spot, fanno campagne, trasmettono nelle loro radio, e lì muoiono. Quindi nel 2004, in un incontro di radio in Ecuador, cominciammo a chiederci perchè non utilizzare Internet per condividere tutto ciò. Ovvero, montare un grandissimo portale di scambio di audio dove chiunque puo’ entrare e caricare il suo audio e chiunque può scaricarlo e utilizzarlo. Con un piccolo apporto finanziario dell’UNESCO per la parte tecnica e il disegno del sito, il portale è stato lanciato un anno fa. Si chiama: www.radioteca.net e funziona semplicemente come portale di scambio di produzioni radiofoniche. Tutti possono condividere un radioclip. Lo caricano, e lì resta, a disposizione di tutti. La Radioteca attualmente ha circa 3.700 audio, tutti divisi per tema e che si trovano molto facilmente nel sito. Basta inserire una o più parole chiavi sul tema a cui si è interessati, e il motore di ricerca del sito pesca tutti i radioclip relazionati. La cosa bella è che la gente manda materiale in tutte le lingue, ci sono molte cose in quechua, aimara… Ci sono solo tre requisiti perchè gli audio inviati siano approvati e messi a dispozione nella radioteca: che si sentano bene, che non siano produzioni a scadenza, ovvero che non contengano informazioni legati a eventi puntuali e temporanei, e che non abbiano contenuti xenofobo, razzista o discriminatorio.”
Il tempo ce lo impedisce, ma sono sicura che se potessimo restare più a lungo Santiago continuerebbe a raccontarci cose altrettanto interessanti e a darci una serie infinita di spunti di riflessione.
Radialistas sta per essere trasferito a Quito, in Ecuador, che rappresenta una base molto più adeguata per sviluppare ulteriormente uno dei punti forti del progetto, la formazione. Sono felice di aver avuto la possibilità di incontrare Santiago e il resto dell’equipe e di aver visitato i loro locali dove tutta questa magia prende forma. Auguriamo al progetto un gran futuro, e a tutti quelli che ci lavorano moltissima fortuna nel loro nuovo paese. Sicuramente seguirò con entusiasmo le attività del sito di Radialistas (che, detto inter nos, è culturalmente ricchissimo e ci presenta un sacco di personaggi, soprattutto donne, estremamente interessanti) e invito tutte/i a far lo stesso, ovunque vi troviate. Potete iscrivervi gratuitamente nel sito web e ricevere ogni giorno una coccinella che vola nella vostra casella sotto forma di radioclip.
Claudiaexpat
Lima, Perù
Novembre 2007