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Gabriella ha vissuto al Cairo, in Egitto, dal 2001 al 2004, e ci parla dell’ADIC, l’associazione delle nostre connazionali in loco. Grazie, Gabriella!!!

 

Partecipazione e impegno: queste le parole chiave che hanno determinato, e determinano tuttora, il successo dell’Associazione Donne Italiane al Cairo (ADIC); fondata una quindicina di anni fa da un gruppo di espatriate con lo scopo di riunirsi periodicamente per organizzare piacevoli passatempi ed iniziative culturali, l’ADIC è diventata pian piano un punto di riferimento per le decine e decine di socie e per tutta la comunità italiana in Egitto.

L’attività dell’ADIC consiste innanzitutto nel fare da collante tra le donne italiane che risiedono temporaneamente o permanentemente al Cairo, permettendo loro di conoscersi, trovarsi, seguire dei corsi e delle attività, partecipare in modi diversi a progetti di volontariato, ricevere accoglienza all’arrivo, consigli e aiuto in caso di bisogno, integrarsi nel tessuto umano della città.

L’associazione, che si auto-finanzia, è naturalmente collegata con gli altri enti italiani, ambasciata, consolato, centro culturale, ospedale italiano, con i quali collabora fattivamente.

Per dare solo un rapido panorama di quello che l’ADIC ha offerto in questi ultimi anni alle proprie socie e a tutti gli interessati, posso elencare i principali corsi organizzati, che vanno dalle attività artistiche e ricreative (corsi di disegno, pittura, decoupage, cartonaggio, corso di cucina, di ballo, di danza del ventre…) alle attività culturali (corso di arabo, introduzione all’Islam, egittologia, lettura dei geroglifici, cenacoli letterari, corso di computer…).

associazione donne italiane al cairoCi sono poi le attività di sostegno e i progetti di volontariato (assistenza agli anziani dell’ospedale italiano, ai bambini degli orfanotrofi, attività di supporto ai centri accoglienza per ragazzi di strada, per ragazze cieche, per giovani madri con neonati…), la realizzazione di manufatti da vendere alle kermesse di beneficenza, i cicli di visite culturali ai monumenti della città, le uscite archeologiche, le conferenze, il cineforum, eccetera.

Uno strumento di ulteriore informazione e integrazione è costituito dalla rivista mensile, che la redazione dell’ADIC distribuisce gratuitamente, e che contiene articoli di vario genere, resoconti delle attività sociali, comunicazioni e indirizzi utili, ricette, inserzioni, e altro.

Nei miei anni di permanenza al Cairo ho vissuto, prima come socia e in seguito come membro del Consiglio Direttivo, esperienze indimenticabili che mi hanno fatto conoscere realtà diverse e spesso difficili, persone meravigliose, arricchendo enormemente il mio patrimonio umano ed allargando le mie conoscenze.

Una di queste esperienze ha riguardato la realizzazione di un centro di accoglienza fortemente voluto da un missionario comboniano, Padre Luciano Verdoscia, per gli “zabaleen”, i bambini raccoglitori di immondizia; essi vivono in centinaia con le proprie famiglie ammassati in un quartiere povero del Cairo, dove portano tutte le immondizie da loro raccolte in città e dove lavorano alla cernita dei materiali riciclabili: un inferno sulla terra, una vita a contatto con materiale maleodorante, tra esalazioni tossiche, topi e sporcizia.

associazione donne italiane al cairoPadre Luciano, con l’aiuto dell’Adic e di tanti altri volontari, è riuscito a formare una associazione ed a creare “in loco” un centro dove i bambini possono stare insieme, fare i compiti, giocare, ricevere un pasto caldo ogni giorno, indumenti puliti, sentire la vicinanza e l’affetto di persone amiche, che diano loro una speranza per il futuro.

Lavorare a questo progetto, gettare le basi per una vera solidarietà, senza differenze di religione e di provenienza sociale, può davvero dare un senso diverso alla propria esistenza e a quella degli altri, in una terra con un potenziale umano enorme come l’Africa, dove però la vita ha, purtroppo, un valore ancora troppo basso.

Gabriella
Milano, Italia
Marzo 2007

 

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