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State per espatriare coi vostri figli/e in una zona sismica? Questo articolo è per voi!


Quando parliamo di terremoti, di solito ci concentriamo sulle nostre reazioni d’adulti. Anche i nostri figli però hanno la loro percezione di questi fenomeni naturali spesso spaventosi….. E se nei loro racconti la paura è un fattore costante, di certo non manca una certa dose di umorismo…. qualcosa su cui noi adulti dovremmo riflettere!

Léa, 11 anni (ha vissuto a Tokyo dai 5 ai 10 anni) racconta:

Quando avevo 6 anni ho vissuto il mio primo terremoto. Era un bel sabato mezzogiorno in pieno pranzo. Stavo mangiando tranquillamente il mio riso alla salsa di soya quando l’appartamento si è messo a ballare a destra e a sinistra. Dato che ero piccola, mi sembrava di essere su una giostra, e mi sono molto divertita.
La mamma ci ha detto di metterci sotto al tavolo, ho pensato che sarebbe stato più divertente sotto alle sedie, ma non ho discusso. Quando avevo finito di pensare, era finito anche il terremoto. In effetti era durato giusto qualche secondo !
Più avanti ho avuto più paura perchè l’edificio si muoveva molto e avevo paura che cadesse da tanto si spostava. Una volta, era un mattino presto, c’erano i miei nonni, e ci siamo seduti per terra da tanto si muoveva.

Elvira, 9 anni (ha vissuto a Tokyo dai 3 agli 8 anni) e Mathilde, 9 anni (ha vissuto a Tokyo dai 6 ai 9 anni), sono state nella stessa classe al LFJT (Liceo Franco Giapponese di Tokyo), raccontano insieme:

terremoti

Foto di Luca Bonacini

Abbiamo vissuto delle cose straordinarie in Giappone, nella città di Tokyo. Abbiamo anche vissuto dei terremoti a scuola, al liceo franco giapponese. Tutto l’anno facevamo degli esercizi di evacuazione. Ci riunivamo tutti nel cortile o nel parco di Budokan. A scuola quando c’era un terremoto ci mettevano sotto i tavoli. Questo ci faceva un po’ paura.

Mathilde: Una volta mi stavo alzando da una sedia quando si è messo a tremare forte. Si muoveva tutto. Avevamo paura che l’edificio cadesse.

Elvire: Io abitavo al decimo piano e avevo paura che l’edificio cadesse. C’era un sacco di rumore: i mobili, le porte, i soprammobili…

Mattia, 11 anni, vive in Perù. Ha dunque vissuto il recente grande terremoto del 15 agosto 2007. Racconta…

Nel preciso momento dell’inizio del lungo e terrificante terremoto io stavo tranquillamente facendo i miei compiti di inglese, disegnando il mio personaggio. In quell’istante ho sentito un lieve tremolio e ho pensato: “no, non è un terremoto…”, ma non fu così, invece di smettere diventava sempre più forte, e sono corso sotto la porta più vicina. Ho guardato in faccia Alessandro, mio fratello maggiore, e in quel momento il terremoto si è fermato un pochino. Allora lui mi ha gridato: “qui, rapido!”. Mi sono precipitato sotto alla porta della cucina e con Rosa, la mia domestica, ci raccontavamo delle barzellette senza senso per calmarci. E lì è cominciato il vero terremoto.

I vetri facevano un rumore fortissimo e insopportabile, il tavolo si muoveva, cadevano le cose, la luce tremolava, e Rosa mi diceva “ahi Mattia ! Ahi, che paura !”. In quel momento ho visto il mio cane, che io pensavo fosse morto di paura, passar tranquillamente tra noi, sbadigliando, e questo mi ha calmato. Quello che mi ha buttato nel panico è stato che Rosa dopo il terremoto pensava che ne arrivasse subito un altro e mi diceva “ahi Mattia, no, non voglio morire, no !!!”. In quel momento avevo moltissima paura, ma allo stesso tempo mi piaceva sentire la terra che si muoveva da tutte le parti.

Non so perchè, ma mi sono sentito ancora più terrorizzato dopo il terremoto, avevo voglia di andarmene, scappare in un altro posto, però allo stesso tempo non avevo un posto dove andare. Quello che non mi piaceva era il fatto che i miei genitori non c’erano, e non riuscivamo a comunicar con loro. Pensai: “15 agosto 2007, un giorno che non dimenticherò”. Dopo un po’ sono arrivati Claudia e Giorgio, i miei genitori, e ci hanno spiegato i rischi di un altro terremoto o delle repliche, quello che avremmo dovuto fare e ci hanno anche raccontato che l’epicentro era vicino a Ica e Chincha, ci hanno detto dei morti, etc…

Claudiaexpat e Cécilexpat
Novembre 2007
Foto di Luca Bonacini

 

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