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primoz bizjak

Ringraziamo Cristiana (Cricchellina sui forum) per averci fatto conoscere il fotografo Primoz Bizjak, e per questa bella intervista!

Primoz Bizjak nasce nel 1976 in Slovenia e ora vive tra Madrid e Venezia. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia e Bellas Artes alla Complutense di Madrid. Ha esposto alla 50, 51 e 53sima edizione della Biennale di Venezia e in varie esposizioni in Europa. Le sue opere sono esposte in collezioni sia pubbliche che private.

 

primoz bizjak

Batteria Amalfi a Venezia

Come vivi la tua vita divisa tra Slovenia, Italia e Spagna?

Slovenia, Venezia e Spagna sono Mediterraneo. Il nostro Mediterraneo. E il Mediterraneo può portare molto lontano. In questo mondo globalizzato l’artista può anche lavorare in qualunque parte, però per quanto ci evolviamo e assorbiamo diverse culture e luoghi, non potremo mai smettere di essere quello che siamo stati. Questa base condiziona il mio sguardo e arricchisce quello che vedo, anche se mi attragono cose lontane, storie e immagini molto distanti dalle mie radici.

Come hai fatto a farti conoscere in un ambiente non familiare?

Farsi conoscere? Sarebbe più giusto dire “come ti stai facendo conoscere”. E’ un processo che non si ferma mai ed è in continua evoluzione. Come dici bene è ancora più difficile in un ambiente che per me non era familiare. Quello del fotografo non è un lavoro facile e tutto va più lentamente, come se fosse a tappe, a scale. Oggigiorno quasi tutti desideriamo fare salti lunghi, ma l’arte è un lavoro costante e lungo.

Le tue foto sembrano dei veri e propri quadri: è un effetto cercato, nel senso che ti sei formato per ottenere questo risultato, o è una conseguenza del tuo personale modo di inquadrare i paesaggi che fotografi?

primoz bizjak

Calle Amparo, Madrid

La fotografia e la pittura hanno da sempre percorso strade parallele. A volte più come se fossero sorelle che nemici. Il fatto che la camera oscura – prima dell’invenzione della fotografia – abbia avuto un’influenza così importante soprattutto nei quadri del Rinascimento, la dice lunga.

Formandomi come “pittore” all’Accademia delle Belle Arti di Venezia non posso negare di avere una stretta relazione con questo mezzo. Oggigiorno, però, “pittore” nel senso accademico vuol dire tante cose: semplicemente guardando di cosa si occupa adesso l’arte contemporanea si può capire che questo termine è ormai sorpassato. La pittura, fotografia, video, istallazione, scultura… tutto questo fa parte del nostro contemporaneo. A me, personalmente, interessa cosa può rappresentare la fotografia oggi. Certo, i grandi formati, e la luce surreale e sublime che riesco a catturare grazie alle lunghe esposizioni, in un certo senso avvicinano molto i miei lavori alla pittura.

Perché non hai un sito web? Come ti promuovi?

Un sito web può effettivamente essere una buona piattaforma. Però credo che sia una cosa utile quando tu, come spettatore, hai già visto prima il lavoro in una galleria, in un’esposizione… È un po’ come con i libri d’arte, che sono molto utili, ma vedere un lavoro dal vivo è un’altra cosa. Sono un artista visivo e poter mettere di fronte ad uno spettatore un’opera di una dimensione quasi “reale” crea un altra sensazione. Ed è proprio quell’emozione, interpretazione, che mi interessa. Con ciò non voglio dire che è escluso che un giorno io abbia un sito web:-) Per ora la maggior parte della promozione passa per le gallerie, mostre, fiere, istituzioni, collezionisti, curatori, articoli stampa…

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Hotel Bristol, Sarajevo

Un viaggio speciale con foto speciali? Racconta…

Un viaggio speciale non deve essere per forza collegato a un tempo o a una distanza. Una gita dietro casa può trasformarsi in un viaggio speciale. E sono proprio questi i luoghi che mi attraggono in modo particolare. Ce li abbiamo di fronte ogni giorno ed è frequente non dedicargli sufficiente attenzione. Entrare di notte in una casa distrutta, della quale rimane solo la facciata, calarsi in un canale svuotato per la manutenzione, passeggiare per un carcere abbandonato… quelle sono storie uniche e irripetibili. Fa parte di un processo, di una ricerca della vita e in fondo anche, in un certo senso, di appropriarsi di questi luoghi.

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Carcel de Carabancel, Madrid

Che progetti hai per il futuro?

Non amo parlare troppo del futuro. Forse un po’ perchè poi mi dispiacerebbe se le cose non si realizzassero. È giusto però avere dei sogni, alcuni realizzati, altri no. Ci sono varie cose che mi interessano di una città come Madrid -dove vivo-, però ci sono anche altri luoghi che ho intenzione di visitare prossimamente. Purtroppo non c’è tempo per tutto perchè una gran parte del mio lavoro, va nella direzione che sopra definivi “farsi conoscere” e un’altra parte, invece, la dedico a una ricerca più personale e artistica. Bisogna trovare un giusto equilibrio.

 

Intervista raccolta da Cristiana
Madrid, luglio 2012
Foto ©Primoz Bizjak

 

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