Home > Arte e Cultura > Fotografia > Cucina mediorientale e mostra fotografica a Skopje
cucina araba

Una vita expat può essere una vita difficile, solitaria, noiosa addirittura. Ma anche una vita ricca, di persone, di luoghi, di incontri con altre culture, quella del paese che ci ospita ma anche quella delle persone che vi incontriamo. Ma cosa rende una vita expat più interessante di un’altra? A volte, sapete, basta poco. Un gruppo di donne, amiche o conoscenti, con il desiderio comune di fare qualcosa insieme, e soprattutto di conoscere, di apprendere, in maniera collettiva, un qualcosa fin lì sconosciuto. E’ quanto ci è successo a Skopje, in Macedonia, dove insieme ad un gruppo di donne abbiamo dato vita ad una giornata ‘speciale’, fatta di cibo e di foto, ma condita soprattutto con chiacchiere, racconti e scambi di idee. Una giornata ‘speciale’ organizzata da Eva, Iskra e Silvia, tre donne di diverse culture (svedese, macedone e italiana) che hanno messo insieme idee ed esperienze delle loro vite expat per promuovere un incontro di (tante) culture in una sola giornata. Ecco il racconto di Silviaexpat… 

 

Ho conosciuto Eva (a destra nella foto in alto) subito dopo il suo arrivo a Skopje, più di un anno fa. Svedese di madre ungherese, Eva ha vissuto molti anni in Spagna, in America Latina e nei Balcani (Romania e Serbia), lavorando in grossi progetti di cooperazione e sviluppo per conto delle Nazioni Unite. Dopo 4 anni a Belgrado, Eva, con marito e due figli è approdata in Macedonia, a Skopje, dove il marito (svedese) ha aperto una ditta di prodotti latticini e dove Eva si è dunque da subito impegnata nel promuovere attività multiculturali tra donne internazionali presenti in Macedonia e donne macedoni e albanesi interessate allo scambio culturale. Era inevitabile dunque che ci conoscessimo! Questa prima giornata di “Multicultural Event” nasce infatti proprio dall’idea che conoscere e apprendere, in maniera collettiva, elementi culturali diversi possa arricchire ancor più lo scambio multiculturale che deriva dall’evento stesso.

 

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Un té in montagna

Iskra Frckovska, è invece una donna macedone, sposata da circa venti anni con un architetto iracheno, Ala, con cui vive a Skopje insieme ai loro due figli adolescenti. Iskra innamoratasi di Ala e della cucina araba – diligentemente appresa dalla suocera – ha gestito per anni, nel centro di Skopje, un ristorante di cucina mediorientale, ‘Um Zina’, insieme ad un altro piccolo Take Away – ‘Aladdin‘ – nel centro commerciale più visitato della città. Adesso, Iskra vuole rinnovare la sua attività e dopo aver chiuso entrambi i locali sta pensando a qualcosa di più intimo, un piccolo ristorante arabo e internazionale dove potersi incontrare per un gustoso Tabouleh o per un semplice caffè turco e Narghile tranquillamente adagiati tra cuscini e tappeti orientali.

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I territori del Nord

L’idea di organizzare una giornata attorno alla cucina araba è nata insomma da uno scambio di idee tra Eva e Iskra che hanno dunque articolato l’idea fino a dar vita ad un micro corso di cucina mediorientale a cui hanno partecipato – previo invito via email – una dozzina di donne expat. All’idea se ne è poi aggiunta un’altra e cioè quella di offrire alle partecipanti qualcosa di ‘visivo’ che potesse accompagnarle durante la preparazione e la cottura degli ingredienti. Ed ecco come si è aggiunta dunque la mia partecipazione con la serie di foto in b/n fatte da me in Pakistan tra il 1994 e il 2005.

Le foto, rigorosamente in b/n, erano divise in due serie : la prima serie è formata da foto dei Territori del Nord – là dove l’ Himalaya incontra le catene montuose del Karakoram, dell’Hindukush e del Pamir – foto scattate tra il 1994 e il 1997 e che raccontano i volti e i luoghi di una delle zone più belle e misteriose del mondo, quella zona di monti, valli e cime altissime (tra i 7,000 e gli 8,000 m), dove vivono genti dalle lingue più disparate e varie che hanno partecipato nel corso dei secoli alla fama e al successo del commercio lungo la Via della Seta; la seconda serie invece è formata da foto scattate tra il 2003 e il 2006 nel Punjab, nella zona centrale del Pakistan, bagnata dall’Indo e dai suoi affluenti e caratterizzata da immensi campi di cotone la cui raccolta rappresenta il mezzo principale di sussistenza per moltissime famiglie povere e poverissime della regione.

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Il Punjab

Detto, fatto ! Una volta stampate le foto in A3 e organizzato “l’angolo mediorientale” a casa di Eva, con tappeti e cuscini, Narghile e bicchierini da the turchi, libri sui Balcani, sul Medioriente e sul Pakistan, la giornata fatidica del 17 ottobre è finalmente arrivata ed ecco come è andata.

Si è cominciato alle 8:30 del mattino, quando una dozzina di donne (spagnola, francese, olandese, britannica, sudafricana, albanese, portoghese, macedone, tedesca, bulgara, americana…) si sono incontrate con Iskra per andare direttamente con lei al Bit Bazaar, il mercato più fornito di Skopje, quello più grande e più ricco di spezie, frutta e verdura nel cuore della città vecchia, quella medina turca che racconta dei tempi d’oro dell’Impero Ottomano…

 

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La cucina diventa un harem

Lì le partecipanti, guidate da Iskra, hanno cercato, trovato, scelto e comprato gli ingredienti necessari ai piatti tipici della cucina araba che avrebbero poi dopo cucinato insieme a lei: ceci, melanzane, pomodoro, prezzemolo, peperoncini piccanti e peperoni dolci e poi ancora le importantissime spezie, il cumino, il coriandolo e il cardamomo per rendere ancora più prelibata la già tenera e deliziosa carne di vitello per il kebab…

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I campi di cotone nel Punjab

Una volta finita la spesa, il gruppo è arrivato a casa di Eva dove – indossata ciascuna una tipica jallabiyya araba – le donne, guidate da Iskra, hanno invaso la grande cucina svedese con le loro chiacchiere e risate in un sottofondo di musica egiziana e al suono dei coltelli che tagliavano e sminuzzavano, mestoli che giravano e rimestavano, pentole che bollivano e fischiavano, in una deliziosa sinfonia di suoni, profumi e colori!

Nel frattempo, a gruppi di due o tre, alcune partecipanti si avvicinavano alle foto e incuriosite mi chiedevano di chi fossero quei volti così particolari e dove fossero quei luoghi dall’aria così ‘estrema’, dalla luce abbagliante del Punjab (fino ai 50° nei mesi estivi)e alla durezza della roccia e dell’inverno nelle zone montane (fino a -20° nei rigidi mesi invernali) . Raccontare di quei luoghi e di quelle genti – i Burushaski della valle di Hunza, i Wakhi più a nord, fino alla Cina e all’Afghanistan ; i Pathan, gli Shi’na, i Dom…, insomma di quel canovaccio incredibile che forma le loro storie, culture e tradizioni è stato davvero emozionante e bellissimo, sia per me che rivivevo così alcuni dei momenti più belli della mia esperienza in Pakistan , che per quelle 12 donne che, tra la meraviglia e la curiosità, hanno potuto scoprire, attraverso quelle foto, un mondo a loro del tutto sconosciuto.

 

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Pronto!

 

Finalmente, verso le 13:30, ecco arrivare i piatti di portata ripieni di Humus e Babaganush e cestini di pane arabo e poi un freschissimo e lussureggiante Tabouleh e infine un gran piatto tondo ricoperto di rosolatissimi kebab! Sedute sul grande tappeto iracheno di Iskra, tra i grandi cuscini ricoperti di arazzi e fazzolettoni mediorientali, eccoci soddisfatte e contente del cibo da noi preparato, così come delle storie che ci raccontiamo e che si alternano su mondi possibili vicini e lontani.

 

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Infine caffè turco e Narghilé

Infine, dopo il ricco e delizioso pasto, caffè turco e Narghile ci hanno gaiamente accompagnato verso la fine del pomeriggio quando tutte, a malincuore, abbiamo salutato questa giornata davvero speciale !
Silviaexpat
Skopje, Macedonia
Ottobre 2007

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