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Giuliettaexpat condivide alcune riflessioni sulla scelta del sistema scolastico per i nostri bimbiexpat.

 

Giulietta bimbe2Spostarsi da un paese all’altro non è mai facile e non lo è soprattutto quando nell’avventura sono coinvolti bambini e ragazzi… Non lo è perché la preoccupazione primaria di ogni genitore si focalizza ovviamente sulla scuola, sulla ricerca della scuola migliore e possibilmente sul trovare un sistema simile al precedente, se non lo stesso.

Sappiamo come per noi italiani trovare una valida scuola italiana all’estero sia complicato, non tanto per il valido in sè quanto perché il sistema educativo italiano in giro per il mondo è estremamente ridotto. Ci sono invece sistemi che permettono di saltare da un paese all’altro in allegria sapendo che nel passaggio i nostri figli non rischiano di perdere una certa logica nel loro percorso di studi. Ci si trova a volte a fare anche la scelta di cambiare benchè in loco ci sia lo stesso sistema, un po’ spinti dal provare altro, un po’ perché a volte un sistema scelto da noi adulti può non convenire al 100% ai nostri fanciulli, così si prova qualcosa di nuovo.

Da sempre ho in mente una bella frase che una psicologa francese mi disse a proposito della scuola:  “signora, non si dimentichi che non è il bambino che si deve adattare alla scuola, ma la scuola che deve adattarsi ad ogni diversa personalità”. Mi piace pensare che sia possibile, ma fino a qualche anno fa l’ho sempre trovata una bella utopia, la scuola perfetta non esiste e ciò che è perfetto per un bambino o per un genitore non lo è per un altro. Ognuno di noi cerca cose diverse proprio perché abbiamo tutti percorsi e storie diverse alle spalle, ogni bambino cresce con il suo bagaglino di esperienze e si adatterà più o meno ad un sistema scolastico.

Di sistemi scolastici ne conosco direttamente tre, uno è quello italiano, vissuto sulla mia pelle e che ho frequentato di striscio mentre le mie figlie erano al liceo internazionale di Saint Germain en Laye, dove per qualche anno hanno avuto la fortuna di studiare un po’ di italiano come in Italia (o come dice mia figlia maggiore, la sfortuna di dover sopportare Dante e Manzoni come in Italia!). Il sistema francese è stato il sistema frequentato per tanti anni dalle mie figlie, inframmezzato da un po’ di liceo internazionale con predominante francofona, per poi tuffarci, o meglio tuffarle nel sistema americano, che impariamo a conoscere pian piano.

Tre sistemi molto diversi tra loro, con pregi e difetti, con rigidità e aperture, con slanci di modernità e legami con il passato duri da sradicare. Tre sistemi che credo siano incomparabili, criticabili su certi punti e in misure diverse. I francesi tendono a ritenere il loro sistema il migliore, gli italiani vedono nel carico immenso di lavoro dato già alle elementari un elemento importante per sottolinearne il valore, gli americani visti dall’esterno sono molto criticati per l’estrema apertura e tolleranza, una scuola ludica che fa divertire ma niente di più.
Pablo2Facile ritenersi i migliori e criticare gli altri, facile non essere capaci di non guardare oltre il proprio sistema, almeno non si va in terreno sconosciuto e non si rischia di scontrarsi con qualcosa di troppo nuovo.

Io sono cresciuta con un percorso scolastico abbastanza tracciato, fin da piccola sapevo che avrei fatto studi classici al liceo perché mio padre aveva da sempre sottolineato l’importanza del latino e del greco come elementi formatori di una personalità, non ho sofferto del fatto che le mie figlie crescendo in sistemi diversi dal mio non avessero questo tipo di formazione, hanno studiato un po’ di latino, alla francese le grandi, e la piccola all’americana… e mi metto un po’ le mani nei capelli se penso a come lo facciamo noi in Italia, ma faccio astrazione e mi dico che tutto sommato hanno altro per forgiare le loro personalità.
Negli anni ho cercato di prendere il buono da un sistema scolastico e poi adesso dall’altro, passando sopra lacune su certi argomenti, che sono tali per noi italiani, e rigidità per me inconcepibili, stupendomi però anche sulla quantità di materie interessanti, l’approfondimento di tematiche, l’apertura al mondo che non ci sono nel nostro sistema.

In questi giorni sono confrontata con alcune problematiche comportamentali a scuola e con le soluzioni date e sono quasi spiazzata dal modo in cui gli americani affrontano certi problemi, come il bullismo o il disagio psicologico di certi bambini. Ci sono un’attenzione e un ascolto che ti rincuorano, la scuola reagisce in frettissima senza minimizzare i problemi, si mette in azione con i ragazzi stessi, coinvolge le famiglie e dei professionisti che possono intervenire.

Molte volte nel sistema francese ho visto minimizzare problemi e preferire non intervenire, cercando quasi di colpevolizzare i bambini e di renderli diversi agli occhi degli altri, anziché insegnare al gruppo classe a tollerare le differenze e ad aiutare un compagno più debole o in difficoltà. Qui se c’è un problema si reagisce senza mezze misure insegnando ai bambini che il loro benessere a scuola e fuori è uno degli elementi più importanti per la loro crescita. Questo per me è un approccio fondamentale che va al di là di ogni programma o approfondimento di storia, matematica e scienze.

Tutto sommato non mi importa molto che le mie figlie leggano Cicerone capendoci poco e con accento francese (perché i francesi leggono il latino come i francesi e le mie hanno imparato così), non mi importa che la matematica sia fatta in modo diverso e che la storia salti di palo in frasca, lasciando dei buchi nelle loro conoscenze, li colmeranno dopo, hanno tutta la vita per farlo e la curiosità necessaria! Non mi importa quasi che ci sia meno ordine e rigore nei quaderni, l’importante è che sappiano che ci vuole ordine e rigore nella vita in certi momenti e in certe situazioni, una cosa però che veramente mi sta a cuore è che vivano in una scuola aperta e tollerante, che dà spazio ai ragazzi e alle loro diverse personalità, che se proprio non si avvicina all’utopia della scuola che si adatta ai bambini, non ne sia troppo lontana, che insegni loro a vivere in mezzo agli altri e ad apprezzarne culture e provenienze diverse.

Alla fine se c’è tutto ciò ogni sistema con il suo insieme di pregi e difetti formerà delle belle personcine capaci di affrontare il mondo di oggi, di essere degli adulti aperti e tolleranti, degli adulti pronti ad affrontare il mondo e la vita con il sorriso e la voglia di scoprire! Come genitori non soffermiamoci sull’apparenza, sulla mole di lavoro, sulla quantità di materie, andiamo oltre e cerchiamo di capire di cosa veramente i nostri figli hanno bisogno per crescere nel modo migliore, senza bisogno che sia la pagella a darci il risultato.

Giuliettaexpat
Los Alto, San Francisco Bay Area
Febbraio 2014

 

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