Home > Testimonianze > Da dove ricomincio? Il ritorno a casa di Paola

Paola è una regista documentarista che abbiamo conosciuto quando stava raccogliendo materiale per un documentario sull’espatrio al femminile. Originaria della Puglia, Paola ha vissuto quattro anni a Bruxelles, ed è da poco tornata a Lecce. In questo bellissimo articolo ci racconta i perchè della sua scelta di ritorno, e i suoi sentimenti. Grazie Paola!

 

Quand’ero bambina scrissi un racconto. C’era un uomo che aveva fatto il giro del mondo, visitato mille posti, incontrato mille persone. Poi aveva incontrato Dio, e Dio gli aveva chiesto “Qual è il tuo desiderio più grande?” L’uomo non ci pensò due volte. “Tornare a casa”, disse.

da dove ricomincioSono rientrata in Italia da nove mesi dopo aver vissuto quattro anni nella capitale europea. Bruxelles è una città che amo moltissimo, piena di vita, piena di cose da fare, piena d’italiani. A Bruxelles ho conosciuto una realtà diversa, ho avuto il mio primo stipendio “serio”, sono stata bene e sono stata male, ma davvero è stata per questi ultimi anni la mia seconda casa.

Il Belgio è un paese che pochi conoscono, è un paese sottovalutato. Oltre alle istituzioni ci sono zone meravigliose. Le città fiamminghe con i castelli medievali, i boschi rigogliosi e i fiumi dove fare kajak; di più, è la testa dei belgi che è bella perché i belgi sono aperti, sono tolleranti, hanno un grande rispetto.

Eppure a un certo punto ho deciso di tornare in Italia. Spiegarlo in poche parole è estremamente complicato, scriverne vuol dire mettere a nudo una parte di me. Per questo utilizzo la storiella dell’incontro dell’uomo viaggiatore con Dio, che avevo perso tra i ricordi e di cui oggi riconosco il senso.

Sono tornata per nostalgia? Un po’ sì, sono tornata perché mi mancava la familiarità dei posti dove sono cresciuta, le persone che mi conoscono da quando avevo sei anni e che non hanno bisogno di spiegazioni per sapere se sto bene o male, la mia famiglia, il ritmo della mia città del Sud Italia, piccola ma culturalmente attiva, soleggiata, dove la gente al bar ti riconosce e ti offre un buon caffè ristretto.

Sono tornata per amore? Un po’ sì, perché quando hai un compagno che ha scelto di seguirti ma che sai che è lì solo per te, inizi a porti delle domande.

da dove ricomincioSono tornata per la lingua, per il mare, per il sole, per la sicurezza di girare a piedi di notte da sola nella mia città e di sentirmi al sicuro, sempre, cosa che non provavo in una città grande e popolosa come Bruxelles, per la voglia, a 30 anni, di costruirmi una casa mia e non vivere ancora in affitto, perché se ho voglia di dipingere le pareti di fucsia adesso posso farlo.

Sono tornata per tutte queste cose insieme e tante altre ancora, ma soprattutto sono tornata perché sentivo che dovevo farlo.

Sono tornata per rabbia? Sì, sono tornata per rabbia.

Sono tornata perché sentivo che la mia vita a Bruxelles non era quello che volevo. Stavo bene, guadagnavo bene, ma non ero felice.

Sono tornata perché ho conosciuto tanti ragazzi che sarebbero voluti rientrare in Italia e che non ne hanno avuta la possibilità, e questo è il vero dramma: non la partenza, ma l’impossibilità del ritorno. Sono tornata perché sono una donna libera e voglio continuare a sentirmi libera anche di tornare in un paese che da tanto si è dimenticato il rispetto per le donne.

Sentivo dentro di me che il mio posto era altrove. Sentivo che dovevo fare altro. Tornare a casa, ricominciare da qui. Con la valigia piena di esperienze che avevo riempito a Bruxelles. Paradossalmente, sono partita con una valigia vuota e son rientrata con il bagaglio, e il cuore, colmi di ricchezze. È stata una decisione maturata in poco tempo, ho seguito il mio istinto e il mio cuore. Ho sentito il richiamo della mia terra, la Puglia, e ho capito che ci sono tante cose che posso fare. Che voglio, che devo fare qui. La Puglia si sta muovendo e io credo che sia stato un buon momento per rientrare. E forse questa è stata, fino ad ora, la più grande scommessa della mia vita.

Il rientro è stato particolare. Da una parte la carica e l’entusiasmo, dall’altra l’enorme paura del futuro. Da dove ricomincio? Dai contatti, dalle persone. Mi ero dimenticata quanto le parole siano importanti. La sfumatura di un aggettivo. Quando parli in una lingua che non è la tua non ci fai caso. Avevo dimenticato l’odioso atteggiamento di chi pretende che tu lavori gratis per lui, e che sembra farti anche un favore, ma ora so come rispondere. Avevo dimenticato quant’è bello riuscire a portare avanti un progetto che ci interessa veramente, nel quale davvero c’è il nostro cuore. Avevo dimenticato il sapore di un complimento da parte di chi ha vissuto come me, che sa quanti sacrifici ci sono dietro ogni piccolo successo. Avevo dimenticato quanto è importante fare ciò che amiamo anche guadagnando molto meno, perché chi ha un lavoro che ama non lavora mai. Avevo dimenticato il gusto delle sfide e i grandi progetti per il futuro.

Da dove ricomincio? Dalle idee, legate a una storia che conosco e ho vissuto. Che voglio mostrare, raccontare agli altri. È questo che voglio fare con la mia telecamera.  Con gli occhi spalancati sul mondo, ma partire da qui.

 

Paola
Lecce
Marzo 2011

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