Home > Scuola > Le scuole locali per i bambini in espatrio
scuola locale

Diane è statunitense ed è espatriata in Turchia con i suoi tre bambini. Per i suoi figli ha scelto una scuola locale e in questo interessante articolo ci racconta la sua esperienza. Grazie Diane !!!

Quando decidemmo di trasferirci oltreoceano con la famiglia, la gente non smetteva di ripetere che la scuola sarebbe sempre stata un problema per i nostri figli. Ci consideriamo (e i nostri figli con noi) piuttosto flessibili e ci sentivamo dunque all’altezza della sfida. Incominciammo a cercare delle opzioni in Internet e trovammo un paio di scuole internazionali, ma erano talmente care che dovettimo eliminarle subito dalla lista delle possibilità. Decidemmo dunque di iscriverli alla scuola locale. Se per qualche motivo la cosa non avesse funzionato, mi sarei occupata io di impartire loro i corsi da casa.

Ci trasferimmo in Turchia all’inizio di marzo. 10 giorni dopo il nostro arrivo nel nuovo paese, iscrivemmo la nostra bimba di 6 anni all’asilo e quello di 8 anni alla seconda elementare di una piccola scuola locale pubblica in fondo alla nostra via. Non dimenticherò mai il giorno in cui li lasciai lì. Sapevano dire “ciao” e contare fino a 10 nella nuova lingua, ma non molto di più. I compagni erano tutto molto carini verso di loro e volevano esercitare quelle poche frasi di inglese che sapevano. “Hello. What is your name? Hello. What is your name? Hello. What is your name?”, ancora e ancora e ancora.

Per i primissimi giorni tutta questa attenzione divertì i nostri figli, ma presto divenne irritante, e allo stesso tempo si sentivano sempre più frustrati perchè non riuscivano a capire cosa succedeva intorno a loro. Il nostro ragazzino, inoltre, faceva un grande sforzo perchè i ragazzi qui interagiscono in maniera molto diversa da come fanno negli States. Usavano un approccio molto duro e lui non capiva se era un modo per invitarlo a giocare o se volevano ferirlo. Li incoraggiammo a tener duro fino alla fine dell’anno, ma farli entrare in classe divenne una lotta quotidiana.

Riuscimmo ad arrivare alla fine dell’anno, ma era ovvio che avremmo dovuto riconsiderare la scelta della scuola locale. Dopo un paio di settimane di tranquillità, durante le quali li lasciammo sereni per “riprendersi” dall’esperienza, tentammo di capire come si sentivano all’idea di tornare in quella scuola in autunno. Spiegammo loro le due ragioni per le quali la consideravamo una buona scelta: avrebbero imparato rapidamente la lingua locale e si sarebbero fatti degli amici nel quartiere. Dopo molti discorsi e preghiere decidemmo che nostra figlia sarebbe tornata alla scuola locale per la prima elementare in settembre, e il ragazzino avrebbe seguito i corsi da casa.

Sono molto contenta che nostra figlia abbia continuato in quella scuola. Ha finito la prima elementare in maniera perfetta, grazie a una maestra estremamente comprensiva e alla sua forte personalità. Non tutti i giorni sono stati facili, e l’abbiamo spesso ampiamente “premiata” (leggi: ricattata) per la sua perseveranza. Non è ancora perfettamente fluente nella lingua locale, ma ha molti amici e parla senza accento. Inoltre il fatto che lei sia in quella scuola ci ha permesso di incontrare e di stringere amicizie con molte famiglie locali che sono state una fonte importantissima per capire questa cultura.

Il prossimo anno farà la seconda elementare alla stessa scuola. Per il momento il livello didattico è accettabile, ma alla fine dell’anno successivo dovremo riflettere nuovamente su cosa è meglio per lei dal punto di vista educativo. Ma come per molte altre decisioni nella vita all’estero, attraverseremo anche questo ponte quando arriverà il momento !

Diane
Turchia
Settembre 2006

Traduzione dall’inglese di Claudiaexpat

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