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Nel 2008 avevo scritto questo articolo per raccontare un evento che si svolgeva in Perù, dove abitavo, e una bellissima iniziativa interculturale. Per questo speciale aggiornamento sulla musica in espatrio, ho ricontattato Ellen, che avevo intervistato all’epoca, per sentire come vanno le cose. Inserisco dunque un piccolo aggiornamento, lasciando l’intervista originale com’era, perchè è ancora attuale. Buona lettura e buona musica!

 

Traveling Notes è un festival musicale interculturale che mette in contatto giovani studenti musicisti con altre culture e importanti esperienze musicali. Si distingue da altri eventi musicali perchè associa l’educazione musicale al viaggio in altre culture e alla dimensione sociale.

 

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Ogni anno un nuovo paese diventa il palcoscenico del Festival di Traveling Notes, un intenso incontro musicale cross culturale. Nel 2012 il Festival si è svolto in Georgia.  Giovani musicisti dagli Stati Uniti a un livello intermedio e avanzato nei loro studi musicali e insegnanti di musica altamente qualificati, che risiedono negli Stati Uniti, incontrano i giovani musicisti e gli insegnanti del paese che li accoglie per interagire, studiare e far concerti. Insieme partecipano alle prove, a sessioni musicali, classi maestre e seminari di musica da camera. Il Festival è sempre anche un’occasione per scoprire i siti storici, i muesi e i monumenti nazionali dei paesi ospitanti, facendo così conoscere ai giovani musicisti la storia e la cultura del paese. Oltre al suo scopo musicale e culturale, Traveling Notes ha molto a cuore la coscienza sociale e l’interazione tra i giovani. Una parte integrale del suo programma comprende l’aiuto ai meno fortunati. I partecipanti di Traveling Notes diventano ambasciatori dei loro paesi e acquisiscono una profonda comprensione delle culture coinvolte, le loro tradizioni e la loro struttura sociale. Allo stesso tempo migliorano le loro capacità musicali e vengono stimolati a raggiungere il loro massimo potenziale.

Avevo incontrato Ellen, una delle organizzatrici del Festival, a Lima, quando lei viveva e lavorava lì. L’ho ricontattata per questo speciale Musica e Espatria. Oggi Ellen vive a Yerevan, in Armenia, dove continua a lavorare instancabilmente per Traveling Notes. Lo scorso anno è stata in prima linea per l’organizzazione del festival in Georgia, e quest’anno sta organizzando un seminario Traveling Notes a Yerevan nella seconda metà di gennaio, oltre ad aver avviato una collaborazione con l’Associazione Mozart Italia, con la quale organizzerà qualcosa per l’estate.

L’intervista che segue risale al 2008, quando avevo saputo che il Festival si sarebbe svolto in Perù. Essendo un’amante della musica e degli eventi interculturali, e avendo un figlio che è appassionato di musica classica, ho chiesto a Ellen di spiegarci qualcosa in più sull’evento, e su come è nata l’intera idea.

Ellen, parlaci un po’ di te.

traveling notesSono nata in Belgio, dove ho vissuto fino ai 30 anni. Ho lasciato il paese perchè volevo conoscere altre culture e imparare nuove lingue.

Ho vissuto un anno e mezzo in Spagna, e altrettanto in Germania. Quindi sono andata in California, dove ho incontrato mio marito, che stava studiando alla UCSD (Università di California, San Diego).

Quando ha finito gli studi ci siamo installati a Baltimore, sua città natale, e ci siamo sposati.

Io ho cominciato a lavorare per il reparto vendite e marketing di Intelsat, una multinazionale di telecomunicazioni a Washington DC, e lui ha fatto il servizio civile e ha cominciato a lavorare per USAID. La nostra prima missione all’estero è stata in Perù, dove abbiamo vissuto per quattro anni, la media standard dei contratti all’estero con USAID. Attualmente siamo a Santo Domingo, circa a metà del nostro contratto.

Chi ha avuto l’idea di organizzare il festival?

L’idea è nata da un incontro casuale nel marzo dello scorso anno con un violinista peruviano che vive negli Stati Uniti, Jorge Aguirre, e che era venuto a suonare a Santo Domingo per il Festival Musical de Santo Domingo, un evento annuale di due settimane con molti concerti di musica classica.

Da tanti anni lui aveva l’idea di far incontrare giovani musicisti dagli Stati Uniti e dall’America Latina per dar loro la possibilità di imparare a vicenda, sia musicalmente che culturalmente, ma non era mai riuscito a far decollare il progetto, per mancanza di risorse e di tempo.

Dato che la mancanza di interesse verso la musica classica nella Repubblica Dominicana era una delle mie fonti maggiori di frustrazione, e con la solida esperienza che mi ero fatta nell’organizzazione di eventi e in marketing con Intelsat, e tempo a disposizione perchè ero una “moglie a seguito”, mi sono offerta di organizzare un festival musicale a Santo Domingo con una partecipazione mista di studenti statunitensi e dominicani.

Era metà marzo quando abbiamo formulato il tutto su un tovagliolo di carta di un ristorante locale. Fissammo l’ultima settimana di giugno come data per il nostro festival.

Nei due mesi e mezzo successivi ho lavorato senza sosta per negoziare con hotel, ristoranti e linee aree, per trovare borse di studio e appoggio finanziario, per trovare famiglie ospitanti per i nostri partecipanti dagli States, per fissare i luoghi per i concerti, organizzare il trasporto e dare interviste alla stampa e alla TV locale, stampare e distribuire poster dei concerti e i programmi, e per arrivare a un programma equilibrato di otto giorni, che comprendesse educazione musicale e attività culturali.

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Fare tutto questo in un paese dove tutto è a) lasciato nelle mani di Dio e b) da farsi in un vago momento chiamato mañana, mi è quasi costato la sanità mentale e ho giurato che non l’avrei mai più rifatto!

Però quando gli studenti hanno cominciato ad arrivare dagli States alla fine di giugno e il Festival c’è effettivamente stato, la soddisfazione di vedere come tutti questi giovani e bravi ragazzini – compreso il mio – godevano incredibilmente di tutti i miei sforzi, ha compensato le mie notti insonni.

Da allora il programma è maturato in molti modi: è stato adottato da un’organizzazione no profit di Norfolk, VA e stiamo creando una collaborazione strategica con la Youth Orchestra of the Americas (Orchestra Giovanile delle Americhe), un’orchestra di giovani molto famosa che gira il mondo i musicisti più promettenti delle Americhe. Il loro direttore artistico è Plácido Domingo e molti dei musicisti classici famosi a livello mondiale contribuiscono al programma. Siamo estremamente orgogliosi di quest’alleanza, dato che eleva moltissimo il nostro programma.

Il nostro secondo Festival avrà luogo in Perù dal 28 giugno al 10 luglio (2008), con concerti a Lima e a Cuzco.

Qual è il tuo coinvolgimento nel festival? Cosa fai nello specifico?

Sono il Direttore Esecutivo di Traveling Notes e mi occupo di tutta la logistica, raccolta fondi, contabilità e marketing. Il mio partner, Jorge Aguirre, è il Direttore Artistico e si incarica della parte musicale, delle audizioni, del repertorio del festival e dell’educazione musicale.

Come spiegheresti l’importanza del festival?

Il festival è importante non solo perchè dà un’ottima formazione musicale a giovani musicisti e una grande motivazione a continuare il loro percorso in quanto tali, ma anche perchè fa incontrare giovani di diversi paesi e diverse culture attraverso il linguaggio universale della musica.

I nostri partecipanti diventano ambasciatori dei proprio paesi, e imparano ad apprezzare le culture di altri paesi.

Un terzo ma altrettanto importante fattore del nostro programma è che usiamo l’incredibile talento dei nostri giovani partecipanti per raggiungere i meno fortunati e permettere ai bambini di aiutare altri bambini.

Per far questo organizziamo concerti di beneficienza per sostenere una causa locale. Ad esempio in Perù faremo un concerto di beneficenza al Newton College per aiutare le vittime dell’ultimo terremoto.  Daremo anche un concerto gratuito all’Hogar Santa María e stiamo collaborando con l’Ambasciata degli Stati Uniti per ulteriori concerti in altre parti.

Come scegliete gli studenti che partecipano al festival?

Mettiamo grande impegno nel marketing del nostro evento negli Stati Uniti, in Repubblica Dominicana e in Perù, mandiamo informazioni, contattiamo i conservatori, le orchestre di giovani e altre istituzioni musicali ovunque. Cerchiamo anche di ottenere delle borse di studio per i partecipanti che non hanno i mezzi finanziari per partecipare.

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Come scegliete i paesi in cui si svolge il festival?

I paesi vengono scelti in base al supporto che troviamo a livello locale. La Repubblica Dominicana è stata una scelta facile perchè io ci vivo e ho potuto dunque coordinare tutto da sola. Il Perù è stata la seconda scelta logica perchè io avevo dei contatti nel mondo musicale grazie alle mie due figlie che avevano studiato musica e Lima, e Jorge sapeva chi era chi dato che è peruviano.

Quando abbiamo parlato con il signor Cino del Newton College, che ci ha dato il suo pieno supporto per organizzare il nostro secondo evento in collaborazione con la sua scuola, abbiamo capito di aver fatto la scelta giusta.

Stiamo arrivando al punto in cui delle istituzioni straniere ci contattano per invitarci, e quindi dovrebbe diventare sempre più facile scegliere i paesi giusti. Per il momento stiamo esplorando la possibilità del Messico, Colombia, Argentina e Italia, per il prossimo anno.

Ellen, conta su Expatclic per una mano in futuro e per spargere la voce su questa bellissima iniziativa e magari anche per ospitare insegnanti e studenti! 

 

Redatto in inglese e tradotto da Claudiaexpat
Scritto a Lima nel 2008
Aggiornato a Gerusalemme a gennaio 2013
Fotografie ©Ellen

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