Mi sono imbattuta nella campagna per la raccolta fondi GoGetFunding di Shafigheh Qias su Facebook ed ero curiosa di sapere di più sulla sua storia. Sono arrivata a Melbourne nel 1991 e conosco le sfide che trasferirsi in un altro paese comporta. Ma non so nulla di cosa si prova a dover lasciare il proprio paese per fuggire alla persecuzione, di cosa vuol dire intraprendere un lungo e pericoloso viaggio per arrivare alla salvezza ed essere messi in un campo simile ad una prigione.
Questo, e molto altro, è quello che Shafi ha sostenuto nella sua giovane vita. Tuttavia non ha rinunciato alla speranza, ha trovato la forza di continuare il cammino, seguendo le sue passioni e rifiutando di essere una vittima. La sua storia è una tra tante ed è un privilegio poterla raccontare.
Shafi è nata in Afganistan e si è trasferita in Iran con la sua famiglia quand’era bambina, per fuggire ai Talibani.
Dopo aver fatto avanti e indietro tra i due paesi, Shafi e la sua famiglia hanno iniziato il difficile viaggio verso la Grecia, attraversando le montagne dell’Iran e la Turchia. Nel 2017 sono arrivati in barca a Lesbo e qui sono stati accolti nel famigerato campo profughi di Moria.
Si rende presto conto delle orribili condizioni di vita nel peggior campo profughi della Grecia, in particolare della violenza che le donne devono affrontare quotidianamente.
Dopo solo due settimane dal suo arrivo, Shafi organizza una protesta nella piazza del paese, con i suoi fratelli e sorelle.
Dal mio primo incontro con Shafi, attraverso lo schermo del mio telefono su Whatsapp, sono consapevole che ho davanti una donna forte e determinata:
“Credo nell’importanza di usare il nostro potere per cambiare una situazione, per seguire i nostri sogni”, mi dice.
Non posso fare a meno di provare una carica di ammirazione per questa giovane donna dall’altra parte del mondo.
Le proteste e gli scioperi della fame a Lesbo durano tre mesi, dopo di che il governo cede e trasferisce Shafi e la sua famiglia ad Atene.
Shafi mi racconta del processo che ha sostenuto ad ottobre, per aver occupato la piazza, e di come è stata giudicata innocente.
Teoreticamente è ora una donna libera.
Le è stato concesso asilo in Grecia come rifugiata politica, il che significa che ha una carta di identità e il diritto di circolare liberamente in Europa, se lo desidera. In realtà questo può essere piuttosto difficile.
Sua madre e parte della sua famiglia hanno lasciato la Grecia, un paese in cui, a causa della crisi economica, è difficile trovare lavoro. Per il momento vivono in Belgio ma la loro prima domanda per il permesso di soggiorno è stata rifiutata.
Shafi ha deciso di rimanere ad Atene e seguire il suo sogno di diventare una stilista e creare la sua casa di moda, ancora una volta prendendo il destino nelle sue mani.
Ha iniziato a cucire in Iran, lavorando come sarta da quando aveva 14 anni e ha ripreso questo lavoro ad Atene.
Quello che vorrebbe è produrre i propri modelli, usando le sue idee, invece si lavorare su quelle degli altri.
“Adoro creare cose belle che rendano felice la gente” afferma. Ed è queso desiderio di creare gioia e bellezza che la spinge a continuare nel suo lavoro e le fornisce il trampolino di lancio per seguire il suo sogno di diventare una stilista.
Shafi ha chiamato la sua prima collezione FLAME (Fiamma), ispirata alla fiamma ardente della creatività che la sostiene.
Femminile, per celebrare l’estetica delle donne
Loving, amore verso gli altri
Artistic, nel suo approccio artistico
Modern, al passo con un mondo che cambia
Elegant, per dimostrare rispetto verso se stesse
Gli abiti che produce riflettono i valori che più le stanno a cuore.
La collezione di nove look, composta da tredici pezzi individuali, verrà proposta da 5 modelle durante un evento ospitato da Action For Women Halcyon day project che si terrà il mese prossimo ad Atene, in un bellissimo edificio neoclassico.
Oltre ad essere una designer di grande talento, Shafi osserva con attenzione ed è consapevole dell’importanza di appartenere ad una comunità.
Il suo obbiettivo è di continuare a concentrarsi sull’ottenere un’istruzione, cominciando con l’approfondire la sua conoscenza delle lingue e dell’informatica, passando poi ad acquisire familiarità con la cultura e l’estetica della moda europea.
Shafi sottolinea l’importanza di prendere l’iniziativa invece di osservare passivamente, e di cercare di cambiare ciò che non ci piace.
Parla con orgoglio di sua madre e di come ha allevato undici figli in condizioni tutt’altro che semplici, insegnando loro l’importanza di essere indipendenti e di sviluppare le proprie capacità.
Da donna e madre non posso fare a meno di ammirare questa donna meravigliosa e Shafi ride quando la definisco “Superwoman”, ma è diventata immediatamente una delle mie eroine!
In futuro Shafi vorrebbe andare in Canada per proseguire con un’educazione accademica più formale, prima di lasciare il suo segno nel settore della moda.
Una giovane donna che suscita ammirazione e ispirazione, determinata a realizzare il suo sogno, alla fine della nostra chiacchierata ha un messaggio per tutte le donne, che traduco liberamente così:
“Il tempo non si ferma ad aspettarci, andiamo avanti usando le nostre forze e creiamo insieme un mondo migliore.”
Barbara Amalberti (Barbaraexpat)
Photos ©ShafighehQuia
November 2019