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parto in honduras

Selena ci racconta la nascita del suo Gabriel in Spagna. Grazie Selena!!

Son rimasta incinta a 31 anni, prima volta, primo figlio, zero esperienza in neonati. Dopo ben 18 mesi di tentativi, progettando anche un cambio di paese, un lunedí mattina di ottobre ho fatto il test di gravidanza: positivo! Piangevo e ridevo allo stesso tempo, perché non era il momento ideale per avere un figlio, né il posto giusto, ma dentro di me lo desideravo comunque.

Dopo una settimana sono andata dal mio medico, chiedendole di poter fare le analisi per assicurarmi al 100% che ero incinta e non era un ritardo, cosa già accaduta per ben 2 volte nel 2008. “Ahh no, il test non mente, tu sei incinta!”. L’11 dicembre la prima ecografia, non c’erano dubbi, il pupetto (perché fin dal test sapevo che era un maschietto, anche se ce l’hanno confermato solo a febbraio) era lí, con quel sul corpicino ancora incompleto, le sue manine che salutavano, piú grande di ciò che avrebbe dovuto essere (e continua ad esser grande ancora oggi!).

In Spagna son previste tre ecografie, alla settimana 12, al 5º mese e poi l’ultima a poche settimane dal parto. Si è seguiti da una matrona (ostetrica) che ti dà appuntamento ogni mese per controllare il peso, la pressione del sangue, e rispondere alle tue domande. La mia gravidanza è iniziata a Mallorca, e mi son ritrovata con una matrona di poche parole, che non mi spiegava niente, che alle mie domande rideva, e con un libretto di informazioni su di me tutto in catalano.

A fine febbraio 2010, al 5º mese di gravidanza, abbiamo ritraslocato, da Mallorca a Málaga. Così che mi son ritrovata a imballare tutto di nuovo, caricarlo in macchina con compagno e cane, farmi nove ore di nave, e altre otto di macchina, dove naturalmente ero io a guidare perché il mio bel spagnolo non ha la patente!

A Nerja ho avuto la fortuna di trovare una matrona eccezionale, che mi ha tranquillizzata, e che durante il corso preparto ha saputo spiegarci, con parole semplici, tutto il processo del parto, con tanto di visita guidata all’ospedale dove poi tutte avremmo partorito.

La mia gravidanza è stata tranquilla, senza troppe nausee o disturbi, almeno per i primi sei mesi. Poi son iniziati i vari problemi di insonnia, bruciori, raffreddori, infezioni, tonsillite e influenza. Così ho passato gli ultimi due mesi in casa. Son ingrassata 15 kg in 8 mesi, non male per una piccoletta come me! Posso assicurare che la pancia era enorme!

La data del parto era prevista per il 20 giugno. Mia madre sarebbe arrivata la seconda settimana di giugno, per aiutarci. Il 24 maggio, con quel pancione enorme che mi ritrovavo, ce ne siamo andati in giro tutto il giorno, guidando io, non so come, comprando finalmente il passeggino, e facendo un po’ di spesa. Ma chissá perché, il pomeriggio, tornando a casa, mi ripetevo che avrei dovuto comprare piú cose. Son sempre stata freddolosa durante tutta la gravidanza, ma quel giorno avevo caldo. Certo, c’era un bel sole, la temperatura era buona, ma io sudavo!

Alle 20 ho rotto le acque, e non avevo preparato la borsa da portare in ospedale! Ho dovuto far tutto di fretta. Gli ospedali in Spagna forniscono camicie da notte e tutto l’occorrente per la degenza, ma qualcosa dovevo pur portarmelo, o io e il pupo saremmo usciti nudi!

Abbiamo chiamato un’amica e siamo corsi in ospedale, dove mi monitorarono, e poi mi mandarono in stanza, aspettando che le contrazioni fossero piú vicine. Alle due di notte son scesa nella sala dilatazione, un posto per niente allegro, grigio, con la matrona di turno di poche parole, che non mi spiegava niente, e che anzi, si vedeva perfettamente quanto le pesasse quel turno di notte. Ma non dilatavo, alle quattro ancora non avevo raggiunto i 3 cm, e quindi vai di oxitocina, e tutti i medicamenti possibili.

Intanto ero bloccata nel lettino, con due monitor, uno per controllare le contrazioni e l’altro per il battito del bimbo, impossibilitata a muovermi. Alle sei di mattina non ho piú retto, ho chiesto l’epidurale, anche se all’inizio mi dichiaravo contraria! Alle sette è arrivato un anestesista altrettanto stanco del suo turno che mentre mi pungeva, ed io urlavo, mi ha sgridato… e siccome non sentivo freddo come lui sosteneva, mi ha punta una seconda volta!

partospagna_selena2Cambio turno, per fortuna son entrate delle infermiere più disponibili e una matrona alla quale ho raccontato il comportamento dell’anestesista. Intanto io, sensibile ai medicinali, vivevo nel mio mondo, come drogata. Che bello non sentir piú dolore….E intanto ripensavo al corso preparto dove ci mostravano tutti gli oggetti a disposizione per dilatare e magari rilassarsi… già, io ero sempre bloccata in quel lettino!

A mezzogiorno mi dicono che la dilatazione si è fermata ormai a 5 cm, bisogna intervenire con un cesareo. Tremavo, ma mi avevano assicurato che sarei stata sveglia e cosí avrei visto mio figlio, mentre il mio partner quasi piangeva nel sentire la notizia.

Purtroppo l’anestesista era occupato, e son passate le ore, è anche passato l’effetto dell’epidurale, mi son ritrovata a rantolare per il dolore delle contrazioni, il tutto fino alle 15, quando m’han portato correndo nella sala chirurgica. E l’anestesista, un’altra stavolta, cosa ha ben pensato di fare? Siccome non c’era piú tempo mi ha dato l’anestesia generale, e il mio bimbo non l’ho visto nascere! Mi han poi tenuto quattro ore in osservazione, e la notte l’ho passata sola nella stanza (il compagno l’ho mandato a dormire perché tanto io ero bloccata a letto), con una compagna di stanza con marito che russavano come orsi. Il che significa che non ho dormito durante tutta la degenza, cinque giorni!!!

Il giorno dopo, finalmente, ho visto Gabriel. Me l’hanno portato, l’hanno accoccolato nelle mie braccia, ed ho visto quel visino dolce, quel corpicino lungo, quell’espressione tranquilla, e quei capelli castani con riflessi biondi! Era troppo bello. Mi han poi detto che dopo la nascita l’hanno messo sotto ossigeno per alcune ore, ma che stava bene. 49 cm, per 3.160kg, e pensare che è nato nella 36esima settimana!

L’esperienza del parto e della degenza non è stata per niente positiva. Mi hanno trattato abbastanza male, ricordandomi piú volte che sono straniera, chiedendomi addirittura se avevo bisogno di un’interprete, e il tutto anche a causa della tonsillite che mi aveva lasciato con un filo di voce, mentre la compagna di stanza, una spagnola, veniva trattata come una regina. Sanità pubblica… ma partorire in un’ospedale privato sarebbe stato troppo costoso per me.

E il resto… beh, ho imparato ad essere madre, nel senso di nutrire, lavare, vestire e coccolare un bebé con coliche e pianti, mentre anche per me arrivava la depressione post-parto, quella che ti fa piangere inaspettatamente, e che dura pochi giorni. Ho avuto anche dei problemi con la ferita del cesareo, un’infezione, e ci ho messo un mese per riprendermi, il tutto mentre i miei son venuti a trovarci ammirando il loro nipotino. Poi è arrivato il giorno, quel fatidico giorno in cui guardi tuo figlio e finalmente ti senti madre non solo perché lo accudisci, ma perché è un esserino che amavi ancora prima che nascesse, ma che ora ami come mai avresti pensato fosse possibile, anche se non ti fa dormire la notte!

Selena
Spagna
Gennaio 2011

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