Home > Europa > Svizzera > Intervista a mio marito, un italiano in Svizzera tedesca
svizzera tedesca

Annalia (Pinguino sui forum) è una carissimissima amica di Expatclic nonchè nostra socia onoraria, e da anni collabora inviando informazioni, articoli, incontrando Expatclicchine e con idee e suggerimenti per la vita del sito. Per questo speciale aggiornamento di aprile ha intervistato per voi…suo marito! Grazie Annalia (e grazie Carlo) !

 

C’è voluto un po’ per convincere mio marito (Carlo) a concedermi cinque minuti per rispondere a qualche domanda. Domande che per altro mi sarei risparmiata volentieri, ormai la sua storia da espatriato, sia in UK che in Svizzera tedesca, la conosco molto bene. È stata una della prime cose che mi ha raccontato di sé quando ci siamo conosciuti.

L’esigenza di cambiare aria e di provare a espatriare gli è venuta dalla voglia di provare, di buttarsi in cose nuove. Voleva uscire dal rigido schema italiano di casa, lavoro e vita sempre nei soliti 30-40 km. Prima di conoscermi aveva già lasciato la sua regione, la Toscana, per trasferirsi in Lombardia, Milano per la precisione. Quando un collega inglese gli ventilò la proposta di un colloquio in Inghilterra vicino Oxford non se lo fece ripetere e partì, col suo inglese scolastico fece un colloquio e lo presero. Ora lascio parlare lui.

 

Quanti anni hai vissuto in UK?

Circa due anni e mezzo, non tanti ma abbastanza da innamorarmi della zona di Oxford e da comprarci casa.

Cosa ti ha colpito di più dell’UK?

La maggiore efficienza e il fatto che ci fosse meno stress rispetto all’ambiente lavorativo italiano, tutti se la prendevano più tranquillamente. C’erano le scadenze e quando c’era da lavorare si rimaneva fino a tardi, ma mai solo per “scaldare la sedia” come alle volte accadeva a Milano.

Come te la cavavi con la lingua? Hai studiato francese a scuola e l’inglese solo negli ultimi anni di superiori.

A Milano avevo frequentato dei corsi aziendali, nel nostro settore (optoelettronica) l’inglese é la lingua franca e volente o nolente si lavora in inglese, i termini sono inglesi etc. Doverlo parlare tutto il giorno con colleghi madrelingua, non è stato facile all’inizio ma non avevo scelta. Ero stato chiamato per fare un lavoro di precisione e mi sono immerso nella lingua. Ho ascoltato e ascoltato e mi sono messo a studiare di nuovo. A parte alcune espressioni tipiche di certe zone, come il dialetto per noi, ogni inglese parla un buon inglese.

Dopo la parentesi inglese, conclusasi con il periodo della crisi del settore per cui lavoravi, hai deciso di metterti in mano a un head hunter che ti ha trovato un posto sempre nel tuo settore in Svizzera. Tu non ci hai pensato su troppo, hai impacchettato le tue cose e sei partito in moto da Oxford per trasferirti in un paesino dell’Appenzeller (per chi non lo conoscesse è uno dei cantoni più conservatori della Svizzera, con paesaggi stupendi ma molto campagnolo). Chi te l’ha fatto fare?

L’Appenzeller mi ha fatto subito una buona impressione, certo quando sono arrivato senza sapere una parola di tedesco ma parlando solo inglese molte sfumature non le coglievo. I colleghi erano per la maggior parte tedeschi, c’erano anche svizzeri di madrelingua italiana con cui fare due chiacchiere. Il primo anno mi sono goduto la campagna, la neve, tanta fuori dalla finestra la mattina quando mi alzavo. Il paesaggio lì è bianco per quasi tutto l’inverno. Ho imparato il tedesco e ho cominciato a interagire con i colleghi, ho conosciuto altri stranieri ai corsi di tedesco nella mia stessa barca.

Cosa ti ha colpito di più della Svizzera tedesca?

La precisione, l’organizzazione e i servizi. Qui ci sono miriadi di regole e la mentalità alle volte è difficile da comprendere ma proprio queste regole permettono l’ottima organizzazione, la puntualità dei treni etc.

Se dovessi consigliare a un italiano o a uno straniero in generale dove trasferirsi, se in UK o in Svizzera, cosa consiglieresti?

Consiglierei l’UK, più flessibile per il lavoro. Lì è più facile cambiare e i titoli di studio sono sì importanti ma importa quello che sai fare e se lo sai fare. Va avanti chi si tira su le maniche e lavora.

Cosa ti mancava però in UK?

I prodotti alimentari (in UK all’epoca si trovavano meno prodotti italiani di oggi e quelli che si trovavano erano cari).

In Svizzera invece?

Dal punto di vista alimentare nulla; se mi serve qualcosa poi, l’Italia non è così lontana e c’è la macchina o il treno, in circa 4 ore siamo in Italia. Riesco a vedere più spesso di prima gli amici che ho lasciato a Milano e anche la mia famiglia.

Cosa pensi della qualità della vita, dov’è meglio secondo te in UK o in Svizzera?

È più alta in Svizzera. Ci sono più attività da fare nel tempo libero, hobby. In UK andavo in moto, il tempo lo permetteva dato che non gela quasi mai. Ma a parte il pub la sera e qualche uscita in bici con qualche amico non facevo altro, l’inglese medio non è un gran sportivo. Gli svizzeri invece, quelli tedeschi almeno, sono dei grandi sportivi e ti viene voglia di stare all’aria aperta e fare sport. Sia d’inverno che d’estate. In Svizzera ci sono più ristoranti e attività per il tempo libero (mio marito ha vissuto in un paesino inglese, non a Londra !!)

Che mi dici invece delle amicizie, è stato più facile farsene in UK o in Svizzera?

Più facile in UK, gli inglesi sono più amichevoli in particolare gli uomini. Al pub puoi conoscere miriadi di inglesi, basta offrire da bere e dopo poco sono tutti tuoi amici. Poi se li inviti a casa tua e cucini, cosa che loro non fanno spesso, rischi di trovarteli davanti la porta di casa tutte le sere. A me è successo così, sono diventato il ristoratore ufficiale dei colleghi.

 

Intervista raccolta da Annalia
Zurigo, Svizzera
Marzo 2011

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