Home > Famiglia e Bambini > Famiglia d'origine > La lingua materna e l’espatrio
lingua materna

In questo articolo Fedeexpat esplora il tema della lingua “materna” e l’espatrio attraverso le parole di Aglaja Veteranyi. Un articolo che offre molti spunti su cui riflettere e ci da l’opportunità di approfondire il nostro rapporto con la lingua madre. 

“Mio padre ha una lingua materna diversa dalla nostra, lui era uno straniero anche nel nostro paese. Lui è uno degli altri, dice mia madre. All’estero però non siamo stranieri tra noi (…) La sua lingua madre suona come speck con peperoni e panna.

Mi piace, ma non me la può insegnare. Se vuole parlare con noi, deve parlare la nostra lingua, dice mia madre. Mio padre viene dalla provincia romena, e credo che sia così in collera perché noi veniamo dalla capitale.”

Basterebbe solo questa citazione da Perché il bambino cuoce nella polenta di Aglaja Veteranyi per ragionare e sragionare per ore sulla lingua, che qui è “materna”,  sulla costruzione soggettiva identificata con un particolare gruppo di appartenenza che passa da quell’insidioso “noi”; la lingua appunto. Ma non mi accontento e posso permettermelo perché so di avere a che fare con lettrici e lettori sapienti, competenti e incredibilmente vivaci per cui proseguo con gli stimoli che questa voce ci ha lasciato.

“Gli altri bambini non hanno paura, parlano tutti la stessa lingua. Anche noi parliamo la loro lingua, ma loro non parlano la nostra. So già diverse parole nella lingua straniera. Ma lo scrivere è diverso dal parlare. (…)

A che cosa mi serve imparare la lingua straniera se mia madre non la capisce?”

Scrivo questo articolo ancora fresca dell’incontro con Karin Martin organizzato e coordinato da Angela di cui pubblicheremo presto un dettagliato resoconto. Qui mi soffermo sugli aspetti emozionali e emotivi sollevati da Karin e indubbiamente la paura che in alcune persone soprattutto da bambine/i può creare l’incomprensione linguistica è un aspetto di cui mi pare, ma forse mi sbaglio, si parli poco. Forse gioca un ruolo importante l’idea diffusa secondo cui parlare tante lingue apprese in espatrio sia solo e sempre positivo, ma di quali emozioni è fatto questo percorso linguistico-culturale che indubbiamente porta ad avere delle risorse trasversalmente utili lungo il corso della vita?

Aglaja V. qui non lo afferma, ma lascia intuire la paura che provava a causa della lingua incomprensibile. Mi chiedo che rapporto ha con la paura chi cresce in espatrio e sovente durante l’infanzia si deve confrontare con l’apprendimento di nuove lingue o nuovi gerghi linguistici.

Proseguiamo.

Con Lo scaffale degli ultimi respiri, Aglaja V. porta a termine la narrazione di Perché un bambino cuoce nella polenta e prosegue sulla lingua madre sin dalle primissime righe:

“Il grano deve essere lavato in nove acque, disse Costel.

Perché?

Per via dei nove cieli.

I chicchi di grano nell’acqua erano irrequieti, forse non volevano diventare un dolce dei morti.

Nella decima acqua si cuoce il grano, disse.

Nove cieli?

Si, Per ogni cielo un lavaggio.

Capivo la lingua madre con l’olfatto.”

Magistrale il richiamo alla memoria olfattiva che ci penetra da subito tanto che il neonato riconosce la mamma dall’odore. Quanti odori culinari (ri)creiamo in espatrio in un incessante opera di trasmissione linguistica gastronomica! E in questo caso si può davvero definire lingua ‘madre’ dal momento che, fino ad ora, a causa della normativa binaria eterosessuale divisione dei ruoli di genere, la domesticità italiana è dominio di pertinenza femminile e ‘materna’ da intendersi in senso lato visto che nonne, zie, cugine sono tutte parte di questo ambito linguistico-lessicale-culturale.

E concludo le citazioni con questa affermazione:

“Mia madre e io non avevamo una lingua in comune. Solo parole.”

Aglaja V., lettura in programma per altri motivi, si è rivelata particolarmente adatta al tema di questo marzo 2022, la lingua madre, considerando soprattutto la sua inusuale esperienza di vita in espatrio. Non indugio oltre sulle sue scritture perché ho intenzione di tornarci sopra nei prossimi giorni con un articolo dedicato a questi due testi.

 

Federica Marri (Fedeexpat)
Prato, Italia
Marzo 2022
Foto: Federica Marri 

 

 

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