Home > Asia > Singapore > Un’intervista a Rosie Milne, autrice di Olivia&Sophia
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Rosie Milne è una scrittrice inglese che vive a Singapore. Dopo aver letto il suo splendido libro, Olivia&Sophia, l’ho intervistata a un mio passaggio a Singapore. Rosie è stata disponibilissima nel discutere il suo libro con me, e molto gentile ad aprirmi le porte della sua casa durante la mia visita.

Claudiaexpat

 

Qualche tempo fa ho letto un libro che mi ha toccata profondamente. Olivia&Sophia è la storia di Sir Thomas Raffles, un uomo di stato inglese conosciuto principalmente per aver fondato Singapore, raccontata dalle sue due mogli, Olivia Mariamne Devenish e Sophia Hull.

Come spiegavo nella mia recensione,  durante una recente visita a Bogor in Indonesia (Bogor era conosciuto come Buitenzorg ai tempi di Raffles), sono incappata in un monumento che Raffles aveva fatto costruire in memoria della sua prima moglie, Olivia, quando è morta di malaria. Mi ha colpita il sentimento che emanava la statua di questa donna, morta così giovane in terra straniera (aveva quarantatre anni), dopo aver seguito suo marito dall’Inghilterra. Dovevo assolutamente saperne di più sulla sua vita, e su com’era stato per lei andare a vivere all’estero così tanti anni fa.

rosie milneChe gioia trovare il libro di Rosie Milne sulle due mogli di Raffles! L’ho letto con partecipazione, e l’ho adorato. Quando ho scoperto che l’autrice vive a Singapore, ho deciso che avrei fatto di tutto per intervistarla. Discutere questo libro con la sua autrice per me è stato un onore enorme.

Rosie lavorava nell’editoria in Inghilterra, quando a suo marito è stato offerto un lavoro a New York. L’intera famiglia l’ha seguito. “E’ stato allora che ho deciso di diventare scrittrice“, racconta Rosie. “Trasferendomi a New York ho perso tutti i miei contatti nel mondo editoriale, e ho pensato che scrivere potesse essere una carriera ideale per una moglie che segue il marito. Mi piaceva anche la sensazione che ti viene dalla scrittura, di essere più in controllo”. 

Rosie ha pubblicato il suo primo romanzo, How to Change your Life, nel 2002. Il secondo, Holding the baby, è seguito tre anni dopo. Entrambi sono storie che Rosie definisce romantiche, con personaggi moderni. Le ho chiesto come le è venuta dunque l’idea di scrivere un romanzo ambientato nel passato, e basato su personaggi realmente esistiti e una storia vera. “Voglio sottolineare che il romanzo non è storicamente accurato, anche se la maggior parte degli eventi raccontati nel libro è effettivamente accaduta. Volevo concentrarmi sulla vita delle due mogli, e occasionalmente ho adattato gli eventi per seguire il bisogno di descrivere queste due donne eccezionali, le loro vite straordinarie e il loro amaro destino. In realtà l’idea mi è venuta abbastanza improvvisamente un giorno in cui osservavo la statua bianca di Raffles fuori dal Museo della Civiltà Asiatica, qui a Singapore. Ricordavo che aveva avuto due mogli, e ho semplicemente pensato che sarebbe stato interessante scoprire di più su di loro, e farle parlare”.

rosie milneE infatti parlano, anche se in due stili molto diversi. Il romanzo è narrato in forma di diario, e non riesco neanche lontamente a immaginare cos’abbia significato per Rosie entrare nelle menti dei personaggi e far loro raccontare le incredibili avventure vissute. “Le ho amate entrambe. Erano molto diverse, ma avevano qualcosa in comune: erano tutte e due donne molto coraggiose che hanno sopportato tantissimo per essere con l’uomo che amavano”. 

Io e Rosie abbiamo discusso a lungo quest’aspetto della storia, la durezza dell’esperienza che una moglie al seguito doveva sopportare tutti questi anni fa, a confronto della relativa facilità che il suo equivalente moderno affronta oggi. “Non volevo scrivere un libro specifico per donne espatriate, ma penso che queste ne siano più profondamente toccate. Il confronto tra com’era la vita in espatrio all’epoca e com’è oggi è scioccante. Immagiti cosa doveva significare lasciare il tuo paese per andare all’estero a quei tempi: dicevi addio alla tua famiglia a casa sapendo che – se tutto andava bene – non avresti avuto loro notizie fino a quando arrivavi a destinazione, il che significava dai sei ai dodici mesi. Le lettere impiegavano un anno per arrivare a destinazione, se ci arrivavano. Il viaggio per mare era molto, molto duro. Le condizioni di vita e igieniche su quelle navi rischiose erano terribili. All’arrivo, bisognava affrontare un ambiente completamente diverso, e naturalmente non c’era stato modo di prepararsi in anticipo. Le condizioni di vita erano durissime per gli stranieri. A Sophia sono morti quattro bambini di malattie tropicali! Direi che un messaggio che mi piacerebbe mandare ai lettori e lettrici attraverso il libro è quanto siamo fortunate oggi ad avere tutte queste meravigliose nuove tecnologie che rendono così semplici le nostre vite all’estero”.

Internet ha in effetti creato un sacco di opportunità per le donne artiste e creative, che vogliono continuare a lavorare anche seguendo i loro partner all’estero. Oltre ad essere una scrittrice prolifica, Rosie ha anche creato un meraviglioso blog sulla letteratura asiatica, https://asianbooks.com. Ci siamo trovate entrambe d’accordo sul fatto che, a parte gli esempi di India e Cina, la letteratura asiatica è fortemente sottorappresentata sul mercato editoriale mondiale.

Dopo l’intervista, sono andata a vedere la statua di Raffles che ha ispirato Rosie a scrivere Olivia&Sophia. E’ stato un bel momento. Mi sono sentita grata a Rosie per aver scritto un libro che mi ha dato la possibilità di capire com’era la vita in espatrio all’epoca, e l’opportunità di scoprire un po’ di storia dell’area nella quale ho vissuto per qualche anno. Grazie Rosie per la tua ospitalità e per aver discusso con me il tuo splendido libro.

 

Claudia Landini (Claudiaexpat) con Rosie Milne
Singapore
Maggio 2018
Foto ©ClaudiaLandini

 

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