Home > Arte e Cultura > Venite in Palestina

Fedexpat ha scritto un articolo appassionato sulla cultura in Palestina, che raccoglie una miriade di indicazioni su tutto quello che succede in molti luoghi di questo affascinante paese. Un compendio che fa onore alla vitalità e allo spessore culturale degli e delle abitanti di questa terra.

 

Cinema, teatri, fondazioni, biblioteche, musei, aree archeologiche, scuole di musica, di recitazione, di arti visive. E ancora, scout, organizzazioni sportive di arrampicata e escursioni, pallacanestro e arti marziali, ovviamente calcio, disciplina in cui si distingue la squadra femminile conosciuta in tutto il mondo per le vittorie che riporta. C’è ancora di più, una scuola per aspiranti circensi a Nablus.

Oltre duecento organizzazioni di donne che promuovono artiste nelle varie discipline, artigiane, cineaste, scrittrici e più in generale i diritti delle donne confermando il radicamento storico del movimento delle donne organizzatosi a metà Ottocento circa e da subito in relazione con i movimenti americani e europei.

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Il fermento culturale che si agita in Palestina non può sorprendere con una popolazione giovanissima (vado a memoria, le ultime statistiche rilevavano che oltre il 60% ha meno di diciotto anni), un tasso di istruzione universitaria intorno all’80% che vanta la parità maschile e femminile. E non sorprende neppure questo dato che si conferma ormai da anni, a chi conosce la Palestina e soprattutto i/le palestinesi, che non avendo controllo sul territorio e le risorse investono nell’istruzione come imprescindibile strumento di resistenza all’occupazione militare.

I dati confermano anche una tendenza di lungo corso, ovvero che in Palestina, così come in tutto il mondo arabo, i/le giovani scelgono le cosiddette materie STEM, in linea con la storia scientifico-culturale di matrice arabo islamica che neppure decenni di tentativi oscurantisti riescono a sradicare totalmente. E comunque, stando nel mondo globalizzato, anche i gruppi che politicizzano la religione devono scendere a compromessi con le spinte culturali in corso e le pressioni che arrivano dalla popolazione.

La vivacità culturale è facilitata e agevolmente praticata grazie anche al poliglottismo, alla multiculturalità e al pluralismo religioso che caratterizzano la storia di questa terra fino alla fondazione dello stato israeliano, che come tutte le formazioni statuali si costituisce sull’omologazione culturale a detrimento delle differenze.

Ho un attimo di smarrimento pensando a dove dare inzio a questo viaggio palestinese. Ma vediamo un po’, se viaggiaste in mia compagnia sareste obbligate ad entrare in Palestina da Allenby, ovvero la frontiera via terra fra Giordania e Israele. Lì ci troveremmo sul Mar Morto e nell’oasi di Gerico dove potremmo fermarci subito a passeggiare fra gli scavi archeologici e poi fare una capatina alla scuola di mosaico dove si mantiene viva una competenza profondamente radicata nella storia artistica e architettonica palestinese.

Foto ©ClaudiaLandini

Dopo esserci godute i mosaici, l’atmosfera rallentata e conciliante del deserto, colorata da una luce perlata che solo qui a trecento metri circa sotto il livello del mare si materializza, ci potremmo concedere una limonata con la menta e una goduriosa spesa di frutta e verdura (per approfondire la storia agricola, pastorale e gastronomica palestinese ricordo il nostro libro umano di quest’anno, Fida Abu Hamdie, che potete seguire anche sul suo blog  e sul suo IG, prima di risalire la strada verso Ramallah. Fermata obbligatoria perché dagli accordi Oslo del 1993, diventando sede dell’Autorità Nazionale Palestinese, ha dato vita ad un melting pot stimolante. Qui hanno sede le organizzazioni più dinamiche come Shashat, organizzazione con mediateca dove trovare le opere delle registe palestinesi (questi sono 3 cortometraggi di Ghada Terawi:
https://www.youtube.com/watch?v=0XCpRuzWgMs
https://www.youtube.com/watch?v=ISBtq-QBgk8
https://www.youtube.com/watch?v=tyj826WRbJg&pp=ygUMZ2hhZGEgdGVyYXdp)

Il mauseleo di Mahmud Darwish è uno dei centri culturali più attivi e nella via parallela si trova il conservatorio intestato ad Edward Said e David Barenboim con insegnanti palestinesi e stranieri, https://www.barenboimsaidformusic.com

Di conservatori ce ne sono altri due, https://www.alkamandjati.org/ e l’altro è un progetto portato avanti dalla cooperazione spagnola, hanno sedi decentrate in tutta la Cisigiordania e nella Striscia di Gaza.

Complementare alla musica c’è la danza, che trova il suo momento espressivo di maggiore visibilità nell’annuale festival internazionale di danza contemporanea

Foto di Sarah Canbel su Commons Creative License

I gruppi di ballo palestinesi si allenano in vari spazi e fra questi https://www.sareyyet.ps/en, centro centenario di aggregazione giovanile dove si radunano anche gli scout e la squadra maschile di pallacanestro che può usufruire di una palestra con campo regolamentare per gli allenamenti. Durante l’anno gli spazi del centro vengono prestati ad attività sociali e collettive di vario tipo, incluse le celebrazioni del 9 maggio per la Festa dell’Europa.

Se poi avete il desiderio di imparare i rudimenti della calligrafia araba, al https://vaf.ps/en potete trovare dei buoni corsi, qui c’è anche la possibilità di seguire un percorso di formazione artistica che viene riconosciuto dalle università.

Per le amanti dell’arte le mostre organizzate da Qattan Foundation  (https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2023/08/qattan-foundation-palestina/) sono un’occasione unica per conoscere l’immaginario contemporaneo dei nuovi talenti.

Il https://www.palmuseum.org/en è un luogo architettonicamente espressivo realizzato con materiali e logiche ecocompatibili. Concepito come spazio adattabile e flessibile alle esigenze organizzative di mostre sempre stimolanti.

Il https://sakakini.org/?lang=en, con sede in una delle abitazioni storiche della città ospita mostra di giovani talenti, pittrici/pittori, fotograf*, proiezioni di documentari e film, presentazioni di libri. Le presentazioni di libri sono numerosissime in tutta la Palestina e ci transitano i/le protagonist* della cultura di tutto il mondo.

suad amiryA proposito di abitazioni e palazzi storici, RIWAQ è il luogo giusto per trovare le informazioni su cui costruire un itinerario che spazia in tutta la Palestina storica e imparare a riconoscere le tracce di quello che ancora sopravvive alle demolizioni israeliane. Della storia di RIWAQ ci ha fatto il racconto nella LU 2021 Suad Amiry, una delle fondatrici.

Fondamentale una tappa lunga e riflessiva al Mausoleo di Yasser Arafat adiacente il palazzo presidenziale (Muqata) per cominciare ad approfondire la storia di questo paese e della sua resistenza all’occupazione militare e al colonialismo di insediamento israeliani.

E poi le scuole di recitazione e lo storico cinema teatro Al Kasaba dove si possono godere film in lingua e spettacoli teatrali che si confrontano con tematiche di portata globale. L’ultimo che ho visto era sulla maternità, sull’essere madre, sul desiderio di maternità in un confronto intercultuarle. Intenso.

In tutte le città si trovano teatri storici, conosciuto il https://thefreedomtheatre.org di Jenin. Sempre a Jenin, c’è un’altra istituzione culturale storica, il Cinema Jenin, di cui un volontario tedesco ci aveva parlato qui.

Il dettaglio più rilevante è la diffusione di corsi di recitazione nelle scuole che indica la spinta a creare spazi espressivi creativi per elaborare i vissuti soggettivi e collettivi.

Io adoro Nablus, il cui etimo è il medesimo di Napoli, città “nuove”. A Nablus in un antico palazzo si trova oggi una scuola per circensi che organizza regolarmente spettacoli. Gli spazi di questo luogo sembrano prendere vita dall’illustrazione di un libro. Sono l’anticamera della meraviglia che l’arte circense resuscita sempre.

E poi le/gli artigian* che si trovano ovunque e di cui ci ha raccontato Morgan Cooper nella LU 2022 che sostiene attivamente le artigiane, anche lei attivissima e presente sui social

La storicamente consolidata abitudine al dibattito politico, la secolarizzazione delle mentalità sono il terreno su cui germogliano e fioriscono tutte queste iniziative che si caratterizzano per la dimensione interculturale internazionale. Il desiderio del confronto con l’esterno in Palestina non viene mai meno, alcuni giorni fa sono stata coinvolta in un gruppo di discussione interistituzionale per proporre pratiche femministe in politica estera.

Qui c’è solo un assaggino di tutto quello che si può conoscere della vita culturale palestinese, sono moltissime le cose che mancano e quindi i posti e i luoghi che non ho menzionato. Si nota sicuramente l’assenza di Gerusalemme e mi perdonerete, ma essendo conosciuta e famosa mi sono permessa di “trascurarla”.

Per approfondire e sapere sempre di più potete solo venire di persona e fermarvi un po più a lungo fra queste genti ed assaporare i luoghi che abitano.

A presto.

Qui https://thisweekinpalestine.com/ trovate tutte le iniziative culturali che vengono portate avanti mensilmente in Palestina.

Federica Marri (Fedexpat)
Prato, Italia
Dicembre 2023
Foto di testata: ©FedericaMarri

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