Home > Vita d'Expat > Lavoro > Carriera al seguito: come e perché è difficile mantenerla
carriera al seguito

Claudiaexpat riflette su vari aspetti di una carriera al seguito del partner che cambia costantemente paese.

 

Ogni tanto me lo devo ricordare: la mia è una carriera al seguito. L’ho pensata, creata e sviluppata tenendo presente che chi detta i nostri spostamenti è il lavoro di mio marito.

carriera al seguitoOgni volta che cambio paese, metto in valigia anche la mia carriera al seguito. La tiro fuori dai bagagli ovunque arrivo e la riavvio. Ormai è tanto che lo faccio, perché ho ripreso a lavorare attivamente da dodici anni. Ogni volta, però, mi accorgo di quante acrobazie mentali e logistiche devo fare per continuare a lavorare decentemente.

Senza nulla togliere al fatto che rimettere in moto una carriera in un posto nuovo è sempre interessante, arricchente, e fonte di nuove scoperte e opportunità, la frustrazione del non poter lavorare all’immediato o del veder ridotto il proprio ritmo lavorativo alla lunga può diventare stressante.

E’ bello proiettarsi in nuovi scenari e doverli mettere in pratica, ma a volte forse ci basterebbe l’avventura dell’installarci un nuovo contesto e ricostruire un circolo affettivo, sociale e culturale. Mi sono spesso domandata quanto l’atterraggio in un paese nuovo sarebbe più facile se la nostra carriera al seguito ripartisse in contemporanea e con la stessa energia di quella dei nostri partner.

Voglio condividere alcune delle difficoltà che ho riscontrato nella mia esperienza di carriera al seguito:

Il mercato locale sconosciuto

Alla lunga può diventare stancante dover sempre affrontare un mercato di lavoro sconosciuto e inventarsi un modo per muoversi professionalmente al suo interno. Per quanto sia auspicabile, infatti, sviluppare una carriera mobile il più possibile online, pochissimi sono i lavori che permettono di guadagnare in maniera soddisfacente senza avere un minimo di contatto con il contesto locale. E dato che una carriera al seguito implica che non abbiamo potere decisionale sul paese in cui ci toccherà vivere, dobbiamo imparare a gestire il fatto che magari atterreremo in una realtà in cui i nostri prodotti/servizi sono totalmente invendibili.

Le difficoltà amministrative

Questo è un punto che mi tocca in maniera particolare perché ho vissuto in tanti paesi nei quali, in virtù del fatto di essere “moglie a seguito”, non potevo lavorare. Naturalmente le soluzioni esistono sempre. Quella più sensata in questi casi è di distaccarsi dal visto del partner e avviare la procedura per ottenere un visto che consenta di lavorare. Procedura che però, in molti casi, è lunga e difficoltosa. Senza contare che spesso, distaccandosi dal visto del partner, si perdono alcuni privilegi che in paesi più disagiati ci fa assai comodo avere.

Il potere è di chi ha la carriera trainante

Il potere economico che deriva dall’avere il lavoro che mantiene il nucleo famigliare è talmente forte dal dettare anche i ritmi di tutta la famiglia. Naturalmente ogni coppia o famiglia ha il suo modo personale di gestire le proprie questioni, ma quello che ho visto in questi anni di carriera al seguito e di ascolto a tantissime espatriate nel mondo, è che spesso diventa molto difficile contrastare i ritmi dettati dalla carriera altrui. Se il marito va in vacanza solo ad agosto, lavorare in quel mese vorrà dire imporre a tutta la famiglia uno storpiamento nella felice routine. Senza contare che se si hanno figli ancora piccoli, la loro cura ricade su chi ha la carriera al seguito, per il semplice motivo che se c’è un lavoro da sacrificare per trascorrere tempo coi pargoli o portarli al paese per le vacanze, si sceglierà quello che produce meno introiti e dà meno garanzie future.

La geografia va ridisegnata costantemente

Questo naturalmente varia dal tipo di carriera a seguito che ci scegliamo. Nel mio caso, coach e trainer interculturale, mentre la prima sfera non risente degli spostamenti perché la pratico sostanzialmente online, per quanto riguarda la seconda, lasciare un paese è una perdita rapida e importante di professionalità. Quando ci si specializza in aspetti strettamente legati al paese in cui viviamo, o si crea un pool di clienti locali, abbandonarlo significa dover ridimensionare tutta la propria immagine e offerta professionale. Mi è successo con il Perù e con l’Indonesia: una volta diventata “esperta” nelle mie culture locali, ho dovuto dire no a interessanti offerte di lavoro in loco, perché il contratto di mio marito era scaduto e avevamo traslocato, o anche solo perché a lungo andare perdevo familiarità con la vita quotidiana dei paesi.

Viaggiare può diventare arduo in una carriera al seguito

Questo succede, in genere, soprattutto quando si hanno figli o figlie da accudire. Mentre non c’è nulla di strano che chi ha la carriera trainante viaggi a destra e a manca, se lo facciamo noi che fatichiamo per mantenere viva una carriera al seguito, dobbiamo sobbarcarci una pletora infinita di questioni organizzative e in alcuni casi anche la disapprovazione del partner. Quello che voglio dire è che ci sono – parlo sempre in generale naturalmente – una serie di codici non scritti che regolano la gestione comune della famiglia, e il potere economico pesa enormemente su di esse: sacrificare figli e routine per una carriera che magari non produce introiti soddisfacenti come quelli del partner, può a volte causare frizioni nella coppia.

Insomma, come in molti altri campi della vita, per quanto riguarda la generale situazione dell’espatrio, le donne devono faticare di più per raggiungere gli stessi risultati dell’uomo: appagamento professionale e introiti degni.

La buona notizia è che il numero dei partner uomini accompagnanti sta aumentando costantemente. Sono molto curiosa di vedere se anche loro saranno sottoposti alle difficoltà della carriera al seguito o se in virtù del fatto di essere uomini avranno più facilità. Al momento la mia impressione è che il potere più grande sia quello economico, nel senso che anche gli uomini a seguito che ho conosciuto vedono le loro carriere frammentate e devono adattarle, spesso con dolorose acrobazie, a quelle delle o dei loro partner che guadagnano di più.

Vorrei concludere con una frase che una splendida donna del mio team ha detto a un’altra mentre conversavamo proprio di carriera al seguito:

Quando si è madri e moglie “al traino” si fanno dei sacrifici immensi in termini di sogni di carriera, ma alla fine i sogni rimangono, solo che talvolta si evolvono, prendono direzioni inaspettate e ci fanno scoprire lati di noi che forse non conoscevamo.

 

Claudia Landini (Claudiaexpat)
Ginevra, Svizzera
Gennaio 2019

 

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