Home > Vita d'Expat > Lavoro > Ursula, guida turistica a Bucarest

Parlando di carriere in espatrio, non si può non toccare la figura professionale della guida turistica, un canale lavorativo proficuo e interessante per molte di noi, e che apre possibilità di personalizzare l’approccio all’offerta. Ho chiesto a Ursula, guida turistica a Bucarest, di leggere e aggiornare quest’intervista che le avevo fatto qualche anno fa, ed è stato con grande piacere che ho scoperto che Ursula si è evoluta, inventata nuove cose, e ha integrato nel suo lavoro il risultato della sua costante ricerca sul suo paese d’accoglienza. Grazie Ursula, e complimenti per il tuo lavoro!

 

La storia dell’incontro con Ursula è bellissima. Tempo fa Expatclic ha lanciato un concorso fotografico per le italiane residenti all’estero. Ursula ha partecipato inviando tre bellissime fotografie e si è classificata seconda. Ne è seguito un contatto per informarla della cosa, e per l’invio del premio che le spettava. Quando Ursula ha saputo che al concorso faceva seguito una mostra che intendevamo far viaggiare per il mondo, ci ha proposto di farle fare tappa a Bucarest, dove lei vive. Il resto è stato talmente bello e coinvolgente che meriterebbe un articolo a sè. Io e Ursula ci siamo incontrate a Milano e poi di nuovo a Bucarest per la presentazione della mostra e lo splendido evento che Ursula ha organizzato. L’amicizia che è scaturita da tutto questo dura nel tempo, e io e Ursula ci teniamo sempre in contatto e, quando possibile, ci vediamo. Per questo speciale aggiornamento sulla professionalità in espatrio l’ho intervistata perché Ursula ha una figura professionale ben spendibile all’estero, e che lei ha saputo adattare alla sua vita in Romania. Vediamo come.

Claudiaexpat
Giugno 2010

Proprio oggi ho intervistato un’altra espatriata (olandese) che fa la guida turistica a Gerusalemme. Questo lavoro sembra essere ideale per le espatriate, come mai?

Prima di tutto è una professione nella quale ci si può lanciare anche da grandi. Io personalmente ho fatto il patentino di guida turistica a 34 anni. Non c’è dunque un limite di età per diventare guide turistiche. Essere guida turistica vuol dire innanzitutto essere libera professionista, e quindi gestirsi il lavoro in base ai propri ritmi, ed è un mestiere che si può facilmente portare con sé e riproporre nel proprio paese d’accoglienza.

Palazzo Assan

Palazzo Assan

Cosa che tu hai fatto in Romania. Raccontaci com’è andata, come ti sei organizzata…

Quando sono arrivata a Bucarest ho cominciato a studiare la città, a girarla, a scoprirla. Ho seguito delle visite guidate e mi sono resa conto che erano totalmente insoddisfacenti. Ho quindi deciso di organizzare io delle visite mirate su certe parti della città – ad esempio due monasteri importanti per un motivo specifico, un museo particolarmente interessante, etc. Sono partita dalle cose più intimamente legate alla città, quelle che permettono di capire meglio il luogo in cui viviamo, che ne spiegano la storia. Ho cominciato ad esempio con la visita a due chiese cittadine, una delle quali è importante perché legata alla leggenda della nascita di Bucarest. Ho poi proposto la visita al museo municipale perché racconta la storia di Bucarest dalle origini fino alla fine dell’ottocento, ne mostra la vita quotidiana, l’arredamento, gli abiti e varie fotografie. Oggi ho allargato la mia offerta e, oltre a 7 itinerari a Bucarest e dintorni, ho aggiunto un viaggio di tre giorni alla festa annuale degli zingari e un tour della Transilvania di 4 giorni.

Come hai fatto a proporti al mercato? Come ti sei fatta conoscere?

Naturalmente ho cominciato dai connazionali. Facevo parte di un’associazione di donne italiane che si ritrovava mensilmente intorno a un caffè per chiacchierare e scambiarsi informazioni, e mi sono dunque proposta a loro. Da cosa nasce cosa, e ben presto un’amica mi ha chiesto di organizzare dei giri per l’associazione di accoglienza francofona, con lei che traduceva dall’italiano al francese. Pian piano la voce si è sparsa e la gente ha incominciato a richiedere i miei giri per amici o famigliari che venivano qui in visita.

 Ursula durante un giro con le italiane

Ursula durante un giro con le italiane

I miei itinerari sono interessanti perché non propongo il classico giro dell’agenzia turistica che fa salire tutti su un bus e mostra le cose indiscriminatamente dall’alto. Io mostro alla gente quello che per me fa di Bucarest una città unica, dove oriente e occidente si fondono, quartieri dei primi del Novecento immersi nel verde, palazzi in stile Napoleone III, chiese Ortodosse profumate di incenso.

Ci sono motivi diversi che mi portano a proporre itinerari diversi, ma fondamentalmente quello che mi interessa è far conoscere la città dal suo interno, e la Romania come paese. Negli ultimi anni ho affiancato al mestiere di guida la mia passione per la fotografia e aggiunto destinazioni interessanti anche dal punto di vista fotografico: un giro nelle fabbriche abbandonate, la visita all’ex prigone politica di Jilava (chiusa normalmente al pubblico, ma aperta per me grazie a un permesso speciale), l’escursione nell’area urbana più selvaggia d’Europa: Vacaresti, un ecosistema simile a un delta nel cuore di Bucharest, nato nel bacino di un lago artificiale mai terminato da Ceausescu. Oltre alla vegetazione spontanea, ai laghi e alle paludi, ci sono 90 specie di uccelli, piccoli mammiferi e una comunità di Rrom, che vive come gli intoccabili dell’india.

Ovviamente essendo straniera devo dedicare molto tempo alla scoperta di quello che voglio far vedere, e quindi devo visitare, scoprire, documentarmi. Tutto il materiale di studio è in rumeno, e questo mi richiede un grosso lavoro, che precede poi l’altrettanta intensa fase di costruzione dell’itinerario stesso.

 Il monastero di Caldarusani

Il monastero di Caldarusani

Proponi giri in italiano o anche in altre lingue?

I miei itinerari sono sia in italiano che in inglese. In italiano lavoro di meno, perché ora il mio pubblico è diventato internazionale. Una delle volte in cui mi sono divertita di più è stata quando ho portato i bambini della scuola italiana a visitare due monasteri. Parlare la stessa lingua mi ha permesso di dare il meglio di me. Mentre al primo monastero ho spiegato seriamente l’architettura e la pittura su icone, al secondo, nel villaggio di Ţiganeşti, ho scatenato i ragazzi in una caccia al tesoro. Ho disegnato la mappa del villaggio con il monastero, le case, le strade , ne ho bruciacchiato i bordi per renderla più “piratesca” e l’ho distribuita ai bambini dando loro dei compiti precisi: contare quanti pozzi ha il paese, farsi dare dalle suore un cucchiaio di legno e portarmelo, scoprire quante suore vivono nel paese, verso quale villaggio si usciva prendendo la direzione opposta a quella da cui eravamo arrivati, cercare il cimitero, trovare una determinata statua, etc. E’ stato molto divertente per tutti e loro hanno imparato un sacco di cose giocando.

ursulaguidaHai scritto una guida turistica su Bucarest, raccontaci…

La guida è nata dalla stessa idea da cui sono nati i miei giri. Cercando documentazione per studiare la storia, l’architettura, l’arte, gli usi e costumi di Bucarest mi sono sempre e solo imbattuta in materiale in rumeno. Ho cominciato a pensare che uno straniero che voglia conoscere meglio la città e non parli rumeno ha come uniche risorse le classiche guide generali in cui non si approfondisce nulla e non c’è spazio per tutta la ricchezza culturale e storica che caratterizza questo posto. Ho pensato quindi di mettere per iscritto i miei itinerari, raccontare su un libro le stesse cose che racconto nei miei giri. La guida è bilingue inglese/rumeno, e l’idea è di farne cinque o sei piccole edizioni tascabili, tante quanti sono gli itinerari, quindi una guida piccola, maneggevole, che si legge mentre si cammina, che spiega strada per strada le cose nascoste e gli eventi legati a tutto quello che non si vede più. La prima è sul centro storico e c’è un motivo preciso: il centro storico è stato per vent’anni il posto più degradato della città, lasciato completamente andare. Hanno fatto dei tentativi per restaurarlo un po’, ma alla fine ha vinto il denaro e quasi tutti i vecchi edifici sono stati trasformati in bar e ristoranti, facendo sparire i picccoli negozietti e gli antiquari e trasformando il centro storico in una zona di divertimento notturno sfrenato. Ma chi ha aperto questi locali si è preoccupato di ristrutturare solo il piano terra (spesso senza rispettare l’architettura originale), lasciando il resto dell’edificio in rovina. Basta alzare la testa per capire che la città ha avuto un passato glorioso e ricco. Nel settecento Bucarest era una specie di Istanbul, un crocevia di merci, culture, carovane da e per l’Asia, scambi di tutti i tipi. Oggi non si vede più niente di tutto ciò, ma la mia guida spiega com’erano le cose a quel tempo, e che al posto di bar e ristoranti c’erano invece caravanserragli, che ogni strada apparteneva a una gilda di artigiani o di mercanti, che si poteva comprare qualsiasi cosa dalle pelicce di martora agli unguenti miracolosi. La guida è anche ricca di vecchie fotografie, mappe, disegni che aiutano la fantasia.

Una volta avuta l’idea, come ti sei mossa per organizzare la guida?

Questo per me era un progetto che volevo fare a tutti i costi. Ci ho messo più di un anno e ho avuto la fortuna di lavorare con collaboratori eccezionali: Emma ne ha curato la grafica, ma in realtà è come se avesse partecipato all’impresa in toto perché ne ha seguito molti altri aspetti; un mio caro amico ha curato gratuitamente la traduzione in inglese, mentre quella in rumeno l’ho pagata. Per procurarmi immagini, vecchie foto e mappe dei primi del novecento ho setacciato gli archivi di Bucarest, sono andata nei musei, nelle biblioteche, e devo dire che tutti mi hanno aperto le porte con grande entusiasmo, mi hanno lasciato scannerizzare tutto gratuitamente e senza alcun problema, anzi, il contatto con il direttore di un museo è stato molto interessante, abbiamo avuto degli ottimi scambi di opinione e mi ha spiegato cose che non sapevo.

Naturalmente volevo poi dedicarmi alla ricerca di qualche sponsor. Nel frattempo ho conosciuto in maniera informale la direttrice dell’istituto che promuove il comune di Bucarest. La mia idea le è piaciuta subito, si è stupita che una straniera avesse deciso di scrivere una guida sulla storia della sua città e ha pagato tutte le spese (purtroppo non il mio compenso!) così in pochi mesi sono riuscita a pubblicarla. Ora è in vendita in una libreria inglese, molte però le ho vendute io direttamente alle fiere natalizie, ai clienti che porto in giro ecc..Una grande soddisfazione!

Ursula (a sinistra) con Cristina Ali Farah e Claudiaexpat a Bucarest

Ursula (a sinistra) con Cristina Ali Farah e Claudiaexpat a Bucarest

Ecco quindi che emerge di nuovo l’aspetto multi task di molte delle imprese che intraprendi. Non posso impedirmi di pensare a quello che sei riuscita a organizzare per la mostra di Expatclic nel 2009. Anche questa si può considerare in un certo senso un’esperienza professionale?

Dal punto di vista della scoperta di alcuni miei talenti nascosti sicuramente sì. Per organizzare questa mostra ho dovuto concentrarmi di più su aspetti che non richiedevano necessariamente la mia creatività artistica, ma una gestione più pratica. Non avrei mai pensato di riuscire a fare una cosa del genere, e invece ce l’ho fatta, anche se i problemi da affrontare sono stati tanti, e gli aspetti da gestire veramente innumerevoli. Dalla ricerca degli sponsor ai contatti con la nostra ambasciata, dalla preparazione del catalogo agli inviti, dall’organizzazione del forum alla gestione artistica dell’esposizione. Alla fine è risultata una cosa molto completa e ne sono stata molto contenta.

Tu hai vinto il secondo premio del concorso fotografico di Expatclic (e anche altri premi) perché sei una bravissima fotografa. Come ti sei formata?

Sono totalmente autodidatta anche se recentemente ho seguito con un gruppo di amiche un corso di fotografia organizzato qui, che mi ha arricchita di qualche trucchetto, ma niente più.

In realtà la mia passione per la fotografia è nata trent’anni fa con una Pentax regalatami da mio padre. E da allora la macchina fotografica è stata sempre compagna di ogni mio viaggio. Fotografo d’istinto e in Romania ho trovato una fonte inesauribile di ispirazione. Bucarest, che amo molto, mi ha stregato dal primo incontro e le ho dedicato la mia prima mostra personale nel 2010 allo Spazio Oberdan di Milano, 33 fotografie formato 50×70!

Da qualche anno partecipo anche a un progetto che lega la fotografia alla beneficienza. Un gruppo formato da circa 38 espatriate (il numero e le persone ovviamente cambiano a seconda degli anni), appassionate di fotografia, ha deciso di pubblicare annualmente un album con le immagini del paese che le ospita, rappresentare cioè come appare loro la Romania. I soldi raccolti dall’iscrizione al progetto, dalla vendita dei libri e delle foto, vengono distribuiti a 12 ONG che operano nell’ aiutare famiglie bisognose, donne sole, bambini abbandonati, ospedali, zingari…

Ursula4

Cosa ti sentiresti di dire o di consigliare a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso di guida turistica in espatrio?

Innanzitutto che non è difficile, basta iniziare piano piano a crearsi un giro, avendo sempre cura di scegliere mete specifiche che magari altre guide non fanno perché di solito i turisti che sono di passaggio preferiscono avere una visione generale del posto. E’ importante cominciare a spargere la voce tra i propri connazionali, e poi nelle scuole, presso l’istituto di cultura, l’ambasciata, le aziende. A Milano lavoravo come qui, con scuole, turisti di passaggio, turisti che ritornano, educational delle aziende, etc.

Dal punto di vista amministrativo ognuna si può organizzare un po’ come crede e a seconda del paese in cui vive. Se si emettono note di pagamento italiane e se gli introiti stanno sotto ai 5,000 euro annuali, non è nemmeno necessario fare la denuncia dei redditi. In alcuni paesi non è neanche richiesto un patentino per portare in giro i turisti. Ogni caso è a sé, l’importante è sapere che questa è una professione molto spendibile anche all’estero perché ovunque ci sono cose da scoprire e proporre.

Se dovessi tornare a vivere in Italia, cosa porteresti con te da questo espatrio sotto il punto di vista professionale?

Sicuramente il fatto di non aver interrotto la mia attività, ma anche e soprattutto il tesoro di una nuova lingua. Se passasse la crisi e i rumeni tornassero a visitare l’Italia, come avveniva nei primi anni dopo il 2000, io potrei accompagnarli senza problemi. Questo sarebbe un bel vantaggio per reinserirmi nel giro delle agenzie milanesi, che comunque è un ambito nel quale ci si dovrebbe reinserire facilmente.

Grazie mille Ursula e auguri per il tuo futuro!

Intervista raccolta da Claudiaexpat
Ottobre 2013

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