Home > Famiglia e Bambini > Gravidanza > Ho partorito a Chennai, Tamil Nadu, India del Sud

Giuliettaexpat ha raccolto la testimonianza di Elisa, un’italiana che ha partorito a Parigi e a Chennai.

Giovane e dinamica architetto genovese, Elisa vive all’estero, insieme a Paolo, suo marito, dal 2002. Prima Parigi, poi Chennai.

parto chennai2

Leo e Maïa sono nati nel 2004 e 2006 a Parigi alla maternità di Port Royal, per Cloe, la terzogenita,  la nascita è invece stata un po’ più esotica : l’ospedale Apollo di Chennai, Tamil Nadu, India del Sud (No.645 & 646, T.H.Road, Tondiarpet, Chennai, Tamil Nadu 600081 tel.044 25913333, https://www.apollohospitals.com/).

Una mia amica aveva partorito 9 mesi prima di me, tutto era andato benissimo”. Forte dell’esperienza positiva delle altre espatriate Elisa si è avvicinata senza timori ai servizi offerti da questa grande struttura privata.  «All’inizio certo non ero molto tranquilla, poi pian piano vedendo che ero seguita in modo professionale mi sono tranquillizzata». (In India comunque se c’è una cosa da evitare sono gli ospedali pubblici, strutture vetuste e sporche, dalle quali cercano di stare lontani anche gli indiani piu poveri). L’Apollo offre una serie di servizi ospedalieri di ottimo livello, ed è qui a Chennai il riferimento ospedaliero di tutti gli espatriati.

Un struttura caotica e mastodontica, i corridoi sono pieni di gente, gli indiani vanno all’ospedale in famiglia, tutti accompagnano il malato, quindi subito c’è folla.

Le code sono spesso eterne, ma per gli espatriati c’è a volte un occhio di riguardo, «mi è capitato di passare davanti a tutti perchè straniera».

Diversi sono i ginecologi che vi lavorano e Elisa ha scelto la Dottoressa Charumati (tel. 28293333/2829200), una persona molto attenta e professionale.

Qui le procedure sono un po’ diverse, si fanno generalmente meno esami che in Europa, ma lei era pronta all’ascolto: «in generale l’esame per la toxoplasmosi non si fa, io ero un po’ inqueieta e visto che per le due precedenti gravidanze avevo periodicamente fatto le analisi, le ho chiesto di farle anche qui, e lei, benchè non facesse parte della sua procedura normale, l’ha fatto».

Alla prima visita la ginecologa aveva fatto un planning preciso di quelli che sarebbero stati i vari controlli nelle varie fasi della gravidanza, in modo da avere le idee chiare sulle varie tappe per arrivare al termine. Tre ecografie stabilite più una quarta fatta al nono mese per capire come mai Elisa avesse perso peso anzichè aumentare (con il caldo che fa qui comunque direi che non mi stupisce !!!).

«Non sapevamo che Cloe fosse Cloe, anzi ci aspettavamo quasi fosse un maschio», in India per legge è vietato svelare il sesso del bebè ai futuri genitori, e i genitori stessi firmano un foglio con il quale si impegnano a non chiedere nulla. Avere una figlia femmina è spesso una disgrazia per la famiglia, un costo enorme in previsione della dote per il matrimonio, molti genitori ricorrerebbero all’aborto se lo sapessero con anticipo. Durante l’ecografia mentre in Europa la mamma distesa sul lettino può ammirare estasiata il suo pupattolo sullo schermo intento a fare le capriole e a ciucciarsi il dito, qui in India è solo il dottore che ha il piacere di tale visione e magari un’occhiatina rapida puo anche gettarla il futuro papa, ma nulla che possa far avere ai genitori il minimo sospetto sul sesso del nascituro.

Comunque dalle fotografie che Elisa e Paolo hanno avuto dell’ecografia avevano l’impressione che Cloe fosse un maschietto, e invece una bella sorpresa al momento della nascita !

Il termine di Elisa era il 30 settembre, e la ginecologa aveva deciso che non l’avrebbe fatta andare oltre quella data, il 28 i primi segni, la corsa in ospedale, e poi più niente… “Erano 15 giorni che eravamo in allerta visto che la ginecologa aveva ormai detto che ero lì lì… “.

«Comunque il 29 ha deciso di indurmi il parto, posata la flebo mi hanno portata in sala parto rapidissimamente, e lì ho atteso su una sedia che finissero di pulire dal parto precedente….», siamo pur sempre in India ! La sala parto è gigantesca, tutto è pulito e tutti hanno guanti e mascherine, insomma lo standard europeo. In sala parto c’è molta gente, 4/5 infiermieri, la ginecologa di turno, la ginecologa che ti segue, l’anestesista, per l’epidurale  “la volevo come per gli altri due, ma in questo caso non ha funzionato, e tutto e andato così in fretta che non c’è stato il tempo di rifarla“.

La presenza del papà in sala parto non è d’uso in India, ma insomma in una grande struttura frequentata da stranieri si adeguano anche ai nostri usi e costumi, cosi anche il papà ha potuto assistere.

Cloe è nata il 29 settembre 2008, 2880 gr, vispa e arzilla.

parto chennaiLa degenza post parto è stata ottima, la stanza era grandissima, con due letti, uno per il papà, tutti i comfort, il frigorifero, il microonde, gli asciugamani cambiati ogni giorno. Il vitto era molto buono e per il papà la possibilità di mangiare in ospedale, con un servizio degno di un hotel. La pulizia impeccabile, «davano il gel disinfettante per le mani da distribuire a tutti quelli che venivano a trovarti nel caso volessero toccare il bebè».

«Per l’allattamento e le cure al bebè essendo al terzo ero abbastanza sciolta quindi mi hanno lasciata fare, ho visto però che non avevano l’abitudine ad avere la mamma presente quando prendevano il bebè per il bagnetto o per gli esami, io comunque ci sono sempre andata lo stesso».

Il pediatra, il dietologo, il fisioterapista e tutta una sfilza di specialisti vengono poi a visitare mamma e bambino prima del ritorno a casa e alla vita normale.

E per Cloe, piccola italiana in India, l’avventura della vita è incominciata sotto il caldo sole di Chennai, rientrando a casa circondata da Leo, Maïa, mamma e papà !

Giuliettaexpat
Chennai
Febbraio 2009

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