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Sono passati sei mesi da quando abbiamo pubblicato questo articolo, che vi riproponiamo in questo speciale aggiornamento su “Espatri extra-ordinari” perchè pensiamo che la motivazione che ha spinto i genitori di Michelangelo all’espatrio sia realmente quanto di più diverso – per fortuna, in un certo senso – spinge in genere le famiglie all’espatrio.

Ne approfittiamo per darvi un aggiornamento sulla situazione di Michelangelo. Agli sgoccioli della loro partenza ci sono stati dei risvolti inattesi e anche dolorosi (è mancato il giovane prete che si era occupato del comitato di raccolta fondi, morto durante il sonno a 36 anni)…

Pochissimi giorni prma della loro partenza per Palo Alto, grazie alle mille pedine smosse proprio da questo prete, la famiglia è stata contattata dall’ospedale di Boston che proponeva loro lo stesso intervento a più o meno metà del prezzo… e Boston è il primo nei trapianti di reni.

Giulia e Federico si sono quindi detti che valeva la pena fare un salto a Boston prima di “sbarcare” qui (in California) e così hanno fatto.

E hanno fatto bene, stesso intervento con però molta più attenzione al pre operatorio…

Risultato: sono a Boston da Natale e purtroppo la situazione di Michelangelo è precipitata, il suo rene ha smesso di funzionare e da un mese è in dialisi, ma la prende con filosofia.

Tra pochi giorni gli tolgono il rene che ormai non funziona, ed entro settembre dovrebbero trapiantarlo con uno dei genitori, la cosa importante è di  metterlo nelle condizioni fisiche migliori per ricevere il rene con il minor rischio possibile di rigetto, quindi si occuperanno prima di stabilizzare il quadro generale, poi di controllare il funzionamento dell’apparato urinario e nel caso avesse lesoni di sistemarlo.

Per il resto la famiglia si è ben installata, sono stati ben accolti e guidati, i bambini hanno incominciato la scuola a gennaio e la sorellina di 11 anni è contenta.

Il costo ridotto dell’intervento permette loro di avere margini di manovra con le costosissime cure post operatorie, Federico ha incominciato a lavorare e sento molto entusiasmo nei nostri scambi.

Giuliettaexpat
Maggio 2013

Expatclic Italia ha appena donato 250 euro al piccolo Michelangelo, per aiutarlo nella sua operazione in California. Teniamo a ringraziare le nostre socie onorarie, e tutte le persone che comprano il nostro calendario 2013, dandoci così la possibilità, oltre che mantenere vivo il nostro sito, di aiutare famiglie che espatriano per ragioni come quella che muove la famiglia di Michelangelo.

Michelangelo ha 9 anni, vive a Erbezzo in provincia di Verona, un po’ meno di 800 abitanti.

Tra meno di un mese, con papà e mamma e la sorellina Perla di 11 anni, prenderà l’aereo per trasferirsi a Palo Alto, California, nella Silicon Valley, culla delle tecnologie più “tecnologiche” del mondo moderno.

Michelangelo sarà accolto al Lucile Packard Children Hospital di Stanford  da un’equipe di medici che da mesi hanno in mano il suo dossier e che sono pronti a dare a lui e alla sua famiglia la speranza di un futuro.

Il calvario di Michelangelo è incominciato nella pancia della sua mamma quando i medici si sono accorti di una malformazione. Otto piccoli interventi in utero sono stati effettuati per evitare problemi maggiori.

A due giorni dalla nascita Michelangelo era in dialisi, a un anno e mezzo “un angioletto”, come mi ha detto Federico, il suo papà, ”ha donato a nostro figlio la speranza di stare meglio”.

Con un nuovo rene per un po’ la situazione è stata sotto controllo tanto da permettere al piccolo di avere una vita quasi normale…fino al rigetto che ha reso tutto più complicato.

Il bambino è estremamente fragile con una funzione renale ridotta ormai ai minimi e il rischio di dialisi che incombe, oltre ad un abbassamento tale delle difese immunitarie che lo rende vulnerabile a qualsiasi infezione, che trasforma un raffreddore in un nemico temibilissimo.

Ho conosciuto Federico e Giulia, il papà e la mamma di Michelangelo, via FB su una delle tante pagine nate per fare incontrare espatriati in giro per il mondo; mi ero iscritta per caso dicendomi che tutto sommato tutto fa e incontrare gente nuova nel posto in cui si è appena “sbarcati” può fare bene.

Come me loro si sono iscritti per avere un po’ di informazioni sulla vita qui, espatriati come tanti altri, mi sono detta io, expat che vengono qui per inseguire come molti un sogno americano in questo angolo d’America che richiama gente brillante da ogni parte del mondo.

E poi ho scoperto la loro storia raccontata con dignità senza sventolarla davanti al primo che passa, con naturalezza e amore…

Mi ha colpita come mamma, ovvio, perchè come tale non riesco ad immaginare la sofferenza di un bambino, non è nella mia comprensione il calvario al quale Michelangelo è stato ed è sottoposto.

E poi come espatriata da anni in paesi diversi mi ha ulteriormente colpita perchè forse fino ad ora non avevo mai sentito una motivazione così bella per mollare tutto e ricominciare da capo…

Si perchè Federico e Giulia mollano veramente tutto; “sotto lo sguardo all’inizio un po’ sorpreso delle famiglie”, hanno venduto il ristorante-pizzeria di famiglia, portato avanti da generazioni, e l’hanno fatto per avere i mezzi per tentare questa operazione fattibile solo qui a Stanford, qui ci sono i mezzi per tentare questo intervento, senza aspettare il peggioramento del funzionamento renale e la dialisi.

Le strutture italiane nelle quali sono stati seguiti ne sono conscie, solo qui ci sono i mezzi per tentare questo intervento che dovrebbe dare a Michelangelo oltre che un rene nuovo (donato da mamma o papà) anche la speranza di vivere davvero un sogno americano con la S maiuscola.

Ma perchè Stanford, gli Stati Uniti?

Durante una piccola vacanza in Messico Michelangelo è stato male e abbiamo dovuto ricorrere alle cure di una struttura americana; vedere quello che è stato fatto e come il piccolo sia stato dimesso rapidissimamente in ottime condizioni, ci ha fatto riflettere sulla possibilità di guardare delle soluzioni oltreoceano, soluzioni assolutamente impensabili in Italia (il direttore dell’ufficio trapianti del ministero della sanità dopo il tam tam mediatico scoppiato in questi giorni in Italia ha telefonato a Federico chiedendogli il perchè di questa fuga all’estero, come se le strutture italiane non avessero la capacità di dare il meglio per Michelangelo; Federico gli ha chiesto di dirgli dove un intervento sarebbe stato possible in Italia con i valori di Michelangelo in data di oggi per evitare che gli altri organi si compromettano…non c’è stata risposta perchè purtroppo è solo a Stanford che la si trova…).

Agli inizi la scelta era “caduta” sulla costa est degli States, l’ospedale di Washington, reputato come il migliore al mondo, la cosa migliore per un trapiantato però è  essere operato e vivere il post operatorio in un clima mite, quindi la ricerca di un posto alternativo … ed eccoci a Palo Alto.

E l’accoglienza?

Ma stupenda, all’inizio forse sono stati colpiti dalla nostra motivazione, quando ho chiamato mi hanno detto che l’unica cosa che potevano concedermi era un’ora di consulenza, tipo 4 chiacchiere, ho pagato subito 900 dollari, anche se non sono ancora stati addebitati, abbiamo preso i biglietti e 4 giorni dopo eravamo lì, e anzichè un medico previsto ci siamo trovati davanti un’equipe intera con assistente sociale e traduttore e al posto di una chiacchierata di orientamento, i primi esami e le prime visite…

La famiglia è rientrata in Italia pronta a fare il tutto e per tutto per ripartire per la California dove le speranze di un intervento erano concrete e dove i medici li aspettano a braccia aperte.

Unico grande problema negli Stati Uniti, la medicina ha prezzi spropositati, 500.000 dollari l’intervento, per non parlare del fatto che qui per vivere ci vogliono dei mezzi.

La decisione è presa, si vende tutto e si parte, e poi si vedrà. Decisione coraggiosa. Federico si dà da fare, passa un mese in California a lavorare nei ristoranti e intanto non molla i medici di Stanford per fissare delle date e per preparare il loro arrivo, tre posti per bambini che arrivano dall’estero sono previsti, Michelangelo grazie alla tenacia del suo papà sarà il quarto!!

Qui Federico e Giulia dovrebbero riuscire a riprendere un attività ma c’è bisogno di aiutarli per sostenere le grosse spese legate all’intervento e al post operatorio, un comitato di raccolta donazioni è stato creato in Italia e un’altro negli Stati Uniti…. un piccolo gesto può essere utile per ridare un sorriso.

Comitato Il Coraggio della famiglia, Vicolo della Chiesa, 28, 37020 Erbezzo (VR)
C.F.: 04137680239
IBAN: IT 56 U 08011 59830 000022081111 Cassa Rurale Bassa Vallagarina sede S.Anna d’Alfaedo VR
Codice BIC: CCRTIT2T01A
Info: Sig.ra Loredana (vice presidente)
Tel.: 329 4195021 – 346 3277130

E Michelangelo in tutto questo?

Michelangelo sogna l’America, è contentissimo e pieno di speranza, sa che questo intervento potrà dargli un futuro sereno…e poi potrà finalmente mangiare normalmente (adesso deve seguire una dieta ipoproteica).

E Perla, la sorellina undicenne, come lo vive?

E’ più complicato, ovviamente, qui ha gli amici, ma anche lei si rende conto di quanto sia importante.

E poi forse, cara Perla, tutto sommato sarà per te una bellissima esperienza!

Vi aspettiamo in California.

Giulietta Cerruti Sacconey
Los Altos, San Francisco, Bay area
Novembre 2011

 

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