Home > Africa > Marocco > Paolo, un cuore grande in un paese magico

State per leggere l’intervista a un grande uomo, a un grande cuore e alle sue parole sul magico paese che lo ospita.

 

Da quando ho “incontrato” Paolo, in rete, sei anni fa, lo seguo sul suo bellissimo blog (https://myamazighen.wordpress.com/), ma era da parecchio che non gli parlavo direttamente. Per questo aggiornamento sugli Espatri extra-ordinari l’ho ricontattato perchè voglio riproporvi la sua intervista (come vedrete non solo il suo espatrio, ma anche Paolo è straordinario), e volevo raccontarvi a che punto è nella sua vita in Marocco.

E non mi ha sorpreso trovare Paolo sempre attivissimo, impegnato su più fronti, professionalmente e umanamente, resistendo tenacemente alla crisi che si sente anche in Marocco, e inventandosi sempre nuove attività per promuovere la conoscenza di questo paese che ama tanto.

A giugno Paolo aprirà un altro riad, https://www.riadclairefontaine.com/, avuto in gestione da una signora italiana che non può più seguirlo. Ricordo a chiunque voglia andare a Marrakech di considerare di alloggiare da Paolo, che oltre a un gusto tutto particolare nella gestione dei suoi riad, organizza visite del Marocco per italiani.

Paolo conosce benissimo il paese, al quale si è avvicinato con rispetto e vera passione, tanto da impegnarsi anche anima e corpo in progetti di volontariato. Al momento è impegnato su due progetti “belli da morire”, come mi racconta, nel profondo sud (a Guelmin, 10 ore circa da Marrakech) dove segue circa 80 bambini diversamenti abili, tutti non autosufficienti, con problemi legati ad asfissie da parto (molto frequenti in Marocco, considerato che molte donne partoriscono ancora in casa senza aiuto medico) e un altro nell’oasi di Ouzina, a qualche decina di chilometri dall’Algeria.

Paolo si è trasferito in campagna, a 26 km da Marrakech, sulla strada di Fés, con l’Atlas innevato in prima fila quando guarda dalla sua finestra…Con tanti sacrifici ha fatto costruire una casa berbera in terra e paglia, come una volta, tra olivi, galline, tante piante grasse, un hammam all’aperto, anche lui in terra, che funziona a legno, una piccola piscina in costruzione. Qui è dove Paolo si reca appena può coi suoi due levrieri arabi (Sloughi) che lo affascinano perchè “hanno negli occhi il deserto”.

Continua così, Paolo! E speriamo di riuscire davvero ad incontrarci, un giorno, di persona.

Claudiaexpat
Maggio 2013

paolomountainClaudiaexpat ci presenta Paolo, un italiano che vive a Marrakech, dove fa delle cose bellissime…

Paolo nasce 45 anni fa in provincia di Cuneo, da famiglia umile. E’ il classico ragazzo che si fa “tutto da solo”. A diciannove anni comincia a lavorare in negozi di abbigliamento, e intanto studia. A ventisei diventa direttore del negozio di Enrico Coveri a Genova, poi spicca il salto verso la grande industria e a trentacinque anni diventa dirigente per Versace.

Un lavoro importante, con molte responsabilità e sempre in giro per il mondo. Ma qualcosa si agita dentro. “A capodanno del 2002 decisi, brindando con alcuni amici, che era giunto il momento di fermare la giostra, spegnere le luci e scendere. Tanto era lo stress, poche le gratificazioni (solo materiali!) e enorme la solitudine. Detto fatto, dopo sei mesi di preavviso tornai a casa felice e organizzai in solitaria un viaggio in Marocco. L’incontro con Marrakech fu devastante. Dopo una vita di stress approdai in questo mare di odori, colori, sapori, gesti e dimensioni che mi hanno rinfrancato”.

Tanta è la forza dell’impatto con Marrakech e tanta l’attrazione che Paolo sente verso questo luogo magico, che la decisione non lascia spazio a dubbi: si trasferirà definitivamente. Nella settimana che trascorre a Marrakech comincia a guardarsi in giro. E’ alloggiato nel Riad (casa d’epoca con giardino o patio nel cuore della medina) di una coppia di francesi, il cui stile di vita lo affascina e conquista. Decide dunque di provare a seguire lo stesso percorso, di acquistare un Riad per convertirlo in un Bed&Breakfast.

Rientra in Italia e comincia a valutare il mercato, poi ritorna ancora due volte a Marrakech per cominciare a dar vita al progetto. L’investimento è grande e Paolo cerca qualcuno con cui dividerlo. Inizialmente trova una coppia di conoscenti che si entusiasma, ma che si ferma però alle prime ovvie difficoltà. Ne parla dunque casualmente ad una coppia di amici spagnoli i quali decidono di fare un sopralluogo a Marrakech per valutare la situazione. L’impatto è forte anche per loro, e decidono dunque di unirsi a Paolo nell’acquisto.

Il primo Riad che abbiamo comprato era nel Souk Smarine, dietro la Place Jeema El Fna, super posizione, ma dopo un paio d’anni ero stufo della zona, troppo turistica, di “plastica”. Ci siamo dunque trasferiti nel quartiere più antico della Medina, Bab Tarzoud, vicino al mausoleo di Sidi Bel Abess, uno dei sette santi di Marrakech e patrono della città. Posto incredibile!!!”.

L’entusiasmo di Paolo per il posto in cui vive e la cultura che lo circonda è ovvio. Vibra nelle sue parole, passa attraverso le attività che organizza nel suo riad, si legge negli interessantissimi articoli che scrive per il suo blog. “Quello che mi è successo con gli amici spagnoli, quando sono venuti qui per valutare se lanciarsi in quest’avventura con me, mi succede puntualmente con gli ospiti del Riad: comunico il mio entusiasmo per Marrakech, e la gente se ne innamora. Quando arrivano dei nuovi ospiti mi faccio in quattro, e questo non succede negli altri Riad. Io investo un sacco di tempo in visite nella Medina, vado a comprare nei souks, cerco posti interessanti che la maggior parte della gente non conosce…”.

Marrakech

Il Riad di Paolo non è infatti semplicemente un luogo dove far base mentre si scopre il Marocco, ma un ottimo punto di partenza per avvicinarsi alla cultura locale. Paolo è un esperto appassionato e non lesina sulla sua voglia di condividere il fascino che il luogo esercita su di lui. La cuoca marocchina, bravissima, propone ricette della cucina locale, e presto inizieranno anche dei corsi di gastronomia per chi vorrà avvicinarsi in maniera ancora più profonda a questo importante aspetto della cultura marocchina. C’è inoltre un hammam (come poteva mancare??), e Paolo si occupa personalmente di organizzare giri ed escursioni nei dintorni.

Che il tutto funzioni molto bene non sorprende. Parlando con Paolo si capisce che il suo modo di avvicinarsi alla realtà del luogo è umile e rispettoso, accompagnato da una grande sensibilità umana e da un particolare entusiasmo verso le persone. “Il lato umano mi coinvolge… qui stride molto vedere gente ricca e persone che vivono nella povertà più assoluta. Io ho “adottato” due ragazzi down, che passano tutto il giorno su una sedia a rotelle parcheggiata al mausoleo di Sidi Bel Abess. Non parlano ma mi sorridono, mi toccano, e io capisco tutto… Sono parcheggiati lì dalla mattina alla sera a chiedere l’elemosina, e ormai sono parte della mia vita. Ho chiesto informazioni, nessuno mi dice niente, allora tutte le mattine vado a vederli, mi siedo un po’ con loro e ci guardiamo. Poi gli compro acqua, da mangiare, vestiti quando ne hanno bisogno… gli voglio molto bene… Mi rattrista moltissimo questa cosa dei piccoli per strada. In questo momento sto organizzando una mostra di pittura qui al Riad, con un amico pittore napoletano che vive a Tenerife. Il ricavato della vendita dei quadri andrà tutto ai bimbi del quartiere. Il problema è che ci vorrebbero miliardi. Qui i bambini che non hanno nulla sono tantissimi. A volte mi sento impotente, vorrei poter fare di più”.

Marrakech2Nel suo piccolo Paolo fa moltissimo, si sforza quotidianamente per aiutare le persone che vede soffrire intorno a sé. Cerca con tutte le sue forze di ridare dignità alla gente. Parte di questo sforzo passa anche attraverso la sua determinazione ad offrire un’informazione di qualità sulla cultura marocchina. Ad esempio Paolo ha dato vita a un bellissimo blog nel quale parla di tutto quello che accade a Marrakech, di tanti aspetti della cultura e della realtà locale, di molte cose che lo impressionano e lo affascinano.

Gli chiedo di parlarcene. “Il blog è partito come uno scherzo a metà maggio perchè volevo dare informazioni in italiano su Marrakech e il Marocco. In alcuni punti naturalmente è ancora debole, ma è normale che sia così, è un lavoro enorme! Ci scrivo di tutto e quindi devo andare a vedere, provare, leggere, per trasmettere informazioni reali. Ma mi diverte tanto, a volte ci passo la notte. Quando poi mi scrivono è una bella emozione… Tra l’altro adesso cominciano anche ad arrivarmi segnalazioni di serate, di eventi, etc. Per il momento voglio che rimanga una cosa amatoriale, ma col tempo mi piacerebbe ampliarlo, dargli altri sbocchi.
La mia speranza è di essere utile a qualcuno. Cerco di scrivere su cose insolite, che difficilmente si trovano sulle guide, ieri ad esempio ho scritto un pezzo sul battesimo del settimo giorno… è affascinante questo numero sette. Ho assistito a uno di questi battesimi in un villaggio dell’Atlas. Sul blog scrivo le mie esperienze, tutto quello che mi affascina, come la storia dei sette santi, i moussem del Marocco… ho ancora così tanto da scrivere!!! E poi gli scrittori, Paul Bowles, Choukri, Burroughs, tutti con forti legami col Maghreb
”.

Mi sembra sempre più scontato che le cose siano andate bene a Paolo con la sua Riad. Lanciarsi al buio o quasi in un’impresa di questo genere, tagliando i ponti con il proprio lavoro in patria e trasferendosi in toto in un nuovo paese, richiede molto coraggio. “Nel mio caso è stato più facile perchè non ho famiglia, non ho figli, non ho responsabilità. E il richiamo è stato molto, molto forte. Certo è vero, all’inizio le incognite non mancavano, ma io avevo un entusiasmo incredibile e quindi incominciai a parlarne ad amici e conoscenti in Italia. Poi abbiamo fatto il sito Internet, e alcuni tour operators mi hanno contattato. Siamo sul catalogo di un paio di questi. Ma la cosa che più ha funzionato è stato il fatto che ho messo in piedi una serie di tours solo per gli ospiti del Riad, quindi individuali, nel deserto, sull’Atlas…. è questo che ci ha portato un sacco di gente”.

Mi sembra di capire che l’entusiasmo e l’amore di Paolo per quello che fa non scemeranno col tempo, e che questo sia “il posto” della sua vita. “Il sottotitolo del mio blog è “Last exit – Marrakech”. Vorrei proprio che fosse così. Ho tanta malinconia dell’Italia, ma nessun rimpianto. A volte mi spavento quando penso alla vecchiaia, al mio futuro, alla scelta che ho fatto. Ma poi penso al fatto che vivo in un paese meraviglioso, con un clima straordinario, con persone che mi danno molto, e poi… arriva il vento dall’Atlas ed è una cosa incredibile. Quando ci sono 45° e lui arriva, alle sei, ti senti rinascere… è una cosa indescrivibile. Questo vento, ti parla, ti tranquillizza. E i miei ospiti rimangono di stucco quando lo sentono arrivare e capiscono che è una cosa reale, che succede tutte le sere, al tramonto…”.

Claudia Landini (Claudiaexpat)
Giugno 2007

 

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