Gabriella, con un’interessante vita da espatriata alle spalle, e sempre disponibilissima a scrivere per Expatclic, ci propone una riflessione sulla situazione dei terremoti in Egitto. Grazie infinite Gabriella !
I terremoti in Egitto
Fin dall’antichità ci sono stati grandi terremoti in Egitto: ricordiamo che il famoso Faro di Alessandria, una della Sette Meraviglie del mondo antico, alto 135 metri e visibile a 50 Km di distanza, crollò molto probabilmente proprio a causa di un terremoto.
Se vi recate al Cairo e visitate le zone periferiche della città, vi sembrerà quasi che le case siano state danneggiate da un recente sisma e mai più restaurate: mattoni rossi a vista senza intonaco, spesso con l’ultimo piano non finito, quasi sempre senza infissi e vetri alle finestre, senza pavimentazione nei cortili, per non parlare delle strade, male asfaltate e piene di crepe e buche.
In realtà purtroppo è solo una questione di estrema povertà degli abitanti e di incuria del governo, e la triste situazione in queste aree suburbane stride al contrasto con i grandi alberghi e i moderni grattacieli del centro.
Durante la mia permanenza al Cairo non ebbi situazioni di emergenza per terremoti in Egitto, ma durante l’inverno del 2001 un giorno avvertii una scossa abbastanza forte: erano le 6,30 circa e la sveglia era appena suonata; mentre mi trovavo ancora sdraiata nel letto e la prima luce del mattino filtrava dalle tende, sentii uno slittamento, come se qualcuno stesse spingendo il mio letto, e contemporaneamente vidi il lampadario che oscillava. Noi abitavamo al quarto piano, quindi relativamente in basso, ma ai piani alti la scossa era stata avvertita molto più fortemente, come mi raccontarono alcune amiche. Dopo qualche interminabile istante di panico tutto tornò normale, non percepimmo più nessun movimento, e quindi restammo in casa continuando la routine mattutina.
Nel caso di scosse prolungate o molto forti, che inducono a uscire di casa, il problema che ci spaventava consisteva nel fatto che, al Cairo, quasi sempre le scale degli edifici non sono del tutto agibili: buie, sporche, spesso trasformate in magazzini, ostruite da oggetti abbandonati o da sacchi di spazzatura, in quelle condizioni scendere a piedi da un piano alto diventava una vera avventura. Per fortuna quella volta non ce ne fu bisogno, e poi, come ripeto, noi abitavamo a un piano basso.
L‘atteggiamento della popolazione davanti ai terremoti in Egitto, comunque, è in generale di tipo fatalista: se sei un bravo musulmano non devi temere, Allah il Misericordioso salverà la tua vita, e comunque tutto ciò che accade è opera Sua, nessuno si può opporre.
Con queste premesse è chiaro che parlare di prevenzione, nonché di addestramento in caso di terremoti diventa difficile. Fortunatamente nelle scuole internazionali, e in quella italiana naturalmente, le esercitazioni di raduno in caso di pericolo e i criteri da seguire nel caso specifico di un sisma erano ripetuti molto spesso, e quindi mi sentivo abbastanza sicura per le mie figlie. Anche le varie aziende italiane, nonché l’ambasciata, possedevano piani di emergenza a vari livelli, però per mia grande fortuna non li ho mai sperimentati!!
Gabriella
Milano, Italia
Ottobre 2007
Fotografie ©FrancescaChiolerio (Grazie Francesca!)