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Giuliettaexpat condivide i suoi sentimenti su cosa “fa casa” all’estero.

 

Cambiare paese, amici, scuola, abitudini è difficile, difficilissimo… ma nulla in confronto al cambiar casa!!! Cambiar casa è una vera e propria rivoluzione nelle nostre vite, certo, una rivoluzione voluta, meditata, ma sempre tale…

La prima cosa che voglio e di cui ho bisogno cambiando casa è ricreare il più in fretta possibile il mio mondo, il nostro mondo in cui ognuno trovi rapidamente quei punti di riferimento che nei primi difficili mesi di passaggio da un paese ad un’altro ci fanno sentire a casa…

Il sentimento di “cosa fa casa” è molto soggettivo, legato alla storia di ognuna di noi e a quei punti fermi ai quali negli anni ci siamo abituate e che abbiamo voglia di rivedere tali e quali anche se gli spazi sono organizzati diversamente.

Personalmente ho la fortuna di aver sempre traslocato portandomi dietro tanto, una scelta e un privilegio (c’è chi non può perché spesso le aziende mettono dei limiti nei traslochi, poche cose, poco peso, 4 bauli e via….).

E’ più semplice portarsi dietro tante cose e ritrovarle altrove… almeno c’è un problema in meno, quello di dover selezionare cose e ricordi ad ogni partenza!

In qualsiasi modo però ci sono oggetti che fanno casa anche in un posto nuovo e la fanno prima degli altri, cose stupide a volte, ma importanti per sentirsi presto bene dove si è scelto di andare a posare le valigie..

Ci siamo tutte fatte la domanda di cosa siano queste cose e di come e dove sia importante ritrovarle…

Per me cosa fa casa sono le foto appese sul frigorifero, quelle foto sempre uguali negli anni che metto religiosamente in una scatola di latta perché vengano imballate per una nuova destinazione e che quando le tiro fuori e le rimetto al loro posto mi fanno dire “ci siamo, siamo a casa”; tra queste la foto di mio papà che ormai da più di otto anni mi guarda felice e ridente dalla porta del frigo, un modo per averlo vicino e farlo viaggiare con me in tutti questi posti nuovi in cui lui non potrà più venire a trovarmi…

 

Cosa fa casa
Ci sono le foto e gli oggetti che devo assolutamente portarmi dietro che una volta sistemati ridanno calore al nuovo posto e con essi i mobili, “i miei due o tre mobili pakistani, piccoli, rosso bordeaux con dei ghirigori tipici del continente indiano: loro, quando sono sistemati, a volte in soggiorno, a volte nella nostra stanza da letto, mi danno proprio l’idea di essere a casa!” (Silviaexpat).

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Ci sono i libri ai quali non rinuncio, quelli di cucina comprati qua e là ad ogni viaggio in un nuovo paese, e i tanti romanzi spesso legati alla letteratura dei paesi nei quali ho viaggiato e non solo vissuto; mi piace leggere di un paese prima di visitarlo, attraverso i suoi autori, e ancor di più mi sento a casa quando so che sono lì ben ordinati sugli scaffali… “Anche per me casa sono i nostri libri, anzi, fare le scaffalature che poi li sorreggeranno” dice Silviaexpat.

E poi fanno casa gli oggetti delle mie figlie sparsi ovunque, nel momento in cui mi rendo conto che si sono già appropriate del nuovo…e Silviaexpat pensa lo stesso: “Casa è anche vedere i libri e i quaderni di Emily sbattuti sul tavolo da pranzo: vuol dire che lei almeno si sente già a casa, che si è già appropriata dei suoi spazi. E come lei mi piace vedere che posti occuperà la nostra gatta, quale sentirà più comodo e suo”.

Non è facile lasciare casa, ma è facile rendere il passaggio più dolce mettendoci in condizione di sentirci subito bene.

Quando sono arrivata a Tokyo per la prima volta con le mie bambine dopo 12 ore di volo e 7 di fuso sono riuscita a sentirmi subito a casa una volta aperta la porta con i copripiumone di sempre sui letti e il castello della Playmobil montato in camera di Chiara e Camilla, proprio com’era due mesi prima nella stanza dei giochi in Normandia!!

Cosa fa casa4Ci si sente subito a casa anche tra foto e quadri appesi al muro, rimettere in uno spazio nuovo tutto ciò che da sempre siamo abituati a vedere… fa bene!!

Per molte di noi la cucina è importante, è la stanza dove si ricrea un po’ quel senso di nido, e le cucine spesso e volentieri cambiano proprio completamente, ma gli oggetti che ci portiamo dietro o che appena arrivati ci mettiamo dentro ci aiutano a ricostruire la cucina che ci piace:

“Cosa importante è che la cucina sia pratica, altrimenti poi Matthias chi lo sente? E tutti i suoi pacchi di grano e di fibre varie (e le formiche qu’y vont avec…), i suoi pacchi di farina integrale, uvetta etc, ci vuole una credenza tutta solo per lui!”, ma una volta sugli scaffali ricreano l’ambiente giusto…(Silviaexpat).

I giochi, gli oggetti, le cartelle sbattute per terra i vestiti qua e là anche questi fanno casa in fretta in un posto nuovo, e con dei bambini e ragazzi tra i piedi è facile in quattro e quattr’otto ricreare qual caos quotidiano che ci fa quasi dimenticare 1000, 5000, 10000 km di trasloco.

Comunque per sentirla veramente propria e per sentirsi veramente a casa, la casa la si deve vivere un po’…. per me ogni volta il sentirmi a casa è venuto dopo il primo ritorno da un viaggio, la voglia di ritrovarmi tra le mie cose che mi faceva dire sono a casa, ovunque fossi…ed in Giappone mi faceva ridere quando sbarcavamo a Narita (l’aeroporto internazionale di Tokyo) e ci dicevamo che bello essere a casa, quando bastava guardarci in faccia per capire che non eravamo del posto e a noi bastava un’occhiata in giro per capire che saremmo sempre stati un po’ stranieri anche se a casa nostra!!

Sicuramente spesso basta una piccola cosa per sentirsi bene e al proprio posto in un nuovo ambiente, un oggetto, una foto, il vecchio mobile della nonna. Fondamentale per essere davvero a casa è però la voglia di stare bene nel nuovo, di voler vivere la nuova avventura dall’inizio senza rimpiangere troppo la casa 1, la 2 o la 3!!

 

Giuliettaexpat
Saint Germain en Laye
Febbraio 2012

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