Home > Testimonianze > Espatrio e maternità: l’estero mi ha reso la madre che sono
espatrio e maternità

Moci è peruviana. Le sue due figlie sono nate mentre viveva in Ungheria. In questo splendido articolo riflette su espatrio e maternità, e su come l’esperienza di vita mobile l’abbia resa la madre che è.

Articolo scritto in origine in inglese per il nostro sito What Expats Can Do.

 

Sono diventata madre nel 2012. Avevo lasciato il Perù, il mio paese natale, nel 2008. Ho partorito a Budapest, dopo una gravidanza facile e felice. Nel 2015, sempre a Budapest, ho avuto la mia seconda figlia

Sono diventata mamma da sola. Certo, mia madre è venuta ad entrambe le nascite ed è stata di grande aiuto ma, e questo lo ripeto sempre a tutti, io sono diventata madre nel momento in cui lei è partita, tre settimane dopo che è nata la mia prima figlia.

Prima che partisse, ogni volta che succedeva qualcosa a Giulia, mia figlia, cercavo lo sguardo di mia madre per supporto o approvazione. Non aveva importanza che avessi letto tutti gli articoli e i libri che potevo, o che avessi frequentato il migliore corso preparto al mondo; sapevo tutto quello che c’era da sapere e cosa dovevo fare, ma guardavo sempre lei prima di prendere ogni decisione. Quando lei è partita, ci siamo ritrovate io e la mia bimba (e mio marito, naturalmente, che però era via tutto il giorno e viaggiava anche tanto).

espatrio e maternità

E lì è cominciato tutto, il momento in cui sono diventata la mamma che volevo essere. Una mamma che segue i suoi istinti, rende le cose semplici e segue pezzi di saggezza di varie fonti e culture. E penso che questo sia il risultato del binomio espatrio e maternità. Mi ha permesso di diventare quello che dovevo diventare, senza interventi esterni. Ma non solo questo. Mi ha regalato anche il fatto di poter imparare da tipi di madri diverse, diverse non solo nello stile ma proprio per via delle loro culture, del loro background e della loro educazione (qualcosa che sarebbe sicuramente stato difficile da trovare in Perù).

Naturalmente non è successo tutto da un giorno all’altro. E ovviamente all’inizio ero una mamma nervosa, ma devo dire che è passato rapidamente e la mia preoccupazione era legata soprattutto a una situazione con il peso corporeo di mia figlia. Dopo 6/8 settimane, quando ho dovuto lasciare il mio posto sul divano (per settimane ho allattato mia figlia nello stesso punto del divano, non stop) per andare in Italia, mi sono rilassata e sono diventata la mamma che volevo essere. E non ho mai guardato indietro.

Mostrare che ci sono altri modi di fare le cose è già una conquista. Essere diversa, non solo parlare di come sono diverse le cose altrove, è un altro modo per sfidare lo status quo e portare una ventata d’aria fresca al contesto.

Sono stata fortunata, ho avuto diverse madri come modello. Le osservavo mentre ero ancora incinta, vedevo cose che mi piacevano e che non avrei mai visto nel mio giro di Lima, e le facevo mie. Il babywearing è stata una di quelle, l’allattare a lungo e in pubblico un’altra, e un’altra ancora portare le mie bimbe sempre con me dal primo giorno (soprattutto con la seconda). Niente mi impediva di continuare con le mie cose, ma le avevo sempre con me. E’ vero che il mio carattere e la mia personalità hanno giocato nel modo in cui mi ponevo, ma penso che sia stata anche una conseguenza dell’essere da sola. E dell’essere in un contesto che favoriva quel tipo di comportamento.

espatrio e maternitàEssere espatriata mi ha permesso di fare la mamma a tempo pieno per scelta, qualcosa che non penso avrei considerato se fossi stata a casa…sostanzialmente perchè sarei stata troppo concentrata nel fare quello che tutti fanno nel “mio mondo”. Essere lontana mi ha aperto gli occhi su altre opzioni, e mi ha mostrato altri modi e messa in contatto con altre storie ed esperienze.

Ora sono di ritorno a Lima temporaneamente. Sono qui da tre anni. Le mie bambine avevano rispettivamente tre anni e dieci mesi quando sono arrivate. Quanto il diventare madre in un paese diverso ha influenzato il mio modo di essere madre a casa?

Per cominciare, ho sicuramente un altro modo di vedere le cose. In genere sono quella che ha un’opinione diversa. Più di una volta mi è stato chiesto il mio parere in certe situazioni perchè si sapeva che avrei portato una prospettiva differente. Tendo ad essere meno apprensiva della media delle mamme peruviane, e più liberale; mi aspetto che le mie bambine siano più indipendenti, tolleranti e aperte verso gli altri bambini. Sono una mamma MOLTO presente ma in genere mi mantengo piuttosto in disparte se succede qualcosa alle loro scuole. Cerco di lasciare che siano gli insegnanti a risolvere le cose, che per alcuni è una cosa sorprendente (qui tendono a chiamare subito le mamme dei bambini coinvolti per discutere qualsiasi cosa succeda a scuola). Tendo anche ad essere più attenta ai problemi delle persone e cerco di non giudicare (non sempre ci riesco, però). Sono più indipendente e mi baso meno sull’aiuto esterno, sono abituata a far le cose da me e ad esser sola.

Ora, come posso contribuire nel mio nuovo ambiente con la mia esperienza? Penso che portare una nuova prospettiva, soprattutto in ambiente “locale”, sia già un contributo. Mostrare che ci sono altri modi di fare le cose è già una conquista. Essere diversa, non solo parlare di come sono diverse le cose altrove, è un altro modo per sfidare lo status quo e portare una ventata d’aria fresca al contesto.

Sento davvero nel cuore il bisogno di contribuire a crescere figli e figlie migliori, perchè loro saranno i futuri cittadini del mondo e per questo penso che dobbiamo sforzarci di essere genitori migliori. Sono davvero determinata a lavorare con i genitori – attraverso il mio lavoro di coaching – per aiutarli a prendere coscienza e liberarsi di abitudini e credenze limitanti, per mostrar loro che possiamo tutti fare le cose in modo diverso e imparare l’uno dall’altro, che ci sono un sacco di opzioni in più che non solo il seguire (o rifiutare) il tipo di educazione che noi stessi abbiamo ricevuto.

 

Moraima Ferradas Reyes (Mociexpat)
Lima, Perù
Giugno 2019
Foto ©MoraimaFerradasReyes
Tradotto dall’inglese da Claudiaexpat

 

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