Ringraziamo di cuore la nostra amica Annalisa per questo coinvolgente articolo nel quale ci racconta la passione per i cimiteri che tutta la sua famiglia condivide, e ce ne fa visitare alcuni.
Cimiteri… Appena ho letto il titolo dell’argomento del mese proposto su Expatclic mi è venuto da sorridere e poi ho avuto una sorta di tuffo al cuore perchè i cimiteri negli ultimi anni sono entrati prepotentemente nelle nostre vite e sono rientrati con forza nella mia in particolare.
La formazione di storica specializzata in egittologia mi ha portato negli anni a sviluppare un rapporto particolare con i cimiteri perchè nell’archeologia e nello studio della storia hanno un peso rilevante. La documentazione funeraria è essenziale per lo studioso per ricavare informazioni sulle società antiche, per avere un quadro più completo degli eventi e analizzarli. L’egittologia, poi, offre così tanti materiali provenienti dai cimiteri che non ci si finisce mai di stupire e le scoperte degli ultimi anni lo confermano.
Sono cresciuta da bambina con il rituale della visita al cimitero alla domenica mattina per portare fiori sulle tombe dei nonni che purtroppo non ho potuto conoscere ma che sono bene vivi nella mia memoria grazie ai racconti dei genitori. La visita alle loro tombe non è mai stata un evento triste per noi bambine, i cimiteri profumavano di fiori freschi d’estate e di siepi di sempreverde d’autunno e d’inverno. Di solito, poi, la visita si concludeva con un bel gelato, perciò il cimitero e suoi rituali erano un evento quasi festoso per noi.
Forse è stata anche l’Africa che ci ha preparato come famiglia a vivere i cimiteri come un rifugio, un luogo in cui “fermare il tempo”, perderci in pensieri nostri e ascoltare i suoni del mondo esterno in modo diverso. Sei anni in Egitto, tre in Angola e quattro anni in Ghana. In quest’ultimo paese il rituale della morte è accompagnato da balli, musiche, bare dalle forme più disparate per omaggiare la professione del defunto o le sue passioni. Colori e suoni in realtà pieni di vita ci hanno reso l’idea della morte meno spaventosa, ha aiutato noi genitori a spiegare e a cercare di far capire alle nostre figlie che la morte non è la fine di tutto e che il ricordo delle persone vive aiuta a mantenere in vita i momenti essenziali e importanti delle persone che vengono a mancare. I nostri sentimenti per loro non spariscono ma si modificano, acquistano dimensioni diverse, per certi versi anche più profonde.
In Egitto abbiamo visitato la città dei morti dove vivono in realtà centinaia di famiglie accanto o dentro tombe monumentali antichissime, e la città antica dove si trovano le chiese copte più antiche e una piccola sinagoga costruite sotto l’attuale livello stradale.
Nel 2019 siamo rientrati per pochi mesi a Milano e qui il Cimitero Monumentale è diventato subito un luogo in cui rifugiarci come famiglia. Avendo vissuto a lungo in paesi in via di sviluppo io e mio marito non eravamo più abituati all’Europa, e le nostre figlie meno di noi. Il Monumentale è diventato un rifugio perchè appena entrati il tempo pareva fermarsi, tutto diventava più lento, più essenziale, i ritmi erano più famigliari per noi, la lentezza era rassicurante mentre il resto del mondo fuori che correva senza meta appariva insicuro e incomprensibile nella sua superficialità.
Personalmente ho ritrovato il profumo dei fiori e dei sempreverde, il piacere di leggere i nomi sulle lapidi antiche o meno antiche e di commentare i diversi stili architettonici delle tombe con nostra figlia appassionata di arte.
Dal 2019 i cimiteri sono divenuti un po’ una nuova meta per le nostre uscite, a Salisburgo non passa settimana che andiamo a visitare il cimitero monumentale bellissimo che sorge vicino all’Abbazia di S. Peter e di recente crediamo di aver scoperto quello dove sono state girate alcune scene del film Sounds of Music. Uno spettacolo unico.
Sarà la mia formazione di storica che trascina la famiglia? Me lo sono chiesta tante volte ma poi quando vedo la curiosità e l’interesse delle nostre figlie mentre vagano fra le tombe interrogandosi sulle vicende umane di questi defunti, il dubbio mi passa e mi perdo a chiacchierare con loro.