Home > Europa > Italia > Mazzolla, il rientro italiano più dolce
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Claudiaexpat ci parla di un borgo toscano che adora, e che s’inserisce bene nel tema di questo mese, il rimpatrio.

Come ormai sapete tutti, quella che considero la mia vera casa è nel Volterrano, in Toscana. E’ lì che faccio ritorno ogni estate da anni, e dove la mia famiglia ha costruito con pazienza una storia d’amore – con la casa, con gli abitanti della zona, con la terra.

Vicino al mio rifugio esiste un bellissimo borgo medievale, Mazzolla, che frequentiamo dai primissimi giorni in cui mettemmo piede in questa zona, perchè è lì che da anni esiste la Trattoria Albana, un luogo così strettamente intrecciato alla nostra storia in Toscana, da essere diventato per noi un po’ casa. Soprattutto da quando è gestito dai fantastici Giuseppe, italiano, e Mery, filippina, due cuochi sopraffini e persone di grande umanità.

mazzollaRecentemente ho scoperto che Mazzolla è però molto di più che un incantevole borgo da cui si gode di una vista mozzafiato. A Mazzolla, e nella zona circostante, si è creata una comunità eterogenea, di persone di nazionalità e background spesso molto diversi tra loro, tutti uniti dall’amore e dalla gratitudine per questa bella terra che fa da sfondo a una convivenza pacifica e goduta.

Recentemente Mazzolla ha organizzato un bellissimo evento, “Borgo Aperto, Mazzolla, 83 abitanti, 8 nazionalità“, ospitato nel bellissimo giardino della villa della famiglia Viti, che da sempre mette a disposizione della comunità i suoi spazi per eventi di vario genere.

L’incontro ha presentato le testimonianze di molti degli abitanti di Mazzolla e dintorni. Abbiamo ascoltato francesi, ghanesi, belga, italiani provenienti da altre regioni d’Italia, o magari rientrati da periodi all’estero. Come nel caso di Ilaria Gualtieri, che ha raccontato la sua storia di espatriata e rimpatriata proprio qui, a Mazzolla. Le ho chiesto di pubblicare il suo discorso perchè mi è parso bellissimo e toccante. Ve lo propongo di seguito, con un grande grazie a Ilaria e a tutti gli abitanti di Mazzolla.

Claudiaexpat

“Mi chiamo Ilaria Gualtieri, fieramente bolognese di nascita, sin da bambina ho frequentato il mondo arabo grazie al lavoro di famiglia. A diciannove anni ho approfondito questo amore, studiando e lavorando all’estero: Libia, Emirati Arabi, Qatar, Africa, India… Nei vent’anni da espatriata, grazie ad una innata curiosità ed alla mia professione, consulente di comunicazione e responsabilità sociale d’impresa per aziende internazionali, ho avuto il privilegio di conoscere oltre sessanta nazionalità diverse, apprezzandone ed imparandone la cultura, gli usi, la lingua, costruendo progetti di arte, cultura, educazione, ambientali, gestendo le relazioni con le comunità locali ed internazionali. Credo umilmente di essere stata una bandiera dell’italianità, mentre mi immergevo in realtà diverse e meravigliose.

Quest’anno ricorrono i venticinque anni dalla mia prima volta a Volterra. Sin dal 1996, grazie al mio amico e fratello maggiore Francesco qui presente, Mazzolla, soprattutto, è entrata nel mio cuore quale luogo che con i suoi silenzi, bellezza, socialità, semplicità del quotidiano, i panorami e i cieli stellati, accoglie e rigenera. Mazzolla è sempre stata per me manzil, dall’arabo “il luogo in cui ritorno”, parola che pienamente definisce il concetto di “casa’.

Sono tornata in Italia con le mie due figlie tre anni fa: cresciute nel deserto, non conoscevano le stagioni, gli alberi, la natura, la loro lingua e cultura. Le ho portate qui come ospiti e poi, con il COVID, quali residenti: le mie bambine, cittadine poliglotte del mondo, hanno capito. A Mazzolla, il nostro ‘condominio con la piazza intorno’, circondato dall’abbraccio del Berignone, guardando le luci di Volterra, abbiamo trovato una casa, manzil, nel senso più ampio: una comunità semplice, estremamente unita nella diversità dei singoli, partecipazione.

Oltre alla ricchezza della natura che ci è offerta ogni giorno, abbiamo acquisito la libertà di muoverci, respirare, far giocare i bambini per strada senza pensieri, sotto gli occhi vigili dei nonni sulle panchine, aiutandoci a vicenda, liberi dal superfluo, sporcandoci le mani nella terra, cogliendone i frutti, godendo dei servizi che offre Volterra poco lontana, condividendo, insieme.

Ai visitatori può sembrare che qui non ci sia “nulla”, mentre in realtà c’è tutto, e di più: a Mazzolla si trovano risposte a bisogni che non si sapeva di avere, è un riconoscimento immediato, profondo, completo. Una qualità della vita che ho anelato agli estremi del mondo e trovato, finalmente, su questo poggio. Non è un caso che tante persone con diversi background si siano trovate in questo luogo: qui tutti condividiamo questo spirito, questo riconoscimento profondo, una radice che ci rende ancora più comunità”.

Claudia Landini&Ilaria Gualtieri
Mazzolla, Toscana
Luglio 2021
Foto @FrancescoViti

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