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tre operazioni a Mosca

Gloria è una cara amica di Expatclic, e in questo coinvolgente articolo condivide un momento delicato della sua vita di espatriata. Grazie, Gloria!!!

Vi racconto delle mie tre operazioni a Mosca.

Ero arrivata in questa città a metà agosto, ero quasi sottopeso, il chiudere casa, il chiudere la mia attività, il chiudere la mia vita italiana negli ultimi 4 mesi precedenti agosto, mi avevano portata a perdere parecchio peso e a soffrire di forti emorragie durante il mio periodo mestruale.

In Italia non avevo dato molta importanza alla cosa, pensavo alla stanchezza, alla tristezza.

Poi eccomi a Mosca, voglio dirvi che io non parlavo assolutamente una parola di russo e il mio inglese si limitava a HOW ARE YOU ? O poco più.

Ho cominciato fin da subito a vedere il mio problema aumentare e pur non volendo pensare a qualcosa di anormale, sentivo che non riuscivo a tenere il mio corpo sotto controllo, perdevo molti capelli e il mio morale (già provato dal cambio di vita) veniva giorno per giorno aggredito da una forma di tristezza e di paura che non sapevo spiegare.

Sta’ a vedere che quando spiegavo il problema a mio marito, lui più o meno mi guardava come si guarda una bambola che non chiude gli occhi quando la stendi, insomma con uno sguardo che invece di darmi delle risposte mi interrogava ancor più, e io a non saper dire altro se non: STO MALE.

Ripetere continuamente che perdevo capelli diventava ai suoi occhi quasi ridicolo (io ho una foltissima capigliatura riccia), non ci credeva, pensava a miei capricci….

Il medico che mi era stato assegnato alla Clinica francese parlava solo russo e inglese, e IO NON CAPIVO NIENTE né tantomeno riuscivo a spiegare quale era il mio problema, mio marito era lontano dal volermi accompagnare in un simile frangente: PERDERE I CAPELLI.

Non avevo mai considerato molto che le mie emorragie potessero essere non NORMALI, e quindi non avevo posto il problema al medico, in ogni caso a un prelievo del sangue mi trovò anemica, una curetta di ferro e di nuovo a casa.

Passano un paio di mesi e disperata vedo il lavandino otturarsi sempre più spesso, risucchiava tutti i miei capelli caduti…. !!!

Portando mio figlio dal dermatologo trovai il coraggio, aiutata dal suo dall’inglese, di chiedere alla dottoressa il perché della mia caduta di capelli, lei mi visitò e mi consigliò caldamente (dopo avermi fatto alcune domande specifiche) di fare una visita dal ginecologo.

MIO DIO, già una visita del genere ti mette a dura prova, immaginate da un medico che non conosce la tua lingua…

Pregai mio marito di venire con me, ricordo quel giorno piangevo come una bambina (ma anche come mi succedeva quasi ogni giorno, non appena lui usciva di casa e NON SAPEVA). Ok, accettò, andammo assieme e con mia grande gioia scoprii che il medico parlava anche un discreto italiano… visita… ecografia… OK qui c’è un problema da risolvere forse chirurgicamente.

Dico forse perché questo bravissimo medico pensava che facendo qualche cura ormonale tutto potesse rientrare… Passai 3 mesi a rimpinzarmi di pilloline e a vedere il mio peso lievitare e nonostante le buone prospettive di guarigione che il medico mi aveva assicurato, le mie emorragie mi tenevano fissa in casa e senza preavviso.
Tutto questo CALVARIO è durato da fine agosto a metà febbraio.

Avevo appena scavalcato il mio quarantesimo compleanno, ero sempre stata una donna molto vitale e positiva, ma ora ero ridotta a lacrime continue e a una depressione, che se messa assieme a tutto quello che ha combinato il mio lasciare l’Italia non era niente di POSITIVO, CREDETEMI!!

Ricordo come ora un giorno in cui presi, mi vestii, senza neppure badare a come, e a piedi (come facevo di solito) andai alla clinica, c’erano -20 gradi e lì mi sentii quasi disperata…..

Sola, triste e quasi quasi lì per scivolare nel buco nero della depressione.

Vidi il medico e gli dissi : Veda lei quando vuole MA PRESTISSIMO io MI VOGLIO OPERARE, mi tolga questo utero che non vuole guarire e facciamola finita!

Mi disse che la mia decisione era oramai condivisa anche da lui, ma che sperava che la cura potesse avere un effetto migliore, e che comunque anche solo il fatto di avergli chiesto in modo così determinato di operarmi non gli aveva lasciato scelta.

Voi direte che CORAGGIO decidere e far pressione sul medico ….. RAGAZZE, io non ce la facevo proprio più. Credetemi.

Bene, la clinica francese, tutti molto gentili, attentissimi, bilingue, mi accolse una mattina alle 7.30, mio marito appiccicato a me, si era convinto che i miei capricci non provenivano dai miei ricci
(ogni riccio un capriccio!! Ricordate i miei capelli??)
e mi stava molto vicino.

Dopo aver fatto un colloquio preventivo con l’anestesista in un inglese stentato, mi fecero abile e arruolata a lasciar andare il mio UTERO a peggior vita, per dare a me una MIGLIOR VITA.

Io non sono una donna che si impressiona facilmente, ma l’essere lontana da mia madre e dal mio paese, anche se aiutata da mio marito, non mi lasciava proprio tranquilla, non avevo detto nulla ai miei genitori, non volevo preoccuparli, e quindi non potevo neppure FRIGNARE al telefono con la mamma!!!

Ecco, esco dalla sala operatoria e vedo il più bel sorriso del mondo, quello di mio marito, ero FELICE di essere di nuovo sveglia (le anestesie totali mi mettono una paura BESTIALE).

Mi avevano fatto un bel taglio e da lì partivano un paio di tubicini, uno dei quali dopo due giorni non voleva uscire, e così via di nuovo in sala operatoria, ancora un’anestesia e VIA, tolto anche il tubicino TESTARDO!!

Ciao ciao, dasvidania, e a casa, per ritornare ogni giorno per 20 giorni a fare una punturina contro le trombosi, alla fine ho chiesto di darmi siringhe e liquido che avrei avuto una infermiera che me la faceva a casa, mentre le ultime 5 le ho fatte da me… Non ne potevo più di andare lì dentro.

HIP HIP HURRA’, dopo due mesi di tranquillità mi rendo conto che senza MESTRUAZIONI si rinasce, e in effetti tutto in me rinasceva dal morale alla diminuzione del peso….

Ma dai…. mica si può stare tranquilli, dicono che quando cominciano APRI LORO le PORTE, e infatti dopo una seduta di ginnastica un po’ più forte del solito, (voglio dirvi che per disperazione andavo in palestra 4 volte la settimana e studiavo 2 lingue) sento uno strappo alla spalla (che però già da anni non funzionava bene).

Vado dal medico, raggi x, TAC, risonanza magnetica, scientigrafia ossea (tutto fatto in un altro ospedale MA RUSSO), una serie di cartacce che mi dicono che in ARTOSCOPIA bisogna sistemare questa spalla.

E vai, altro intervento, con più padronanza della lingua, posso anche scherzare con le infermiere, torno a casa con il braccio al collo e decido che la ginnastica normale per me non va bene e quindi continuo ad andare due volte alla settimana a fare terapie per rimettere in funzione il mio braccio (che però a tutt’oggi non é proprio in piena salute).

E poi??? Dai, che vuoi che sia… L’ortopedico visitandomi un mese dopo l’intervento alla spalla si accorge che la punta dell’osso clavicolare, quella sotto la gola per intenderci, é sproporzionata, e io a dirgli, SI’, é vero, e spesso si gonfia e mi fa male…

E vai, ancora dentro al tubo, esami e controesami e diagnosi di UN OSTEOMA all’interno dell’osso.

Che dire, siamo a tre in un anno e mezzo,TRE interventi, quest’ultimo vede scalpello e martello rompere l’osso, togliere quella palla malata, ricucire con un bel ricamo obliquo, che neppure con la collana si nasconde.

Ma ci credete che sono andata piu in crisi per questo taglietto di 5 cm piuttosto che per quello di 20 dell’asportazione dell’utero??
Era uno schifo, era brutto e grosso e mi vedevo deturpata irrimediabilmente.

Chi mi ha aiutato??? Due cose: mio marito che mi diceva di continuo che questo taglio mi dava personalità e che il suo amore non sarebbe mai cambiato, e una crema cicatrizzante che ad oggi ha lasciato un segnetto… davvero CARINO!!

Ora ho solo la diagnosi di un’ernia cervicale, che qualcuno dice di operare e qualcun altro no, io che faccio??

Due volte all’anno mi scaravento ad ABANO a fare i fanghi e delle altre terapie che mi rimettono al mondo, ma di ANESTESIE … non ne voglio PIU’.

I miei genitori??? Già arrabbiati dal mio silenzio al mio primo intervento, hanno voluto seguire ogni più piccolo passo degli altri due e mi chiedono sempre: STAI BENE????

Chi dice che siamo fortunate a vivere all’estero??

Non é già difficile entrare negli ospedali del NOSTRO paese? Immaginatevi in uno che non é nella nostra cara ITALIA….

E volete sapere il costo totale dei miei tre interventi?? 13.000 Euro, senza contare la miriade di esami fatti in precedenza e le terapie di riabilitazione, per fortuna l’assicurazione é stata una certezza fin dalla firma del contratto di lavoro che ci ha portati qui in Russia.
Se non ci fosse stata questa assicurazione vi immaginate UN OSPEDALE RUSSO???

Facciamo un brindisi a UNA SOLA cosa ovunque noi siamo: LA SALUTE !!!

Gloria
Mosca, Russia
Febbraio 2007

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