Home > Vita d'Expat > Documenti > Esperienze di visto in Thailandia e Singapore

Lenaexpat ci racconta le sue esperienze di visto (di permanenza) e ci introduce a un aspetto dell’espatrio che in certi casi può rivelarsi davvero spinoso.

Credevo fosse solo l’Italia ad avere una burocrazia noiosa, complicata ed estremamente lunga, ma le mie esperienze di visto in Thailandia e Singapore mi hanno fatto ricredere. Paese che vai burocrazia che trovi. E non puoi farci niente, devi accettare le regole.

Quando abbiamo deciso di partire per Bangkok, l’idea di sposarci non ci ha nemmeno sfiorato la mente, ma se avessi anche solo per un istante immaginato come sarebbe stata la mia vita a livello di esperienze di visto, avrei affrontato tutto il processo “visto” in modo diverso o per lo meno non mi sarei fatta venire il fegato grosso e avrei risparmiato anche tante lacrime.

Voglio raccontarvi la mia esperienza perché sappiate a cosa si potrebbe andare incontro in alcuni paesi dove “non essere sposati” potrebbe a volte rappresentare un disagio e credo sia giusto esserne consapevoli. Nel mio caso non siamo stati aiutati da nessuno e questo ha reso la cosa ancora più difficile perché abbiamo dovuto arrangiarci da soli.

arabia sauditaE’ vero che in alcuni paesi conta solo il permesso di lavoro quindi anche se si hanno visti e carte varie ci sono sempre delle cose che non è possibile fare.

Sapevamo che avrei avuto bisogno di un visto per Bangkok perchè all’entrata nel paese viene rilasciato all’immigrazione un visto di 30 giorni. Quindi ci siamo organizzati per tempo e tramite la società di mio marito, ho ottenuto un visto della durata di 6 mesi, ma ogni 2 mesi dovevo uscire dal paese e rientrarci.

Ok, nessun problema, con la scusa di “rinnovare il visto” siamo andati in Cambogia ad ammirare i bellissimi templi di Angkor Wat, poi la volta dopo siamo andati a Singapore e siamo anche tornati in Europa.

Ma ora viene il bello: ovviamente con questo tipo di visto non potevo lavorare e mi è anche stata negata dalla banca la possibilità di avere un conto insieme al mio fidanzato (ora mio marito). Ovviamente casa e bollette e via dicendo erano sotto nome del mio fidanzato. In una città come Bangkok dove l’inglese viene usato pochissimo, non puoi andare in un qualsiasi ufficio burocrate senza avere una persona thai che ti faccia da interprete.

E comunque nel mio caso non avevo risolto il problema.

Non nego che si sono presentate delle piccole difficoltà, ma ci organizzavamo per tempo e ce la siamo cavata abbastanza bene.

esperiense di vistoDopo un anno di vita a Bangkok siamo stati trasferiti a Singapore, bel tempismo, proprio quando avevo raggiunto il mio equilibrio, la mia stabilità e avevo il mio giro di amicizie e attività.

Ecco la catastrofe: Singapore non riconosce affatto la convivenza quindi è proprio qui che è iniziata la mia “lotta per il visto”. In banca nemmeno parlare di fare un conto insieme, le bollette e tutto quel che concerne la casa era ancora una volta sotto il mio fidanzato anche perché era lui che aveva permesso di lavoro.

Il primo problema è stato che ci hanno consegnato il modulo richiesta visto errato (sei nuova, non ne sai nulla, che fai? Ti fidi! Anche perché con tutto quello cha hai in mente e con il disagio di un nuovo trasferimento, speri che qualcuno ti dia una mano!). Ovviamente abbiamo saputo tre giorni prima che mi scadesse il visto dei famosi 30 giorni (rilasciato dall’immigrazione dell’aereoporto) che la mia richiesta era stata respinta. Ero in panico, che fare? Dove andare? E adesso?

Abbiamo trovato una soluzione al volo, ma potete immaginare che momento angosciante abbia passato!

Non è ancora finita. Quando abbiamo finalmente capito la modulistica esatta da compilare ci siamo resi conto che, per ottenere il “social visit pass long term”, saremmo dovuti andare da un notaio e dichiarare che vivevamo insieme già da anni (notare che esiste una lettera prestampata, ma noi non lo sapevamo, quindi ci siamo dovuti andare e pagare non una ma ben due volte), e andare all’ambasciata del mio fidanzato (lui è inglese) e richiedere un ulteriore modulo da presentare per ottenere il mio visto.

La cosa brutta è che ogni volta mi dovevo giustificare per il fatto che non eravamo marito e moglie, dando spiegazioni che sono comunque personali. In conclusione una bella perdita di tempo, energie e soldi. E poi queste cose anche volendo non potevo farle da sola perché o per la firma o per la presenza il mio fidanzato doveva sempre essere con me. E per fortuna che non viaggiava, altrimenti cosa avremmo fatto? Si sarebbe dovuto prendere una settimana di ferie?

Una volta radunate tutte le “carte” siamo andati a consegnare nell’apposito ufficio, ma ci è stato rispedito indietro a causa di una piccola incorrettezza (mi sono dimenticata di scrivere la mia razza, era abbastanza ingannevole perché ricordo che era appena sotto il paragrafo “Chinese only”).

female expats traveling aloneIl problema ricorrente era quando ci trovavamo nella situazione di affrontare una spesa importante. Per non so quale ragione non ci sono stati consegnati assegni dalla nostra banca, quindi quando si è trattato di acquistare i mobili per la nostra casa, io non ho potuto fare nulla, ho dovuto aspettare che il mio fidanzato fosse presente ed effettuare lui stesso il pagamento.

Questa situazione mi ha fatto sentire che dipendevo proprio dal mio fidanzato. E la cosa non mi è piaciuta affatto o per lo meno non ero preparata a questo.

Sono comunque arrivata a queste conclusioni: è fondamentale informarsi e informarsi e informarsi. E come tutti i moduli burocratici, davvero stra complicati, dovete prestare molta attenzione (anche se a volte è necessario fare un vero e proprio corso per capire da che parte bisogna iniziare a compilare) perchè c’è sempre una piccola cosa che si rischia di tralasciare e che potrebbe rivelarsi essenziale.

Ultimo, ma per questo non meno importante: il passaparola fa veramente molto. Ci sono altre espatriate e /o amiche o anche amiche di amiche che essendosi trovate in una simile situazione possono dare consigli preziosi e fare risparmiare tempo e energie in modo da non brancolare completamente nel buio. E poi, se doveste per caso trasferirvi a Singapore, date un’occhiata a questo sito: www.mom.gov.sg perché dà preziose informazioni proprio sui visti.

Lenaexpat
Singapore
Novembre 2005

 

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