Home > Vita d'Expat > Trasferirsi > La nostra vita in scatola – tra un espatrio e l’altro
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Giuliettaexpat ci racconta le avventure di una famiglia italiana in suolo francese.

Il gioco degli incastri, ecco quello a cui stiamo giocando e dopo più di tre mesi  lo confesso: non ne posso più!!! Non ne posso più della nostra vita in scatola!!!

Perchè? Perchè vivere in 5 in pochi metri quadri mal organizzati è un’impresa degna di nota.

Ma andiamo per gradi, cos’è successo in questo nuovo cambio di paese, ci siamo persi per strada tra la calda India e la piovigginosa Parigi 450m2 di casa e di colpo, mamma mia come facciamo a sopravvivere !!

Allora vi spiego, diversi mesi fa, quando abbiamo deciso di lasciare l’India per la Francia, abbiamo avuto l’idea di comprarci una casa, sì, il nido tanto sognato, un posto in cui posarci per un po’, e come se non bastasse abbiamo deciso che questo nido l’avremmo fatto proprio come ci piaceva, il che implica, ma ne eravamo incoscientemente ignari sul momento, mesi e mesi di lavori… e nel frattempo che fare? E qui scatta la ricerca spasmodica di un nido provvisorio, insomma il posticino accogliente in cui posare le valigie o poco più, giusto il tempo che la grande ristrutturazione termini.

Navigando su Internet capito sul posticino che fa per noi, gîte in campagna, tra il verde e i cavalli (sorta di agriturismo), dalle foto mi dico che è proprio carino, ed in più non è lontano dalla nostra futura casa, dalla scuola delle ragazze, insomma ben posizionato e per giunta simpatico.

Certo grande non è, ma di arredato non si trova molto e poi mi dico sarà divertente vivere per qualche mese come in barca (come in fondo facciamo tutte le estati quando veleggiamo con allegria). Le bambine sono entusiaste all’idea, la campagna, il centro equestre, e in più quando arriviamo fa bello, fa caldo, è fine agosto siamo tutti ancora in vacanza e per il momento ne abbiamo ancora i benefici…

I mesi passano e mi chiedo ma come ho fatto, ma come faccio, ma come faremo se i lavori ritardano, io che conto i giorni e le notti che mi dividono da una casa più o meno normale

E qui ricomincio a spiegare, il gîte carino sì, per una settimana, alla seconda incominci ad aver bisogno di un po’ di spazio in più, alla terza lo stendino della biancheria che campeggia ai piedi del letto lo disintegreresti, alla quarta disintegreresti anche i bambini (soprattutto quella che ha l’idea di giocare all’elastico teso tra due sedie e tutte le volte rischi di spaccarti la testa perchè comunque devi sempre passare nell’unico spazio possibile che è anche l’unico in cui si può tendere l’elastico)… finchè entra in scena il topo come se non fossimo già abbastanza allo stretto…. E quindi qui ti puoi scatenare e lasciare i tuoi impulsi omicidi liberi di agire … senza successo !

vita in scatolaVabbè, siamo in campagna, in campagna ci sono i topi e uno vive da noi, campeggia nella pattumiera, scorrazza sotto il tavolo, piccolo particolare c’è una sola cosa di cui ho orrore : i topi… alla fine il topo se l’è pappato il gatto proprio come nelle fiabe, il prezzo da pagare ? due ore a starnutire con occhi  gola e orecchie che prudono… sono allergica ai gatti…

Comunque dicevo simpatico il gîte quando si è relax in vacanza e quando si arriva con due valigie, lo è molto meno quando le due valigie diventano 5m3 (e sì, i vestiti invernali, qualche gioco, le scarpe…) e quando da un ritmo vacanziero si ritorna ad una vita normale, scuola, lavoro, compiti….

Allora, il primo problema è stato far entrare i famosi 5m3 nel gîte, da ridere perchè nel gîte c’è un solo armadio (Ikea modello bambini) e far entrare in un solo armadio il guardaroba di una famiglia vi assicuro che sa di magia, e visto che maga non sono i vestiti campeggiano anche loro un po’ ovunque, un pantalone di qui, una giacca di là, le calze sotto il letto, i maglioni nello scatolone… e una bella distesa di scarpe di tutti i numeri e di tutte le forme…

Problema successivo è stato, una volta capito che le vacanze erano finite e rimessici a funzionare in modo vita di tutti i giorni, trovare gli spazi adeguati per ognuno di noi, battaglia persa come per i vestiti, ma come si fa a meno di chiudersi in bagno e nascondersi tra la lavatrice e il lavandino ?

Ma come si fa quando le bambine sono una sull’altra su un soppalco nel quale a stento sono stati fatti entrare 3 letti e l’unica che può starci in piedi è Camilla che non arriva a 1m e20 ?

Si fa e si stringono i denti, e li si stringono ancora di più quando nel bel mezzo di una tranquilla cenetta, unico momento della giornata in cui come ogni marito e moglie normale ci raccontiamo quello che abbiamo fatto, delle vocine intervengono dall’alto mettendo i puntini sulle « i » alle nostre conversazioni o degli occhietti assonati ci guardano incuriositi!!!

vita in scatolaCi sono dei momenti di sconforto profondo in cui darei non so cosa per aver fatto una scelta diversa, per aver riflettuto meglio all’organizzazione della nostra casa provvisoria, ma con il senno di poi è facile, certo penso che se mi ritrovassi nella stessa situazione darei più importanza alla scelta riflettuta di una sistemazione di passaggio. Da lontano e forse con l’entusiasmo della novità è facile pensare che sarà un  divertente gioco da ragazzi vivere cosi per un po’, come in un reality show in cui prendi 5 persone e di colpo riduci del 90% il loro spazio di vita abituale per vedere come se la cavano…dura dura.

Alla fine però come tutte le storie anche questa ha la sua morale, da un lato una grande lezione di tolleranza e di rispetto degli spazi,  che aiuta ad apprezzare in modo assoluto il piccolo confort al quale ormai ci siamo abituati e che ci è mancato in questi mesi, dall’altra quella da condividere con tutte voi amiche expat il fatto che ogni cambiamento va preparato con molta attenzione, passare da un paese all’altro, imballare e spacchettare le proprie cose in un posto nuovo già non è  facile, se poi si aggiungono ancora dei nuovi elementi che possono far vacillare l’equilibrio proprio e della propria famiglia, allora è meglio prevedere ed evitare le scelte avventate…

Noi comunque siamo quasi alla fine della nostra avventura di vita in scatola, tra poco più di due settimane il nostro albero di Natale sarà al suo posto in una nuova casa, la porta del nostro gîte si chiuderà e smetterò di contare i giorni e le notti, fino alla prossima partenza e alla prossima organizzazione avventata…

Giuliettaexpat
Parigi, Francia
Dicembre 2009

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