Home > Vita d'Expat > Trasferirsi > LGBTQ+ e espatrio: le sfumature di una nuova vita all’estero
matrimonio dello stesso sesso

Ringraziamo Roberta Iuliano, Psicologa Psicoterapeuta costruttivista, per questo importantissimo articolo, che ci fa riflettere su alcune cose di cui non si parla ancora abbastanza.

 

L’espatrio comporta sempre il dover considerare tanti fattori: la lingua, le possibilità di lavoro, trovare casa… Per alcune persone, fra questi elementi ve ne sono alcuni legati alla propria identità di genere, al proprio orientamento sessuale o alle proprie scelte relazionali.

A volte, lasciare il proprio paese può rappresentare per le persone LGBTQ+ o per quelle che fanno scelte relazionali non tradizionali (coppie non monogame, poliamorose, ecc.) l’opportunità di poter esprimere finalmente se stesse, laddove magari il luogo d’origine era considerato troppo stretto o dove mostrarsi diversi dalle aspettative della famiglia, dei compaesani e degli amici d’infanzia sembrava troppo complesso. Ecco che allora allontanarsi e andare a vivere all’estero permette alla persona di sottrarsi a quello sguardo e di poter vivere sentendosi se stessa senza vergogna o timore.

Foto di Ian Taylor su Unsplash

Altre volte, invece, accade il contrario: nel proprio paese i diritti delle persone LGBTQ+ magari non sono riconosciuti tanto quanto in altri, ma potrebbe comunque capitare di doversi trasferire in un luogo in cui l’apertura sia ancora minore, in cui ci siano ancora forti discriminazioni o in cui siano addirittura previste delle pene dal sistema legale.

Prima di scegliere se accettare un posto di lavoro all’estero, è fondamentale considerare quanta apertura aspettarsi rispetto alla tematica LGBTQ+: vivere quotidianamente in un luogo in cui si sente di dover nascondere la propria identità o aspetti importanti della propria vita è altamente stressante, e può compromettere la possibilità di crearsi una nuova rete sociale, di sentirsi al sicuro o di crescere professionalmente.

Ambientarsi in un nuovo paese porta già con sé delle difficoltà, che per qualcuno possono essere stimolanti ma per qualcun altro no: scegliere di stabilirsi in un ambiente ostile è senz’altro una decisione dalle implicazioni importanti, che va valutata molto attentamente. Cosa ci aspettiamo dal nuovo paese? Come immaginiamo che ci sentiremo vivendo lì?  Quali possibilità vediamo per noi e per il nostro futuro?

Foto: Pexels

Sia che si vada nella direzione di maggiori possibilità di mostrarsi, sia che ci si ritrovi a pensare di dover nascondere degli aspetti di sé per integrarsi più facilmente o per non incorrere in minacce e rischi (fosse anche solo quello di non riuscire a trovare lavoro, di poterlo perdere o di avere difficoltà a trovare un appartamento in affitto), si tratta di un cambiamento che può portare a sentirsi disorientati, in ansia, timorosi o in colpa, e che a volte rischia di poter essere percepito come un momento di “rottura” fra chi eravamo, chi abbiamo lasciato a casa, e chi siamo oggi, i nostri nuovi rapporti e relazioni.

Per qualcuno, ciò può tradursi nel sentirsi in minoranza, emarginato, soprattutto se tale sensazione era già stata un po’ sempre presente e legata a questi aspetti della propria identità, e rendere complessa la relazione sia con gli affetti rimasti in Italia sia con le nuove conoscenze. Potrebbe capitare di sentire di vivere una “doppia vita” e di dover selezionare in che modo essere quando si torna al paese d’origine, e che cosa invece mostrare nel nuovo paese. Un po’ come se chi è rimasto a casa, conoscesse solo alcune parti di un nostro “vecchio Sé” che forse non ci appartiene più del tutto, mentre chi abbiamo incontrato oggi avesse solo una visione parziale di noi, in quanto non condivide con noi una storia di lunga data.

Eppure, la scelta di partire può essere una grande possibilità per tutte quelle identità e relazioni che si sono sempre sentite in una qualche misura “diverse” e “fuori posto”: mettersi alla prova in nuovi contesti, arricchire la propria rete con persone che provengono da altri contesti culturali, e che quindi ci portano nuovi punti di vista, mettersi in gioco in sfide nuove, che richiedono risorse che forse non pensavamo di avere, sono tutte opportunità di crescita e di risoluzione.

Tornare in Italia con un nuovo racconto di noi, più colorato, e dove ogni sfumatura ha trovato il proprio spazio per mettersi in luce potrebbe dare modo anche ai nostri affetti più duraturi di guardarci sotto una luce diversa e di arrivare a comprenderci meglio, conoscendoci di nuovo e accompagnandoci a distanza in questa nostra nuova vita all’estero.

Roberta Iuliano – Orme: servizio di psicoterapia per residenti all’estero
www.robertaiuliano.it 
Bologna, Italia
Novembre 2021

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