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vivere a barcellona

Ringraziamo di cuore la nostra cara amica La Elli per questo racconto così appassionato che ci dà una chiara idea di cosa vuol dire vivere a Barcellona, quella che è stata per cinque anni la sua città d’accoglienza.

 

Barcellona: o la ami o la odi! Questa è la frase che tutti ti dicono quando vai a vivere a Barcellona. Forse, dopo 5 anni, ho capito cosa vuol dire.

Premetto che io non ho mai vissuto in città ma leggermente fuori, a nord, verso Sant Cugat, per ragioni di gestione familiare.

Io “la amo e la odio”.

Non ho mai voluto vivere a Barcellona centro perché con i bambini non mi piace vivere in una città così grande, città di porto, che in generale è molto sporca, piena di gente e con poco verde.

Confermo che Barcellona è sporca, piena di gente, con parchi gioco per i bimbi ma non sempre verdi. All’interno della città ci sono i due parchi grandi, quello del Montjuïc e quello della Ciutat Vella e poi, direte voi, le spiagge.

vivere a barcellona

Ecco, questi parchi e le spiagge sono meravigliosi nel periodo invernale, da settembre a maggio, ma in estate sono un carnaio totale, pieno di gente locale e una miriade di turisti.

Dovete contare che Barcellona è una delle mete europee più gettonate e in qualsiasi periodo dell’anno si incontrano turisti.

I mezzi di trasporto sono un disastro. Le linee della metropolitana sono tante e mal collegate tra loro e ci si mette un’eternità per raggiungere i vari quartieri. Io preferivo farmi chilometri a piedi piuttosto che prendere la metropolitana. Le persone che vivono lì usano tantissimo la bicicletta o i motorini. Ah, i motorini…la piaga della città!

Barcellona = Motorino.

Visto che i trasporti pubblici lasciano a desiderare, tutte le persone che non vivono in città usano un mezzo proprio: avete idea del traffico la mattina? Se non ti puoi muovere con i mezzi ti muovi con la macchina, ma con la macchina ci metti un’eternità; quindi la maggioranza si compra un motorino. Questi sfrecciano in tutte le direzioni e chi è in macchina non presta attenzione ad essi, risultato: è molto pericoloso.

vivere a barcellonaL’altra cosa che può essere di sconforto nel  vivere a Barcellona è il catalano; magari in città non si sente molto ma come esci “dalle mura” è d’obbligo. Ad ogni modo se si vuole lavorare a Barcellona, tutti i lavori che hanno contatto con il pubblico, con istituzioni locali o con aziende nel territorio, richiedono un buon livello di catalano.

Qui apro una piccola parentesi. Molti hanno (io per prima) sempre pensato che il catalano fosse un dialetto (magari ora, nel 2019, abbiamo più coscienza visto i fatti accaduti) MA è una lingua ufficiale e tutte, dico tutte, le istituzioni pubbliche esercitano in catalano. Quindi quando devi fare documenti o esami (istruzione) ti si presenterà sempre la lingua catalana.

A questo punto vi chiederete: perché mai sei andata a vivere a Barcellona?

Perché la amo.

vivere a barcellonaPer l’arte, per le sue spiagge in inverno (adoro il mare in inverno), per il clima e soprattutto perché è una di quelle città europee dove puoi trovare di tutto. Cibo buono, design, sport e tanto divertimento 24h/7. La città non dorme mai.

Gli spagnoli sono molto simili a noi, carattere mediterraneo, hanno sempre voglia di fare festa e basta una ‘cerveza’ (birra) per rendere tutto più bello e divertente.

Quando si arriva in città si respira l’arte passeggiando da un quartiere all’altro.

Arrivando in Plaça Catalunya, scendendo per las Ramblas si assapora Miró con il suo grande mosaico incastonato nella passeggiata pedonale centrale e  che vi segue sul lungo mare sia verso la Ciudad Vella che per andare alla vecchia arena (ora un centro commerciale gigante dove si può salire all’ultimo piano e vedere quasi tutta la città) con varie sculture. Nel Raval (quartiere prevalentemente musulmano) si può ammirare  un murales di Keith Haring (nel patio dell’università di design) e vedere come la cultura mussulmana possa vivere di fianco a quella cristiana.

vivere a barcellona

Casa Battlo

La città di Gaudì con tutte le sue opere architettoniche ci fa sentire all’interno di un ambiente della natura fatto di palazzi che sembrano draghi, fiamme, castelli di sabbia e qualsiasi altro elemento naturale che ci può venire in mente ammirandole tra cui la Casa Batlló, La casa Milà (detta La Pedrera) e la famosa Sagrada Familia (un must se si passa a Barna).

Prima citavo il Montjuïc, polo sportivo olimpico. Qui si può andare a passeggiare, salire fino in cima e visitare il castello barcellonese, oppure passare una giornata a “giocare alle olimpiadi” facendo un’esperienza allo stadio olimpico Lluis Companys.

Se qualcuno fosse interessato ai cimiteri, qui si trova uno dei cimiteri più interessanti che si affaccia direttamente sul mare.

E con il mare come non pensare alle spiagge grandi, libere e con un mare abbastanza pulito.

Insomma una città europea con tanta arte, cultura e svago dove grandi e piccini possono trovare la propria dimensione nel migliore dei modi.

Il “dia a dia” in pillole a Barcellona:

Sanità

La sanità è pubblica se si ha un lavoro o si è sposati con un/una compagno/a che sta lavorando in territorio spagnolo, se no si ha bisogno di un’assicurazione sanitaria privata (Sanitas è tra le più famose).

Istruzione

Come riportavo sopra la scuola pubblica è in catalano (lingua veicolare), alcune scuole potrebbero esser iscritte ad una associazione scolastica e quindi seguire un percorso con il 50% delle lezioni in catalano e il 50% in castigliano (spagnolo della penisola iberica).

Anche a Barcellona ci sono scuole private e possiamo trovare la scuola italiana con asilo a Metodo Montessori, la scuola tedesca, la scuola francese, l’International School, la Scuola Europa (a Sant Cugat, di stampo europeo), la scuola Waldorf Steiner (a Bellaterra) e tante altre di livello differente.

Gastronomia

Si trova un po’ di tutto ma qui si mangia prevalentemente maiale, “asado”, cioè alla griglia, curato per farlo diventare prosciutto o Fuet o Loganiza. Tante verdure alla griglia e pesce prevalentemente fritto come calamari o “cipirones” (totanetti piccini o teste di totanetti).

Un altro piatto tipico sono i Calçots (cipolle lunghe) cotti a fuoco vivo; vengono mangiati con le mani, spelati e pucciati nella salsa Romesco (ogni familia ha la sua ricetta ma fondamentalmente è una salsa di pomodori e mandorle).

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Foto di Caroline Mervaille

Uno dei posti più turistici per andare a comprare il cibo è La Boqueria, uno dei mercati coperti più famoso al mondo. Ma in realtà nel vivere a Barcellona vi renderete conto che i mercati coperti sono eccellenti per comprare cibo di alta qualità a prezzi diversi tra loro (medio alti o alti, ma la qualità è davvero alta).

Altro piatto tipico sono le tapas, quelle catalane: piattini di cibi tipici del posto e motivo di uscite serali e non, per incontrare amici, parenti o sconosciuti…un po’ come il caffè o l’aperitivo da noi.

Clima

Data la sua posizione nel Mediterraneo, Barcellona ha molti giorni di sole e il clima è mite. In inverno è raro scendere sotto lo zero e d’estate si arriva facilmente a 40 gradi. Difficilmente piove ed è molto comune non vedere nuvole o pioggia per diversi mesi.

Chi vive a Barcellona dice che è un po’ umida…io, arrivando da Milano, sostengo che sia più secca anche perché il venticello si fa sentire ;).

Buoni soggiorni a tutte a Barcellona!

La Elli
Milano, Italia
Aprile 2019
Foto ©LaElli tranne la foto
di testata di Pixabay
o dove diversamente indicato

 

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